La discalculia è una specifica disabilità (o difficoltà) di apprendimento nella matematica. È stata originariamente definita dal ricercatore cecoslovacco Ladislav Kosc nel 1974, che la descrive come una difficoltà nell’ apprendere i fondamenti della matematica, una conseguenza derivante dalla compromissione di particolari parti del cervello coinvolte nella cognizione matematica, ma senza comportare una generale difficoltà nella funzione cognitiva. Questa è la stessa definizione che i ricercatori della neuroscienza cognitiva utilizzano oggi.
I tratti principali della discalculia sono: 1) presenza di difficoltà nell’ apprendimento della matematica, 2) un certo grado di specificità (ovvero la mancanza di difficoltà nelle altre materie scolastiche) e 3) l’ipotesi che queste siano causate in qualche modo da una disfunzione cerebrale.
Da sottolineare che in questo articolo viene tratta la patologia definita come “discalculia dello sviluppo”, che come si può intuire dal nome si riscontra fin dalla giovane età; mentre l’ altro tipo di discalculia, definita “acquisita”, viene riscontrata (di solito negli adulti) a seguito di lesioni cerebrali o ictus.
Gli studi di ricerca condotti su questa particolare disfunzione sono ancora in una fase primaria se paragonati alla ricerca su patologie “simili” come ad esempio la dislessia; questo è dovuto principalmente alle poche conoscenze disponibili sul funzionamento del cervello rispetto all’ apprendimento della matematica, conoscenze che invece si sono molto ampliate negli ultimi 15 anni.
Fino ad oggi la maggior parte delle ricerche è stata condotta su campioni di popolazioni “speciali”, ovvero persone affette da altre condizioni associate alla discalculia come individui con sindrome di Turner, sindrome alcolica fetale o nati con un basso peso corporeo. Tutti questi studi hanno evidenziato una minore presenza di materia grigia (cellule cerebrali) od una minore attività cerebrale in un’ area specifica del cervello nota per elaborare la matematica (il sulcus intra-parietale).
La ricerca sui bambini la cui discalculia non è dovuta ad una sindrome medica nota invece stanno cominciando a progredire negli ultimi anni, riportando però gli stessi risultati. Difatti un recente studio di immagini cerebrali, condotto dai ricercatori Gross-Tsur V., Manor O., Shalev R.S., ha mostrato meno attività cerebrale nelle aree parietali e frontali del cervello associate alla cognizione matematica. Inoltre i bambini affetti da discalculia denotano difficoltà anche in altri compiti cognitivi fondamentali noti per coinvolgere queste specifiche aree.
Anche le ricerche sulla discalculia acquisita (quella comparsa a seguito di lesioni cerebrali) sembrano confermare questi risultati: infatti i danni ai lobi parietali del cervello provocano sintomi del tutto simili a quelli delle disalculie dello sviluppo.A causa degli studi ancora poco approfonditi sulla discalculia, non esiste una lista definitiva di sintomi legati a questa patologia, infatti c’è ancora molto da scoprire. Di seguito quindi vengono elencati i principali sintomi così come sono riconosciuti al giorno d’ oggi, ed in base al livello di certezza che è stata acquisita nel corso delle ricerche. Naturalmente non tutti i bambini possono presentare tutti i sintomi, e si sa ancora poco circa i sintomi che permangono anche nell’ adolescenza e nell’ età adulta (a parte l’evidente difficoltà con la matematica).
Questo primo gruppo di sintomi si riscontrano principalmente durante il periodo della scuola primaria, e sono ben consolidati dai ricercatori educativi:
- Ritardo nel conteggio. I bambini dai cinque a sette anni con discalculia dimostrano una minore comprensione dei principi fondamentali di conteggio rispetto ai loro pari (ad esempio, non importa in quale ordine gli oggetti sono contati);
- Ritardo nell’ utilizzo delle strategie di conteggio per l’ addizione. I bambini discalculici tendono a continuare ad usare metodi inefficienti per calcolare fattori addizionali, anche per un periodo di tempo molto più lungo rispetto ai loro coetanei.
- Difficoltà nel memorizzare i dati aritmetici. Un bambino che soffre di questo disturbo ha una grande difficoltà nel memorizzare semplici meccanismi di addizione, sottrazione e moltiplicazione (ad esempio 3 + 5 = 8) e questa difficoltà persiste fino ad almeno l’ età di tredici anni.
I seguenti sintomi invece possono essere causati da altre due difficoltà fondamentali, anche se è necessaria una maggiore ricerca per averne certezza:
- La mancanza di “senso numerico”. La discalculia comporta una difficoltà fondamentale nella comprensione della quantità. I ragazzini che ne soffrono infatti sono più lenti a svolgere calcoli di quantità molto semplici, come ad esempio confrontare due numeri (qual’ è più grande, 4 o 7?) oppure dire quante unità sono presenti in un gruppo di 1 – 3 oggetti. In questo caso le aree del cervello che sembrano essere colpite dalla discalculia sono aree specializzate per rappresentare la quantità.
- Minore elaborazione automatica dei numeri scritti. La maggior parte di noi, leggendo il simbolo “7”, immediatamente lo associa al nostro senso di quantità. Nelle persone discalculiche invece questo processo sembra essere più lento e richiede un maggiore sforzo. Così i bambini discalculici possono avere difficoltà a collegare i numeri scritti o parlati con la rispettiva idea della quantità.
- Difficoltà nell’ immaginare un’ operazione numerica a mente.
- Difficoltà particolari con la sottrazione.
- Difficoltà con il conteggio con le dita (lento, inesatto, incapace di riconoscere immediatamente le configurazioni delle dita).
- Difficoltà nella scomposizione dei numeri (ad esempio non riconoscere che 13 è composto da 8 e 5)
- Difficoltà nella comprensione del valore di un prezzo espresso in numeri.
- Apprendimento degli errori e comprensione dei metodi di ragionamento e procedure di calcolo molto lento e difficoltoso.
- Ansia o atteggiamento negativo nei confronti delle materie matematiche.