Ostilità, rabbia, superbia e addirittura bullismo. Niente paura: l’assertività non riguarda questi comportamenti, nonostante spesso venga confusa o affiancata a termini e atteggiamenti che indicano antagonismo nei confronti di altre persone. Succede spesso, nel corso di una conversazione con altri individui, di trovarsi di fronte a un bivio e dover decidere se mantenere salda la nostra posizione e difendere le nostre idee oppure se “dar corda” all’altro interlocutore, rischiando di risultare troppo aggressivi o eccessivamente passivi.In psicologia, l’assertività viene definita come la dimostrazione di consapevolezza della propria posizione nel corso di una conversazione, indipendentemente dall’argomento che si sta affrontando. A livello cognitivo, un comportamento assertivo indica la mancanza di pensieri ansiosi che potrebbero causare stress. Su quello comportamentale, invece, significa richiedere ciò che si desidera, senza trascurare il rispetto altrui e discostandosi dai propri ideali e obiettivi.
In termini affettivi, assertività significa reagire alle emozioni positive e negative senza aggressività o ricorrendo alla passività. L’individuo assertivo presenta caratteristiche quali l’empatia, la sicurezza di sé, la fermezza e la capacità decisionale. In altri termini, la persona in possesso di questa peculiarità ha sicurezza nei propri mezzi ed è in grado di mantenere la sua posizione con risolutezza, senza dover utilizzare un atteggiamento aggressivo. L’essere assertivi è una caratteristica innata di pochi soggetti. Tuttavia, per le altre persone, esiste la possibilità di effettuare un training per imparare le sue particolarità e le sue caratteristiche.Perché essere assertivi risulta difficoltoso per tante persone? Quali aspetti del comportamento umano rendono questo atteggiamento così complicato da assimilare? Nonostante siano presenti molte risposte a queste domande, alcune di loro possono essere riassunte per spiegare le cause della mancanza di assertività:
- Insicurezza: spesso viene a mancare un sano e corretto apprezzamento della propria autostima, dei propri talenti e abilità.
- Timidezza: si è incapaci di comunicare e di prendere una posizione a causa di una personalità troppo riflessiva e restìa.
- Paura: ci si preoccupa di non ricevere ciò che si desidera, di essere privati di ciò di cui si è già in possesso o di venire respinti.
- Desiderio di sentirsi a proprio agio con i propri pari: ordini sociali e pressioni di gruppo contribuiscono molto nel mantenere le persone “al proprio posto”. In molti, infatti, abbiamo potuto sperimentare e vivere situazioni in cui qualcuno è stato escluso dal gruppo poiché in contrasto con lo status quo o per aver espresso idee e bisogni personali in opposizione con quelli degli individui più in alto a livello gerarchico.
- Mancanza di autodeterminazione: succede spesso di non essere in grado di effettuare richieste specifiche proprio perché non si è consapevoli di ciò che realmente si desidera.
- Mancanza di conoscenza: come si è soliti affermare, conoscere è potere. Ebbene sì. Se non si comprende ciò che si può avere e non si dedica un tempo opportuno ad un’attività di ricerca e informazione a riguardo, non si sarà mai in possesso di elementi per sostenere le proprie aspirazioni e le proprie posizioni.
- Mancanza di capacità di negoziazione: non si riesce a comunicare agli altri le ragioni per cui dovrebbero soddisfare i nostri bisogni e in che modo potrebbero trarne beneficio anche loro.
Sin da piccoli, cominciamo ad affermarci. Se si presta un po’ di attenzione quando si sta parlando con un bambino, infatti, spesso si sentirà pronunciare la parola “no”. La stessa che verrà emessa anche dai genitori. Questo accade poiché il bambino, per sua natura, esprime un principio di comportamento assertivo: egli sa cosa vuole e fa di tutto per mantenere la sua posizione. Infatti, data la sua età, non è ancora stato condizionato e spinto ad accettare ciò che non vuole, focalizzandosi su quello che invece desidera: i suoi bisogni sono semplici ed essenziali. Se il bambino avesse un atteggiamento troppo accondiscendente e “accettasse” il “no” espresso dai genitori, avrebbe un comportamento passivo. Se mantenesse la sua posizione oltrepassando il limite risulterebbe aggressivo. Spesso, però, i bambini si comportano con assertività, incontrando parzialmente le richieste dei genitori. Questo esempio è utile per descrivere i vari atteggiamenti presenti tra le persone. Gli individui passivi agiscono con lo scopo di guadagnare l’approvazione degli altri, facendo tutto ciò che gli viene richiesto, indipendentemente se di loro gradimento o meno. Quelli aggressivi, invece, reagiscono in maniera eccessiva e sproporzionata, creando confusione e provocando sentimenti di rabbia nelle persone, che, a loro volta, non daranno più all’aggressore ciò che vuole o glielo daranno poiché presi dalla paura. Le persone dotate di assertività, infine, sanno ciò che vogliono e, soprattutto, ciò che non vogliono. Questa consapevolezza di sé li aiuta ad esprimere chiaramente i loro desideri, rifiutando di abbandonarli senza una ragionevole spiegazione o senza la presenza di una valida alternativa.Come specificato in precedenza, l’assertività è una virtù per pochi e un desiderio per molti. Ciononostante, ogni individuo che non presenta questa caratteristica comportamentale può apprenderla tramite un percorso personale. Innanzitutto è necessario avere consapevolezza di quali sono i propri obiettivi, informandosi su di essi prima durante la fase di definizione. Lo step successivo è quello di imparare ad ascoltare in maniera attenta gli altri, prestando attenzione a non risultare distaccati e poco interessati. Una persona dotata di assertività deve anche criticare in maniera costruttiva, ammettere i propri errori ed accettare le osservazioni. Un aspetto importante nell’apprendimento del comportamento assertivo è quello di preservare le proprie idee, mantenendo una mente aperta a recepire e, successivamente, accettare il punto di vista degli altri. Il rischio è quello di provare un sentimento di frustrazione nel momento in cui non vengano rispettate le aspettative. Per essere assertivi, però, non bisogna avere paura di fronteggiare dei rifiuti o di sentirsi in colpa per aver fornito un “no” come risposta. Un aspetto importante da non sottovalutare durante le fasi di apprendimento è quello di ricorrere a frasi ironiche in reazione a determinate situazioni.
In conclusione, l’assertività non è un aspetto negativo. Certo, per chi ha una personalità inflessibile, a volte, questo comportamento può venire associato a prepotenza e testardaggine. In realtà non è così. La fermezza tipica delle persone assertive non va confusa con l’arroganza e la natura ribelle, tipiche delle persone aggressive. Un primo passo verso il diventare assertivi è quello di convincersi che questo comportamento non è sbagliato. Permette, infatti, di prendere le migliori decisioni per se stessi, senza abbassarsi passivamente alle richieste degli altri e senza risultare aggressivi.