Non ci sono moltissime persone che trovano piacevole andare dal dentista. In effetti le sensazioni che si provano quando ci si reca sono spesso dolorose, sia sul piano fisico sia quando arriva il momento di pagare il conto. Eppure ne vale la pena: la salute dei denti è molto preziosa per il benessere generale dell’individuo. Che siano stati i topolini o le fatine a portarsi via i nostri denti da latte, certo è che i denti permanenti non sono sostituibili. Bisogna quindi occuparsene nel migliore dei modi, prestando attenzione alla pulizia e allo stato della dentatura. Se notiamo qualcosa di strano, come ad esempio il sanguinamento delle gengive, è opportuno mettersi in allarme: potrebbe trattarsi di una patologia che va curata il prima possibile. La parodontite, se non viene diagnosticata ai suoi inizi, è una patologia che può creare seri danni alla cavità orale.
Il parodonto, quindi, non è altro che l’insieme di tutte quelle strutture adibite al sostegno dei denti. Le gengive sono quei tessuti molli e rosei che circondano i denti e fanno da rivestimento per le ossa alveolari. Il piccolo solco fra dente e gengiva viene denominato solco gengivale. C’è poi il legamento parodontale, che si sviluppa intorno alle radici dei denti e si occupa di tenerle bene ancorate all’osso, cioè l’osso alveolare. L’osso alveolare è appunto un ulteriore elemento del parodonto, e consiste nel tessuto osseo attorno ai denti. C’è inoltre il cemento radicolare, un tessuto ricco di calcio che riveste la radice del dente all’esterno e dove fanno breccia le fibre del legamento parodontale.
Il parodonto nel suo complesso ha lo scopo di mantenere i denti saldamente attaccati al tessuto osseo, e di ammortizzare i colpi e le sollecitazioni a cui è sottoposta la dentatura (durante la masticazione, ad esempio). Questa funzione così importante è minacciata nella sua buona riuscita quando si soffre di parodontite, la quale è proprio un’infezione al parodonto.
La parodontite un’affezione da non sottovalutare, perché è difficile accorgersene tempestivamente ed intervenire, e può creare seri danni alla dentatura nel suo complesso.Inizialmente, la parodontite è una malattia difficile da diagnosticare. Il soggetto che ne soffre, non provando dolore, non ha motivo di recarsi dal dentista: ecco l’importanza dei controlli periodici. Ovviamente uno specialista si accorgerebbe della presenza della patologia, perché attraverso una radiografia vedrebbe un’anatomia ossea non ottimale. Oppure, potrebbe misurare il solco gengivale e accorgersi di un’anomalia. Chi ne soffre in maniera inconsapevole potrebbe addirittura trovarsi a fare i conti con la perdita dei denti senza sentire dolore, ma prima di arrivare a questi estremi ci sono dei campanelli d’allarme da non tralasciare. Gengive infiammate e stranamente di colore rosso acceso, magari sanguinanti, sono il segnale che qualcosa non va. Se poi la mobilità dei denti aumenta e le gengive si ritraggono, è indispensabile rivolgersi ad uno specialista.
Altri sintomi possono essere un’eccessiva sensibilità al caldo e al freddo, o l’alitosi persistente. Non è possibile utilizzare un semplice antibiotico per combattere la parodontite, perché è una malattia polimicrobica, il che significa che coinvolge molte specie batteriche diverse, rendendo difficile individuare su quale concentrarsi. Inoltre, i batteri che proliferano nella bocca posso espandersi agli altri organi attraverso la mucosa. Sono così possibili delle infezioni a distanza, soprattutto nei soggetti che soffrono già di altre patologie (come il diabete) o che si trovano in uno stato particolare (la vecchiaia o la gravidanza, ad esempio).
Prevenzione a parte, quando il danno è fatto bisogna correre ai ripari. Prima di tutto si elimina l’infezione, effettuando una profonda pulizia professionale delle radici, in specifico nelle tasche dove risiedono i batteri. Questa procedura, che prevede quattro sedute, si chiama levigatura reticolare. Avviene una volta alla settimana, o in alternativa in due sedute di circa tre ore, effettuate a distanza di un giorno. In ogni caso il risultato è una pulizia radicale. Degli antisettici a base di clorexidina vengono usati sia durante il trattamento che nei giorni successivi. Il paziente deve collaborare in modo attivo ad un’accurata igiene dentale ed evitare tutto ciò che può comprometterla, fumo compreso. Eliminata l’infezione, si procede a valutare e riparare i danni: potrebbero essere necessarie protesi, otturazioni, rimozioni dei denti troppo danneggiati. In seguito c’è la fase del mantenimento, dove si tiene monitorata la situazione per evitare che la parodontite si presenti di nuovo.