L’ ipoacusia in sostanza consiste nella degenerazione del nostro apparato uditivo e delle capacità uditive in generale, provocato da un progressivo o improvviso indebolimento delle strutture di trasmissione. Questo genere di indebolimento può essere di tipo monolaterale e colpire un solo orecchio, oppure bilaterale, quando li colpisce entrambi, non per forza in momenti coevi. Inoltre può essere di varia intensità e interessare il soggetto con una gravità bassa, media o alta. L’ ipoacusia è un disturbo piuttosto invasivo e invadente, in quanto influisce molto sulla qualità vita dell’ individuo, specie se si tratta di una forma di ipoacusia piuttosto grave, di intensità alta. In alcuni casi il soggetto che soffre di ipoacusia può essere addirittura definito come portatore di un “handicap di tipo sociale”, poiché può incidere molto sulle sue abitudini, sulle sue possibilità, sulla sua stessa autonomia. E’ bene quindi fare una panoramica e approfondire questo argomento che in pochi conoscono.
Partiamo con alcune statistiche che riguardano l’ incidenza dell’ ipoacusia: i dati dicono che oltre il 10% della popolazione mondiale soffre di ipoacusia, senza contare nessun vincolo a livello d’ età. Se invece osserviamo le statistiche considerando anche questo aspetto ci accorgiamo che i soggetti che soffrono di ipoacusia aumentano visibilmente dopo i 65 anni di età, e in modo ancora più evidente dopo i 75 anni. Si stima che oltre il 40% della popolazione mondiale soffra di disturbi all’ apparato uditivo dopo questa soglia. Uno dei disturbi più diffusi in tal senso è senza dubbio l’ ipoacusia.L’ ipoacusia si manifesta con una riduzione piuttosto evidente delle nostre capacità uditive, riduzione che non ci permette di distinguere tutte le sfumatura sonore che prima riuscivamo a percepire e discernere. Non è detto che il morbo si presenti in modo progressivo, facendo perdere le potenzialità uditive del soggetto per gradi: infatti non di rado il disturbo appare dall’ oggi al domani, soprattutto a seguito di un forte trauma o di una contusione dell’ apparato uditivo o della zona ad esso adiacente. La sensazione è quella di non riuscire più a cogliere tutte le frequenze sonore presenti in natura, come se si avesse perennemente le orecchie tappate o otturate da qualcosa. Le prime manifestazioni del disturbo possono essere comprensibilmente molto traumatiche e difficili da concepire e metabolizzare.L’ ipoacusia può essere classificata e distinta in varie tipologie, che variano a seconda della zona dell’ apparato uditivo dove avviene il danno; può manifestarsi:
- l’ ipoacusia di tipo trasmissivo: si manifesta quando la sede del danno è situata nella zona esterna del’ orecchio, quella che comprende il condotto esterno dell’ udito e il padiglione auricolare; questa zona ha il delicato compito di ricezione delle percezioni e delle frequenze sonore che poi vengono trasmesse al timpano ed effettivamente percepite dall’ essere umano. Proprio per questo è detta ipoacusia della trasmissione.
- l’ ipoacusia di tipo neurosensoriale: in questo caso l’ ipoacusia ha origine nella coclea, una componente della parte interna dell’ orecchio con una singolare forma che ricorda molto quella di una chiocciola (da cui deriva anche il termine), in quanto possiede un nucleo attorno al quale ruota un canale spirale; oppure ha origine in un nervo sensitivo, l’ ottavo nervo cranico per l’ esattezza, il cosiddetto nervo acustico: questo svolge la funzione di indirizzare all’ orecchio le informazioni raccolte in versione già codificata e percettibile.
- l’ ipoacusia di tipo misto: come si può intuire dal nome in questa tipologia di ipoacusia il danno ingloba sia l’ apparato di tipo trasmissivo sia quello della coclea e del nervo acustico;
- l’ ipoacusia di tipo percettivo: in questa tipologia il danno si manifesta al centro delle vie di trasmissione uditive: proprio per questo molto spesso risulta difficile da individuare anche con l’ audiogramma, nonostante l’ importanza dei sintomi e l’ evidenza di un’ anomali a livello auricolare.
Va certamente ricordato che l’ ipoacusia può e deve essere suddivisa anche in base all’ intensità con cui si manifesta nel soggetto; in tal caso si divide in:
- ipoacusia di tipo lieve: l’ indebolimento delle capacità uditive varia dai 15 ai 35 decibel di riduzione, una quantità tutto sommato ancora poco evidente e che non permette di percepire i suoni più distanti e impercettibili;
- ipoacusia di tipo medio: in questa sezione l’ abbassamento uditivo oscilla tra i 40 e i 60 decibel di riduzione, quantità che comincia ad essere importante pur rimanendo non troppo preoccupante. La mole delle frequenze non percepite inizia a farsi più grande;
- ipoacusia di tipo grave: qui le perdite uditive raggiungono gli 80 decibel di deficit; siamo di fronte alla soglia media che separa l’ udente dal non udente;
- ipoacusia totale: l’ abbassamento delle capacità uditive supera gli 85 decibel di riduzione: l’ apparato uditivo è praticamente incapace di percepire qualsiasi suono o frequenza.
Le cause che possono portare all’ ipoacusia sono molte e dipendono dal singolo individuo e dalla sua fisionomia. Solitamente questo disturbo uditivo è provocato proprio da una malformazione dell’ apparato in generale, specialmente per quanto riguarda l’ orecchio esterno. Oppure può insorgere a seguito di un’ otite curata in modo inadeguato, o ancora dalla degenerazione di un particolare tipo di herpes, detto herpes zoster (meglio noto con il nome di Fuoco di Sant’ Antonio), quando questi va a infettare l’ orecchio. Altre volte l’ ipoacusia può esser provocata dalla presenza di corpi estranei all’ interno dei condotti uditivi, o anche a seguito di un forte trauma che va a danneggiare i ricettori uditivi. Meno comune ma comunque esistente è la possibilità di contrarre l’ ipoacusia per cause congenite, quindi sin dalla nascita. Infine anche l’ invecchiamento, come prevedibile, può portare all’ usura dei vari apparati, che possono presentare delle anomalie con il passare degli anni.I trattamenti volti a combattere l’ ipoacusia variano a seconda della tipologia di disturbo uditivo che affligge il soggetto. Si può ricorrere ad un aumento della stimolazione uditiva, nei casi di ipoacusia lieve, facilitando il compito dell’ organo uditivo; si può ricorrere ad un intervento chirurgico di riparazione della zona interessata in modo specifico dal danno acustico. Nei casi più comuni di ostruzione dei canali uditivi a causa della presenza di cerume, è sufficiente rimuovere il corpp estraneo con delle tecniche specifiche che non danneggiano le pareti interne ed esterne dell’ orecchio. Una soluzione piuttosto ricorrente, specie se si parla di anziani, è l’ utilizzo di un apparecchio acustico, dotato di altoparlante e microfono, che svolge il semplice ma provvidenziale compito di aumentare l’ intensità sonora nell’ orecchio malato.