La cataratta identifica il processo di opacizzazione del cristallino, ovvero quella sezione dell’occhio che costituisce una sorta di lente naturale al suo interno. L’opacizzazione di questa lente naturale comporta un progressivo appannamento dell’organo della vista, che non riesce più a svolgere la sua attività come dovrebbe. Tutto parte dalla alterazione della normale costituzione dei tessuti del cristallino, le cui particelle, ricche di proteine, subiscono alcuni fenomeni di ossidazione che provocano proprio questa opacizzazione. Essendo il cristallino il filtro primo e principale attraverso il quale la luce trapassa la membrana oculare e raggiunge la retina è evidente l’influenza che questa lente può avere per riuscire a vedere correttamente e senza complicazioni. Infatti se il nostro occhio si trova in stato di salute, la percezione oculare e la focalizzazione sono nitide e il nostro organo visivo può inviare immagini “affidabili” al nostro sistema cerebrale; al contrario, se persiste qualche anomalia ecco che tutto il processo visivo viene manomesso e si rischia di non vedere correttamente.cataratta cristallino lente naturale foto1Entrando nello specifico possiamo analizzare etimologicamente il termine che identifica il processo stesso: la parola “cataratta” proviene dal greco antico e viene tradotto con “cascata”. L’etimologia del termine chiarisce l’attribuzione che veniva data al fenomeno dai nostri avi, i quali sostenevano che calasse un vero e proprio velo ad oscurare la vista, che restava poi davanti agli occhi in modo permanente, proprio come l’acqua che scende inarrestabile da una cascata. Tale credenza popolare è resistita nel corso dei secoli fino all’epoca moderna, dove gli sviluppi della medicina hanno potuto chiarirne le cause effettive, l’effettivo sviluppo e le conseguenze a livello visivo, fino ad arrivare alla definizione attuale.Il cristallino è un particolare tipo di lente naturale doppiamente convessa, interposta tra il corpo vitreo dell’occhio e il bulbo oculare. La sua caratteristica peculiare è la capacità di adeguare la sua morfologia in base all’insistenza dei raggi luminosi sulla nostra retina, fungendo così da regolatore naturale della messa a fuoco degli oggetti che ci circondano e che ci stanno davanti, anche in base alla distanza dell’oggetto che vogliamo visualizzare. Tutto questo processo è svolto dal cristallino grazie all’attività del suo muscolo ciliare. Nello specifico il cristallino è composto da tre parti, rispettivamente dalla più esterna alla più interna sono: il cristalloide, una capsula flessibile e morbida che ricopre l’intero cristallino; l’epitelio sottostante il cristalloide, che riveste invece la superficie interna della capsula del cristallino; e infine la parenchima, ovvero la sostanza principale che compone il cristallino in sé, divisa a sua volta in un nucleo e in uno strato corticale.Il processo di appannamento della vista prodotto dalla cataratta si sviluppa in più fasi, prevedibili nel tempo e facilmente riconoscibili: il sintomo più evidente e primo campanello d’allarme è la sensazione che i nostri occhi comincino a vedere tutto un pò annebbiato, come ci fosse una impercettibile patina a non permettere una corretta focalizzazione degli oggetti; un altro sintomo importante è l’aumento della fotosensibilità: è molto frequente l’insofferenza nei confronti delle fonti luminose che fino a quel momento non ci infastidivano, anche a partire dalle lampade di casa, dai fari delle macchine che s’incontrano per strada, dai lampioni, tutte le luci nelle quali c’imbattiamo nel nostro quotidiano.

A questi sintomi primordiali subentrano degli altri fattori decisamente più rilevanti: si comincia ad avere difficoltà nella distinzione dei colori, con fenomeni molto vicini al daltonismo; non si riesce più a mettere a fuoco gli oggetti, che appaiono sempre più sfocati e meno definiti; alcune volte può anche subentrare un sdoppiamento dell’immagine o dell’oggetto centrale rispetto al nostro punto di vista. Tutti questi elementi comportano poi delle conseguenze a livello psicofisico e possono provocare forti emicranie, cefalee, giramenti di testa, oltre che indurre ad uno stato di momentanea confusione, specie nei primi casi in cui si riscontra il problema. Nonostante la lettura di prassi di questi sintomi sia quella di una cataratta in fase di sviluppo, non sempre questi fenomeni negativi sono per forza rivelatori di questo disturbo; sicuramente riguardano un malfunzionamento del nostro sistema oculare, ma è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico di fiducia oppure ad un esperto per effettuare una diagnosi accurata ed affidabile.Se la diagnosi evidenzia la presenza effettiva di una cataratta in atto, allora il passo successivo è quello di individuarne la tipologia, per poi intervenire nel modo più opportuno. I vari tipi di cataratta si distinguono per le cause che la possono provocare; distinguiamo quindi tra:

  • cataratta post-traumatica: la cataratta si manifesta a seguito di un forte trauma, non per forza in un lasco temporale di breve durata (ma può apparire anche dopo mesi o addirittura anni)
  • cataratta legata all’età: molto spesso la causa fondante di una cataratta è strettamente connessa all’invecchiamento dell’individuo e al conseguente decadimento dello stato di salute delle varie attività psicofisiche;
  • cataratta congenita: spesso la cataratta può essere causata da un processo ereditario, specie se si manifesta fin dalla nascita;
  • cataratta di origine secondaria: questo tipo di cataratta si può manifestare in conseguenza di altre patologie piuttosto gravi che vanno ad allargare la loro sfera d’influenza oppure a seguito di cure molto invasive e prolungate nel tempo (es. il diabete)

cataratta cristallino lente naturale foto2Purtroppo, ad oggi, non esistono cure o terapie che possano sconfiggere la cataratta, l’unico rimedio veramente efficace che la può sconfiggere è l’intervento chirurgico, che garantisce quasi al 100 per 100 dei risultati ottimali. L’intervento viene indicato a seguito di un’accurata diagnosi e consiste principalmente nella rimozione del cristallino annebbiato attraverso varie tecniche, che si distinguono anche in base alla tipologia di cataratta in questione: Esiste l’intervento extracapsulare, che prevede l’asportazione della capsula e in seguito del nucleo centrale del cristallino; vi è poi l’intervento invece intracapsulare, che prevede l’asportazione completa di capsula e nucleo in contemporanea; ed infine si può ricorrere all’intervento detto facoemulsificazione, la tecnica più avanzata ed utilizzata nella medicina odierna, che prevede l’utilizzo di ultrasuoni per effettuare l’incisione. In tutte e tre le tipologie di intervento è prevista poi l’applicazione di un cristallino artificiale sostitutivo, solitamente di materiale plastico. Dopodichè il recupero della vista in toto è praticamente immediato a seguito dell’operazione.