Il disturbo post traumatico da stress rientra nella sfera dei disturbi psicologici e psichiatrici e solitamente si presenta in seguito ad un evento o un episodio che ha colpito profondamente l’individuo a livello emotivo e che lo ha coinvolto in modo scioccante poichè ha implicato un serio rischio per se stesso o per persone a lui molto vicine. Nei peggiori casi questo disturbo si presenta dopo aver assistito o esser stati coinvolti in incidenti molto gravi o situazioni che hanno portato anche alla morte di qualcuno, proprio sotto i nostri occhi. Va sottolineato il fatto che la gravità dell’episodio nel quale siamo coinvolti non è per forza direttamente proporzionale alla gravità dei disturbi che possono presentarsi in seguito a tal fatto: la dimensione psichica è un campo quanto mai vario e soggettivo, perciò non si possono stabilire delle regole fisse e prevedibili in materia.

disturbo-post-traumatico-da-stress-foto1I tempi e i modi in cui questa patologia si manifesta sono anch’essi imprevedibili e altrettanto soggettivi: possono presentarsi subito dopo lo shock, con evidenti sintomi post traumatici fin dai primissimi istanti che seguono il fatto; oppure possono sopraggiungere dopo un lungo periodo, sorprendendoci quando pensavamo di aver superato e dimenticato il ricordo dell’esperienza negativa.
I sintomi più comuni del disturbo post traumatico da stress riguardano ovviamente il fattore psicologico e psichico prima di quello fisico, più facilmente riconoscibile: possono presentarsi casi importanti d’insonnia e difficoltà nel rilassarsi mentalmente e fisiologicamente, escludendo la possibilità di un riposo sereno. Altro caso frequente colpisce la nostra capacità di concentrazione, che viene alterata e danneggiata continuamente dal ricordo dell’evento e non ci permette di ritrovare uno stato interiore di quiete; nello stesso processo rientra anche la perdita o affievolimento della sfera affettiva, con conseguente perdita e distacco da persone o cose che passano in secondo piano rispetto al più forte e dominante ricordo traumatico. Passando più allo stato prettamente fisico invece si può notare come si manifesti una costante situazione di allerta alla quale segue uno stadio di forte iperattività, con tic e tremori che possono aggravarsi se non fermati in modo corretto e tempestivo e possono dilagare in una tensione psico-fisica pressochè costante.
Le situazioni che possono concorrere con il manifestarsi persistente dei sintomi maggiori sono quelle che richiamano o in qualche modo ricordano all’individuo l’esperienza negativa: esempio più comune quello di rimettersi alla guida dopo aver assistito o aver preso parte a un grave incidente oppure il voler riprendere normalmente un’attività professionale rischiosa o che richiede concentrazione e che può in qualsiasi momento riportare alla nostra memoria ricordi ingombranti e condizionanti.Punto di partenza fondamentale per avvicinarsi ad un buon inizio di terapia è quello di provare, ovviamente con i giusti tempi e con i giusti metodi, a entrare in contatto e familiarizzare con i ricordi che riaffiorano in ogni momento di crisi da stress post traumatico. In particolare i tempi da rispettare sono veramente fondamentali perché un minimo azzardo o un tentativo di accelerare la terapia tentando di bruciare le tappe possono essere fatali e riportare il paziente al punto di partenza (se non addirittura ad un livello inferiore da cui ripartire). Per facilitare l’approccio a questa terapia molti medici suggeriscono efficaci tecniche di rilassamento indicate per un migliore controllo delle proprie crisi: esistono infatti particolari metodi di respirazione che inibiscono gli attacchi di panico e di ansia che sono i primi sintomi di questa patologia. A questo proposito possono tornare molto utili pratiche quali la respirazione guidata, oppure il training autogeno (particolare pratica che riguarda metodi di rilassamento mentale e fisico) o anche una serie di esercizi di semplice rilassamento muscolare.
Questi processi riguardano però solo una delle possibili soluzioni al problema e rientrano nella sfera delle tecniche e degli interventi psicoterapeutici e cognitivo-comportamentali.
disturbo-post-traumatico-da-stress-foto2Altro tipo di terapia potrebbe essere una pratica specifica, denominata EMDR, ovvero “Eyes Movement Desensitization and Reporcessing”, traducibile con “desensibilizzazione e riprocessamento tramite movimenti oculari”; questa tecnica si basa sulla scomposizione del ricordo negativo attraverso i movimenti oculari, attraverso i quali l’esperienza negativa, che normalmente si ripropone e rimane “impigliata” nei nostri circuiti cerebrali, viene sostituita da nuove connessioni neurali, senza cancellare o eliminare il ricordo, ma semplicemente “rimettendolo in circolo” nella nostra memoria, liberandoci da ansie e ipertensioni. Molto efficaci sono anche le soluzioni e i trattamenti di tipo farmacologico essenzialmente basate sull’impiego di antidepressivi che aiutano ad affievolire e ridurre i sintomi più invasivi legati al disturbo post traumatico da stress. Gli antidepressivi consigliati per questo tipo di trattamento rientrano nella classe degli SSRI, ovvero degli agenti atti alla riduzione del riassorbimento della serotonina: cure di questo genere puntano alla ricerca di un forte ed efficace contrasto ai sintomi di base del disturbo in questione, adibito poi alla creazione di uno stato di quiete o quantomeno di precario equilibrio (sicuramente più stabile che sotto l’influenza negativa di tensioni e ansie) dal quale partire per il riallacciamento con l’esperienza dell’evento. Una sorta di rampa di lancio dalla quale partire in modo convinto verso il superamento totale del problema.
Il periodo di tempo necessario per un recupero totale è variabile e soggettivo, proprio come la forma di disturbo, e non è certo da dimenticare il fattore della pazienza in questioni delicate come quella del disturbo post traumatico da stress: fondamentale come sempre è il rispetto delle giuste fasi di avanzamento della terapia, di qualsiasi tipo essa sia. Di media un trattamento dura dai 3 ai 5 mesi per gli individui che dimostrano una maggiore forza di volontà e presentano i risultati più precoci, sennò si può arrivare anche a 7-8 mesi di terapia. Altro fattore importante è quello di non mettere fretta al paziente ma cercare di vivere il processo di guarigione in modo sereno e comprensivo, fondamentale per non intensificare gli stati ansiosi già presenti e persistenti.
Imprescindibile infine, in particolare per il tipo di disturbo post traumatico da stress, è l’appoggio e la vicinanza delle persone, dei famigliari, degli amici, ma prima di tutto il supporto di una figura competente, che sappia con precisione e professionalità i metodi corretti per giungere alla guarigione e al superamento del trauma, assieme alla forza di volontà e all’intraprendenza del paziente: l’essenza stessa del disturbo si basa sulla difficoltà di superare e dimenticare un brutto ricordo, che si ripresenta e ci ossessiona; la cura quindi parte in primis da noi stessi e dalla nostra interiorità e capacità di trasformare un’esperienza fortemente negativa in un nuovo punto di partenza più elevato e che ci renda più forti.