L’ emetofobia è il termine tecnico con cui si indica la fobia di vomitare e la paura di non essere in grado di riuscire a respingere i propri conati di vomito. Si tratta di un disturbo legato in modo particolare agli stati d’ ansia e con la personale capacità di autocontrollo di ognuno di noi. Come tutte le fobie, anche l’ emetofobia è una malattia che trae la sua origine da un fattore mentale, che va ad influenzare in modo significativo anche l’ organismo, a livello fisico, costringendolo, nel peggiore dei casi, ad una reazione concreta e tangibile quale quella dei conati di vomito. In sostanza quindi anche l’ emetofobia può essere considerata come una tipologia molto singolare di reazione ad un attacco di panico: la causa scatenante è l’ ansia, il panico, che coglie di sorpresa il soggetto è non gli permette di controllare a pieno i propri pensieri e le proprie preoccupazioni immediate, costringendolo a diventare letteralmente schiavo di queste.L’ emetofobia può manifestarsi sin dai primissimi anni di vita, per poi esplodere in modo evidente nell’ età infantile o nella pre-adolescenza. Questo non toglie che possa insorgere dal nulla anche in età adulta, nella maggior parte dei casi in seguito a un trauma o in conseguenza di una forte delusione che può mantenersi viva nella testa del soggetto.
La problematica principale correlata a questo genere di fobie è la consapevolezza di avere un disturbo molto invasivo, che spesso porta a conseguenze eccessive e piuttosto imbarazzanti, che di frequente non permettono un’ esistenza serena e una pacifica condivisione del tempo libero con i propri cari o anche solo con gli amici. L’ impasse si cela infatti dietro questa apparente antinomia, ovvero l’ incapacità di contrastare un attacco di panico, del quale però si riconosce l’ assurdità. Questo blocco mentale diventa letale quando il soggetto che ne soffre riconosce la sua sottomissione e il suo totale condizionamento al disturbo, e si trova così costretto a dover rinunciare a varie esperienze, a viaggi, a serate in compagnia, a relazioni, anche solo per la “paura della paura”, cioè del forte timore che l’ ansia e il panico possano manifestarsi in qualsiasi momento. Ma è proprio questo atteggiamento ad alimentare il ripetersi dei casi di malessere e degli stati di preoccupazione esagerata. Disturbi simili (e in particolare l’ emetofobia) tormentano il soggetto quotidianamente, fino a diventare un pensiero fisso, per poi colpirlo di sorpresa magari nell’ unico momento di distrazione della giornata, enfatizzandone la dipendenza.
Va precisato che esistono varie gradazioni del disturbo, ed ogni soggetto reagisce a suo modo: c’ è chi è totalmente sottomesso al disturbo e chi invece riesce a controllarlo in maniera più o meno efficace, celandolo magari alle persone a lui vicine per non creare situazioni di imbarazzo, forse una delle peggiori cose da fare in questi casi.In realtà una causa fisiologica specifica dell’ emetofobia non esiste, e vi sono varie ipotesi che indicano motivazioni diverse dalle quali scaturirebbe il disturbo in questione. Una delle più plausibili pare essere quella che riguarda lo shock proveniente da un trauma passato e mai veramente dimenticato. Che sia stato vissuto durante l’ infanzia, durante l’ adolescenza oppure in età adulta è relativamente poco rilevante, ma ciò che influisce nella manifestazione di disturbi quali l’ emetofobia è l’ incapacità di superare e lasciare alle spalle i pensieri negativi che gravitano attorno a questo trauma. Molto spesso questo trauma può essere anche di lieve portata emotiva, ma risulta comunque incancellabile dalla memoria del paziente: nel caso specifico dell’ emetofobia lo shock è di frequente legato a uno stato di malessere molto forte, che ha costretto il soggetto a dolori forti e a sforzi e conati di vomito. Proprio per questa ragione il soggetto, al primo manifestarsi di un altro situazione di malessere, teme di riprovare quelle sensazioni. Ecco che scatta tutto un processo psicofisico che provoca una reazione a catena quasi inarrestabile. Da un sentore lontano e molto spesso inconsapevole, il soggetto si ritrova nel bel mezzo di un attacco di pane emetofobico. Un’ altra interessante ipotesi individua le cause dell’ emetofobia in una maniacale propensione ad avere tutto quanto sotto il proprio controllo: l’ imprevedibilità di un attacco emetofobico risulterebbe perciò uno dei peggiori incubi per le persone affette da queste tendenze e non farebbe altro che aumentare le possibilità di manifestazione di questo disturbo. Specie se si parla di un improvviso attacco di panico legato alla fobia di vomitare.Non è di certo facile trovare dei sintomi a un disturbo che fondamentalmente è frutto di uno stato mentale. A livello fisico il sintomo più forte ed evidente è la sensazione in sé provocata dall’ emetofobia. Inoltre va a anche sottolineato quanto sia soggettiva la fenomenologia dell’ emetofobia, poichè ogni persona che ne soffre, ne soffre a suo modo, con diversi sviluppi e conseguenze. Risulta molto difficile quindi individuare delle cause comuni e ricondurre il tutto a dei sintomi precisi. Possiamo individuare alcune situazioni piuttosto comuni legate all’ emetofobia:
- paura e diffidenza di fronte a cibi non conosciuti o mai provati prima, oppure a cibi più difficili da digerire rispetto alla propria dieta media;
- fobia generale verso i viaggi o le esperienze che prevedono una permanenza prolungata lontano da casa o da un luogo sicuro in cui rifugiarsi in caso di difficoltà;
- renitenza alle serate in compagnia o alle uscite di gruppo per paura di trovarsi in un’ improvvisa e imprevedibile situazione di imbarazzo;
- sofferenza per altre fobie che si manifestano in modo similare all’ emetofobia.
Il primo passo verso una soluzione del problema è senza dubbio riuscire a rivolgersi ad uno specialista: un emetofobico farà infatti molta fatica a condividere il problema con un estraneo, anzi il più delle volte fatica a condividerlo persino con le persone a lui molto vicine. Essendo un disturbo provocato principalmente dalla sfera psicologica, è proprio a partire da questa che bisogna lavorare per ottenere dei miglioramenti. Un esperto in materia infatti può suggerire delle semplici tecniche per riuscire ad allontanare, o meglio, a controllare il disturbo appena si manifesta, aiutando il paziente a comprendere le cause e le conseguenze e come gestirle: ma soprattutto facendogli capire che non deve provare imbarazzo o escludersi dal mondo per la sola paura di disturbi come l’ emetofobia, poichè son proprio questi atteggiamenti errati ad alimentare il malessere.