Fra le varie malformazioni che possono colpire il nostro corpo, quella del piede torto si manifesta molto precocemente. Già dal secondo mese nel grembo materno, infatti, è possibile notare qualche segnale significativo che indichi la presenza di questa patologia. I piedini del piccolo crescono in maniera diversa dal solito: ruotati verso l’interno. La buona notizia è che esistono diverse soluzioni per correggere questo difetto, anche se non assolutamente sottovalutato, perché il rischio che insorgano delle complicazioni è molto elevato. Non è però il caso che i genitori si allarmino in maniera eccessiva: se trattato in maniera corretta e tempestivamente, questo difetto si può arginare e il bambino può arrivare a condurre una vita del tutto normale. Prima di tutto, però, vediamo quali sono i tratti distintivi di questa patologia.Le cause scatenanti del piede torto non sono ancora del tutto chiare, anche se pare siano decisive le alterazioni genetiche che entrano in gioco fra la dodicesima e la sedicesima settimana di gravidanza. È una malformazione molto comune: alla nascita, un bambino su mille ha i piedini ruotati all’interno. Anche quando è curato nel migliore dei modi, il piede torto presenterà sempre dei piccoli segnali indicatori della patologia iniziale. Ad esempio un polpaccio può risultare leggermente più sottile dell’altro (potrofia del polpaccio). Oppure il piede si può accorciare in modo più o meno evidente (ipometria del piede); questo problema si può aggirare indossando scarpe realizzate su misura o inserendo dei compensi dentro le calzature. Anche nel caso sia una delle gambe a risultare lievemente più corta, la differenza è al massimo di un centimetro. Si tratta di ipometria della gamba, e può essere sufficiente compensare la discrepanza con un leggero rialzo all’interno delle scarpe. Possono essere riscontrate altre piccole differenze rispetto ad un piede normale, come ad esempio infossamenti a lato del piede. Nella maggior parte dei casi si tratta di differenze impercettibili, con cui è possibile convivere senza disagi troppo accentuati.Se lasciato a se stesso, il piede torto idiopatico non ha nessuna possibilità di guarire. Anzi, la situazione peggiora: le deformazioni diventano stabili e le articolazioni tendono ad irrigidirsi. La deambulazione – quando possibile – avviene sul bordo esterno o sul dorso del piede, provocando dolori. Giunti a questo punto, non è più possibile intervenire con la normale chirurgia. L’unico modo per correggere la postura dei piedi diventa l’uso dei fissatori esterni.
Ma non c’è alcun motivo perché si debba arrivare ad estremi di questo tipo, perché le cure si possono iniziare subito dopo la nascita: il metodo Ponseti, ad esempio, che dà i frutti migliori quando è applicato nei primi mesi di vita del bambino. Per questo motivo, spesso capita che i genitori siano presi dall’ansia e dalla fretta di iniziare le terapie il prima possibile; in realtà, si può iniziare il percorso fra il settimo e il decimo giorno di vita, ma anche fino al nono mese si è in tempo per ottenere buoni risultati. Per correggere la postura dei piedi vengono utilizzati dei gessi. Applicare questi gessi non è doloroso per i bambini, pesano poco e vengono cambiati spesso per non ostacolare la crescita. Il numero dei gessi da applicare varia da caso a caso, può andare dalle tre sedute fino alle nove: non esiste una regola fissa ed è inutile fare paragoni fra un bimbo e l’altro. Si effettua poi un piccolo intervento, la tenotomia del tendine di Achille (capita anche, ma è raro, che i gessi siano stati così efficaci da rendere superflua la tenotomia). Dopo questo intervento si passa alla fase successiva, ossia utilizzare dei tutori per evitare che il difetto di postura ritorni. È una precauzione necessaria: il piede torto, infatti, è soggetto al rischio di recidiva.Nella maggior parte dei casi, chi si sottopone alla cura del piede torto ha ottime possibilità di guarire. Certo, ad un occhio esperto sarà sempre possibile individuare qualche piccola differenza fra un piede di questo tipo e un altro perfettamente sano; ma in linea di massima – ossia oltre l’ottanta per cento dei casi – la terapia ha esiti molto positivi. Questo significa che di solito, quando la terapia inizia in maniera intensiva durante il primo anno di vita del paziente, i risultati sono eccellenti. Il bambino in cura riesce cioè ad andare a scuola senza difficoltà, iniziando una vita sociale allo stesso modo dei suoi coetanei, indossando scarpe normali, correndo e giocando come fanno tutti gli altri. Quando il bambino inizia a camminare, però, il percorso di cura non è finito: anzi, bisogna continuare a monitorare la situazione molto attentamente, fino alla fine del percorso di crescita. Per questa patologia, infatti, il rischio di recidiva è molto alto. Per recidiva si intende la tendenza del piede, che generalmente si manifesta fra i due e i cinque anni, di tornare nella posizione iniziale. Questo fenomeno può essere ricondotto a varie cause. Innanzitutto, alle origini del piede torto sicuramente c’è una base di trasmissione genetica, anche se non è ancora stata studiata in modo approfondito. Ciò comporta che il piede torto sia sempre portato a crescere in maniera scorretta, anche dopo le cure. Un altro rischio, purtroppo, è che la cura non sia stata svolta correttamente: con la crescita, il piede tende a riassumere le posizioni iniziali. Se poi si ha fatto affidamento al metodo Ponseti ma non si sono usati i tutori in modo corretto dopo il trattamento, il rischio che il piede torni alla patologia iniziale è elevato. Le possibili complicanze, però, non finiscono qui.
Alcuni piedi possono orientarsi nella direzione opposta, un fenomeno che viene chiamato ipercorrezione e che ha varie cause (ad esempio, un intervento chirurgico troppo aggressivo). Se i trattamenti ortopedici vengono eseguiti scorrettamente, le ossa del piede possono subire delle deformazioni. Inoltre, a causa di errori durante gli interventi, la cartilagine di crescita può essere lesionata. A volte però non si tratta di negligenza: la patologia del piede torto è ricca di potenziali complicanze, e anche cure svolte in maniera impeccabile possono presentare dei rischi.