Questo tipo particolare di paralisi si basa su un funzionamento inconsueto e “difettoso” durante la nostra abitudinaria fase di sonno e di veglia: capita quando ci troviamo a “sognare ad occhi aperti”, ma nel senso stretto della frase, ovvero quando siamo svegli ma incapaci di compiere qualsiasi tipo di movimento, sotto effetto di una paralisi appunto. Le sfumature e le conseguenze di questo strano disturbo sono ritenute dai più molto inquietanti, alcuni la definiscono addirittura una delle più brutte esperienze della loro vita.
La paralisi del sonno colpisce solitamente negli istanti di poco precedenti alla fase di sonno oppure nei momenti di poco successivi al risveglio, due situazioni in cui solitamente siamo poco coscienti, ma comunque capaci di muovere ed essere padroni del nostro corpo.
Ma i fattori che scatenano e provocano questo meccanismo sono solitamente:
- mancanza di rispetto delle ore di sonno necessarie per un corretto e adeguato di riposo, chi infatti sgarra con gli orari minimi nelle ore notturne può incorrere nel disturbo;
- riposo discontinuo o sonno irregolare: chi infatti, per vari motivi, riesce a dormire le ore dovute ma lo fa a intermittenza rischia di essere soggetto alla paralisi del sonno;
- strano ma vero è che la fascia di età più a rischio è quella che va dall’adolescenza ai 40 anni circa, a differenza di quello che si può pensare come un disturbo legato alla vecchiaia;
- fattore ereditario; secondo i recenti studi pare che subentri anche un fattore famigliare trasmissivo per i soggetti principalmente esposti a questo particolare disturbo.
Altra interessante soluzione, secondo gli studiosi, sembra essere quella di dormire di lato, in quanto le statistiche sostengono e dimostrano la tesi che dormire a pancia in su faciliterebbe il manifestarsi della paralisi ipnagogica. Per i sofferenti che non riescono a evitare la dormita supina esistono vari trucchetti per costringere il nostro corpo a voltarsi, come quello di attaccare qualcosa, qualche piccolo oggetto, sulla schiena in modo da impedirci addormentarci a pancia in su.
Ovviamente nella maggior parte dei casi quando si presenta una situazione di anomali nel nostro fisico questa è sicuramente in parte dovuta anche una condotta di vita non di certo tra le più sane. Ecco che allora può sempre contribuire ad un miglioramento e superamento del disturbo prima di tutto una corretta alimentazione: mangiare cibi poco sani o comunque pesanti a livello digestivo è sicuramente un fattore che contribuisce ad una difficile fase di riposo. Allo stesso modo condurre uno stile di vita sedentario non può certo aiutare nell’attivazione dei corretti processi ormonali, come accade nel caso specifico della paralisi del sonno, di conseguenza e consigliabile dedicarsi ad un minimo di attività fisica ogni giorno, che sia uno sport o una semplice passeggiata l’importante è sforzarsi di compiere un po’ di sano movimento.
Se comunque il problema persiste si posso chiamare in aiuto piccoli trucchetti tali da non dovere più temere un attacco paralitico simile: quando ci si trova nello stato di paralisi ad esempio, essendo l’individuo in uno stato di coscienza, si può tentare di attivare alcuni sensori fisici che ci permettono di accelerare il risveglio corporeo totale; normalmente si consiglia di provare a muovere le dita dei piedi o delle mani, che solitamente sono le prime parti del nostro corpo a riattivarsi dopo la fase REM. Secondo lo stesso principio anche tentare di muovere rapidamente gli occhi, unica parte non soggetta alla paralisi, può favorire e accelerare il processo di risveglio generale.
Ma le soluzioni che possono garantire un risultato più efficace sono due: la prima è cercare di rilassarsi respirando profondamente, una lenta e regolare respirazione infatti può favorire il rilassamento totale del nostro corpo, facilitando sia la fase di addormentamento, sia quella di risveglio; la seconda riguarda invece la possibilità di evadere mentalmente dalla situazione di stress e tensione che la paralisi può certamente provocare: il nostro fisico è momentaneamente bloccato quindi l’unica che può liberarsi e immaginare il movimento è la nostra mente, bisogna quindi cercare di attuare una sorta di trasposizione esterna al nostro corpo, le cosiddette “esperienze extracorporee”, concentrandoci su questa fantasia in modo da provare una sensazione istantanea di sollievo, alla quale sarà poi aggiunta l’effettiva ripresa di padronanza dei nostri movimenti e del nostro corpo. A tutto ciò va sicuramente aggiunto il controllo di controindicazioni nei farmaci che assumiamo quotidianamente, in quanto possono essere le uniche nocive cause che provocano questo disturbo; se si dovesse notare una corrispondenza tra l’assunzione di un determinato farmaco e la presenza di situazioni di paralisi ipnagogica, è bene ridurre la normale dose o comunque consultare il proprio medico di fiducia, altra importantissima scelta anche per curare e sentire un parere nel caso di manifestazioni del disturbo.