Questo tipo particolare di paralisi si basa su un funzionamento inconsueto e “difettoso” durante la nostra abitudinaria fase di sonno e di veglia: capita quando ci troviamo a “sognare ad occhi aperti”, ma nel senso stretto della frase, ovvero quando siamo svegli ma incapaci di compiere qualsiasi tipo di movimento, sotto effetto di una paralisi appunto. Le sfumature e le conseguenze di questo strano disturbo sono ritenute dai più molto inquietanti, alcuni la definiscono addirittura una delle più brutte esperienze della loro vita.
La paralisi del sonno colpisce solitamente negli istanti di poco precedenti alla fase di sonno oppure nei momenti di poco successivi al risveglio, due situazioni in cui solitamente siamo poco coscienti, ma comunque capaci di muovere ed essere padroni del nostro corpo.paralisi-del-sonno-foto1La paralisi del sonno è definita nello specifico come “paralisi ipnagogica” e fa parte della categoria delle cosiddette “parasonnie”. La paralisi ipnagogica rientra, nei casi più gravi, in quei disturbi che possono portare anche ad uno stadio di narcolessia, una malattia del sonno che agisce in modo frequente nell’individuo e altera le normali fasi di sonno e di veglia. Ma che fase viene alterata in modo particolare dalla paralisi del sonno? Il cosiddetto incubo cosciente viene provocato da uno scorretto passaggio verso la fase REM: la fase REM è così definita dall’acronimo Rapid Eye Movement ed indica il momento del riposo in cui avviene appunto un rapido movimento degli occhi a palpebre chiuse, indice di un’intensa attività celebrale. È in questa fase che solitamente sogniamo e siamo completamente privi di coscienza, anche se il nostro battito cardiaco e la nostra frequenza respiratoria alterano i loro ritmi e aumentano. In concreto il disturbo si manifesta quando avviene un disequilibrio tra l’addormentamento/il risveglio del nostro corpo e quello invece della nostra attività celebrale cosciente. Quando i due momenti, che solitamente si corrispondono a livello temporale, non sono invece paralleli, ecco che ci troviamo paralizzati pur avendo gli occhi aperti e pur essendo coscienti. Uno dei risvolti più inquietanti avviene quando avviene la paralisi e si ha la netta sensazione di una presenza estranea nella stanza o comunque nelle nostre vicinanze, l’impressione di vulnerabilità in questa situazione è ovviamente massima.Le cause principali rientrano tutte in un fattore che si manifesta se queste particolari cause si manifestano: in poche parole se un individuo presenta questa serie di circostanze ecco che si viene a creare la possibilità di paralisi, ovvero la possibilità che gli ormoni normalmente rilasciati prima o dopo la fase REM, subiscano un rilascio anticipato o un effetto prolungato che provoca il rilassamento muscolare anche nel breve lasco di tempo in cui siamo coscienti. Questa è la causa fisiologica principale tramite cui avviene la paralisi del sonno.
Ma i fattori che scatenano e provocano questo meccanismo sono solitamente:

  • mancanza di rispetto delle ore di sonno necessarie per un corretto e adeguato di riposo, chi infatti sgarra con gli orari minimi nelle ore notturne può incorrere nel disturbo;
  • riposo discontinuo o sonno irregolare: chi infatti, per vari motivi, riesce a dormire le ore dovute ma lo fa a intermittenza rischia di essere soggetto alla paralisi del sonno;
  • strano ma vero è che la fascia di età più a rischio è quella che va dall’adolescenza ai 40 anni circa, a differenza di quello che si può pensare come un disturbo legato alla vecchiaia;
  • fattore ereditario; secondo i recenti studi pare che subentri anche un fattore famigliare trasmissivo per i soggetti principalmente esposti a questo particolare disturbo.

paralisi-del-sonno-foto2Un primo banale ma efficace rimedio è sicuramente quello di cercare di regolarizzare le proprie ore di sonno quotidiano. Sembra una cosa da poco, o facilmente realizzabile, ma in realtà sono poche le persone che in percentuale rispettano le necessarie ed effettive ore di riposo indispensabili per l’organismo: e oltre ad evitare la paralisi del sonno, con questo metodo, si possono prevenire molti altri tipi di fastidiosi disturbi e malattie, avendo un fisico sempre riposato e dalle difese immunitarie più attive.
Altra interessante soluzione, secondo gli studiosi, sembra essere quella di dormire di lato, in quanto le statistiche sostengono e dimostrano la tesi che dormire a pancia in su faciliterebbe il manifestarsi della paralisi ipnagogica. Per i sofferenti che non riescono a evitare la dormita supina esistono vari trucchetti per costringere il nostro corpo a voltarsi, come quello di attaccare qualcosa, qualche piccolo oggetto, sulla schiena in modo da impedirci addormentarci a pancia in su.
Ovviamente nella maggior parte dei casi quando si presenta una situazione di anomali nel nostro fisico questa è sicuramente in parte dovuta anche una condotta di vita non di certo tra le più sane. Ecco che allora può sempre contribuire ad un miglioramento e superamento del disturbo prima di tutto una corretta alimentazione: mangiare cibi poco sani o comunque pesanti a livello digestivo è sicuramente un fattore che contribuisce ad una difficile fase di riposo. Allo stesso modo condurre uno stile di vita sedentario non può certo aiutare nell’attivazione dei corretti processi ormonali, come accade nel caso specifico della paralisi del sonno, di conseguenza e consigliabile dedicarsi ad un minimo di attività fisica ogni giorno, che sia uno sport o una semplice passeggiata l’importante è sforzarsi di compiere un po’ di sano movimento.
Se comunque il problema persiste si posso chiamare in aiuto piccoli trucchetti tali da non dovere più temere un attacco paralitico simile: quando ci si trova nello stato di paralisi ad esempio, essendo l’individuo in uno stato di coscienza, si può tentare di attivare alcuni sensori fisici che ci permettono di accelerare il risveglio corporeo totale; normalmente si consiglia di provare a muovere le dita dei piedi o delle mani, che solitamente sono le prime parti del nostro corpo a riattivarsi dopo la fase REM. Secondo lo stesso principio anche tentare di muovere rapidamente gli occhi, unica parte non soggetta alla paralisi, può favorire e accelerare il processo di risveglio generale.
Ma le soluzioni che possono garantire un risultato più efficace sono due: la prima è cercare di rilassarsi respirando profondamente, una lenta e regolare respirazione infatti può favorire il rilassamento totale del nostro corpo, facilitando sia la fase di addormentamento, sia quella di risveglio; la seconda riguarda invece la possibilità di evadere mentalmente dalla situazione di stress e tensione che la paralisi può certamente provocare: il nostro fisico è momentaneamente bloccato quindi l’unica che può liberarsi e immaginare il movimento è la nostra mente, bisogna quindi cercare di attuare una sorta di trasposizione esterna al nostro corpo, le cosiddette “esperienze extracorporee”, concentrandoci su questa fantasia in modo da provare una sensazione istantanea di sollievo, alla quale sarà poi aggiunta l’effettiva ripresa di padronanza dei nostri movimenti e del nostro corpo. A tutto ciò va sicuramente aggiunto il controllo di controindicazioni nei farmaci che assumiamo quotidianamente, in quanto possono essere le uniche nocive cause che provocano questo disturbo; se si dovesse notare una corrispondenza tra l’assunzione di un determinato farmaco e la presenza di situazioni di paralisi ipnagogica, è bene ridurre la normale dose o comunque consultare il proprio medico di fiducia, altra importantissima scelta anche per curare e sentire un parere nel caso di manifestazioni del disturbo.