Nulla di strano nell’arrossire quando si parla in pubblico o nell’imbarazzarsi quando si ha a che fare con degli estranei. Fa parte del carattere delle persone: alcune sono espansive, altre più timide e riservate. Fino a qui non si presentano gravi problemi, eccezion fatta per il fisiologico imbarazzo che certe situazioni portano con sé. Si tratta però di un disagio limitato e passeggero, che non danneggia la qualità della vita. In caso di fobia sociale, invece, gli effetti negativi possono avere delle ripercussioni anche gravi sull’andamento delle proprie giornate. Ne abbiamo già discusso in questo articolo, andando ad analizzare quali sono le situazioni più comuni che comporta questo tipo di ansia, ora cerchiamo di definire come viene trattata.fobia sociale sintomi foto1Chiamata anche ansia sociale o sociofobia, la fobia sociale è qualcosa di molto diverso dalla normale timidezza. Confondere queste due situazioni è pericoloso, perché la sociofobia può compromettere seriamente le normali attività quotidiane di chi ne soffre. L’uomo è essenzialmente un animale sociale, e molto spesso il successo di una persona affonda le sue radici nella capacità di tessere relazioni interpersonali piacevoli, durature e stabili. L’incapacità di relazionarsi con gli altri è un grave limite in moltissimi ambiti: lavoro, vita sentimentale, scuola e amicizia.

La fobia sociale è essenzialmente la profonda paura di doversi mostrare agli altri e di essere quindi esposti al loro giudizio. Ovviamente vi è un’altra paura sottointesa, ossia quella di non avere gli strumenti necessari per dare un’impressione positiva. Colpire positivamente gli altri è fondamentale per chi soffre di questo disturbo, ma purtroppo a questo si unisce la convinzione di non potercela fare. Come risultato la persona sociofobica tende ad evitare tutte quelle situazioni che prevedono il contatto e l’interazione con gli altri; se proprio è obbligata a sottoporvisi, tali situazioni saranno causa di profondo disagio. La fobia sociale si divide in due macro categorie, ossia una forma più lieve e l’altra più grave. In quella più leggera la paura si manifesta solo in specifiche situazioni, ad esempio parlare di fronte ad un gruppo di persone. In quella più estrema, invece, la fobia è molto estesa e coinvolge praticamente tutte le situazioni che prevedono un contatto con il pubblico. Diventa così un grosso problema anche svolgere delle azioni che sono normalissime per una persona che conduce una vita attiva: mangiare insieme ad altri, andare a una festa, fare un colloquio di lavoro o viaggiare in treno.Imbattersi in un episodio di fobia sociale nell’arco della propria vita non è poi così raro: succede a circa il tredici per cento della popolazione. Perché possa venire diagnosticata una forma reale e persistente di ansia, però, è necessario che siano presenti dei sintomi ben precisi.

La fobia sociale si manifesta nelle persone di sesso maschile più frequentemente che in quelle di sesso femminile: gli uomini hanno infatti più probabilità di sviluppare una patologia di questo tipo, oltre che di essere portatori di una personalità evitante.

Le prime avvisaglie di questo fenomeno di presentano durante la preadolescenza e l’adolescenza, cioè nei periodi in cui solitamente di affrontano i primi contatti autonomi con l’esterno. Alcuni sostengono che i primi segnali si possono registrare già nel corso dell’infanzia: la profonda paura di essere giudicati, la difficoltà nelle relazioni con i coetanei che dovrebbero invece essere spontanee e fonte di divertimento. Crescendo è possibile che queste paure irrisolte si strutturino, si aggravino e portino alla fobia sociale vera e propria.

In questo caso l’ansia si presenta quando è possibile essere giudicati, anche in situazioni semplici, come quando ci si presenta o si beve e mangia davanti agli altri. Si ha poi paura di avere delle reazioni di ansia e di imbarazzo che saranno per forza di cose giudicate da chi guarda in maniera negativa, e questo è fonte di ulteriore angoscia. Inoltre l’idea di dover affrontare il contatto con gli altri basta, da sola, a gettare il soggetto in uno stato di panico. Quindi si evita di trovarsi in situazioni del genere, o le si sopporta con molta fatica se si è obbligati. Una delle spie più significative per capire se l’ansia è veramente indicatore di fobia sociale è misurare la sua durata ed intensità. La paura è infatti molto maggiore di quanto sia ragionevole, ossia è del tutto sproporzionata rispetto alla reale portata e difficoltà del problema da affrontare. Inoltre dura nel tempo: persiste per sei mesi o anche più a lungo. Non è quindi una situazione passeggera, che svanisce da sé. Durando a lungo, invece, provoca dei disagi reali e tangibili in moltissime situazioni determinanti per la vita di un individuo. I sintomi principali sono l’eccessiva sudorazione, l’arrossamento della cute, contrazioni dei muscoli, tremori, mal di stomaco e aumento del battito cardiaco.fobia sociale sintomi foto2Uscire da questa situazione è possibile. La psicoterapia cognitivo – comportamentale, efficace in moltissimi casi di ansia, funziona anche con la fobia sociale. Essa agisce su due fronti: da un lato punta ad eliminare tutti quei pensieri negativi e disfunzionali che stanno alla base dell’ansia stessa, dall’altro lato insegna dei trucchi facili e immediati per cavarsela nelle situazioni pratiche che incutono timore. Tipici esempi negativi che vanno eliminati sono la convinzione di essere perennemente osservati dagli altri, o che qualsiasi sbaglio porti alle critiche di chi guarda. Gli esercizi pratici invece aiutano a gestire l’ansia – per esempio attraverso degli esercizi di rilassamento -, o a padroneggiare una discussione. La terapia può avvenire sia singolarmente che in gruppo. La cura attraverso i farmaci non è molto utilizzata, ma esiste e fa uso soprattutto di antidepressivi e benzodiazepine. Iniziare ad assumere farmaci di questo tipo non sempre è la soluzione migliore, sia perché si può incorrere nella dipendenza provocata dal loro utilizzo sia perché il problema si ripresenta in modo analogo una volta che si sospende il loro uso. Anzi, è probabile che si presentino delle difficoltà proprio quando si smette di assumerli. In ogni caso, senza un percorso psicoterapeutico le sole medicine sono inutili. Le varie fasi della terapia hanno lo scopo di rendere l’ansia via via più gestibile, insegnando ad affrontare le situazioni critiche in modo sempre più sereno. Lentamente l’individuo potrà riavvicinarsi a dei settori fondamentali della sua vita, come il lavoro.