La disposofobia è un disturbo psicologico che si traduce nell’ incapacità dei soggetti che ne soffrono di separarsi o buttare via gli oggetti che gli appartengono. Una persona con la disposofobia prova angoscia al solo pensiero di sbarazzarsi di un qualsiasi oggetto, con un conseguente accumulo eccessivo di ogni cosa, indipendentemente dal valore effettivo. Tutto questo ammucchiamento spesso crea ambienti di vita così stretti che le case possono essere riempite fino all’ eccesso, con solo stretti corridoi che si diramano attraverso pile e pile di disordine. Contenitori, lavandini, stufe, tavoli, scale e praticamente tutte le altre superfici utili vengono solitamente occupati dal disordine. E quando non c’è più spazio disponibile all’ interno, il disordine può diffondersi nel garage, nei veicoli, nel cortile e su qualsiasi altro luogo. L’ accumulo ossessivo può variare da lieve a grave. In alcuni casi, la disposofobia potrebbe non comportare evidenti effetti sulla vita di tutti i giorni, mentre in altri casi influisce in modo importante sulla quotidianità di un individuo. Le persone affette da disposofobia in genere non lo percepiscono come un problema, il che rende davvero difficoltoso intraprendere un qualsiasi forma di cura.disposofobia cosa e cause foto1Raccogliere e conservare un numero eccessivo di oggetti, un graduale aumento del livello di disordine negli spazi abitativi e la difficoltà a separarsi dalle cose sono di solito i primi sintomi e segnali della disposofobia, che spesso compare durante nel periodo tra l’ adolescenza fino ai primi anni dell’ età adulta.

Quando poi l’ individuo cresce, in genere comincia ad acquisire cose per le quali non esiste un bisogno immediato. Per questo in età adulta, i sintomi sono spesso gravi e possono essere più difficili da trattare.

I problemi con l’ accumulo graduale si sviluppano nel tempo e tendono ad essere tenuti nascosti dai soggetti che li riscontrano, ciò significa che quando il disturbo viene riconosciuto anche dalle persone che sono vicine ad un disposofobico spesso si accorgono del disordine quando oramai è già in uno stato avanzato.

Nello specifico, i sintomi della disposofobia possono includere:

  • Acquisizione ossessiva di oggetti che non sono necessari o per i quali non c’è spazio;
  • Persistente difficoltà a lasciare o separarsi dai propri averi, indipendentemente dal valore effettivo;
  • Sentire la necessità di salvare questi oggetti o rimanere sconvolti al solo pensiero di scartarli;
  • Accumulo di disordine fino al punto in cui le stanze diventano inutilizzabili;
  • Avere tendenza all’ indecisione, al perfezionismo, all’ evasione ed alla procrastinazione dei problemi di pianificazione ed organizzazione.

L’ eccessiva acquisizione ed il rifiuto a separarsi dai propri averi si traduce in:

  • Accumuli disorganizzati o pile di oggetti, come giornali, abiti, documenti, libri o valori affettivi;
  • Montagne di disordine che rendono invivibili gli spazi domestici ed impediscono il corretto utilizzo delle stanze, come ad esempio non essere in grado di cucinare in cucina o di farsi una doccia in bagno.
  • Accumulo di cibo o di rifiuti decomponibili a livelli insolitamente eccessivi e poco igienici;
  • Incapacità o problemi significativi nella cura di sé stessi e di altri in casa propria;
  • Conflitto e scontro con coloro che cercano di ridurre o rimuovere il disordine dalla casa;
  • Difficoltà nell’ organizzare gli oggetti, perdendo talvolta importanti elementi nel disordine.

Andando invece ad analizzare le motivazioni che spingono gli individui affetti da disposofobia a conservare qualsiasi cosa, si è notato che questo tipo di comportamento avviene perché:

  • Credono che questi oggetti siano unici o che saranno necessari ad un certo momento in futuro;
  • Gli oggetti hanno un significato emotivo, che serve come un ricordo di tempi più felici o che rappresenta persone amate od animali domestici;
  • Si sentono più sicuri quando sono circondati dalle cose che hanno “salvato”;
  • Non vogliono sprecare nulla.

È importante anche sottolineare il fatto che la disposofobia non deve essere confusa con collezionismo. Le persone che mantengono collezioni infatti, come i francobolli od i modellini di auto, cercano deliberatamente elementi specifici, li categorizzano e li conservano con cura nelle loro collezioni. Anche se alcune di queste collezioni possono essere davvero grandi, di solito non sono ingombranti e soprattutto non causano i disturbi ed i disagi tipici della disposofobia.disposofobia cosa e cause foto2Non è ancora stato definito cosa possa provocare la disposofobia. I fattori genetici, il funzionamento del cervello e gli eventi stressanti della vita sono tra i candidati come possibili cause.

La disposofobia di solito inizia a palesarsi intorno agli 11 – 15 anni e tende ad aggravarsi con l’ avanzare dell’ età. Questo disturbo infatti è più comune negli adulti più anziani che negli adolescenti più giovani.

Passando ad i fattori di rischio, questi includono:

  • Personalità. Molte persone che soffrono di disposofobia hanno un carattere molto indeciso;
  • Storia familiare. Solitamente c’è una maggiore probabilità di ricontrare il disturbo se qualcuno all’ interno della famiglia ne è già vittima;
  • Eventi di vita stressanti. Alcune persone sviluppano la disposofobia dopo aver sperimentato un evento di vita stressante al quale hanno avuto difficoltà a far fronte, come ad esempio la morte di una persona cara, il divorzio, lo sfratto o la perdita di beni in un incendio.