La luce è una componente fondamentale della vita di tutti i giorni, anche se spesso non ce ne accorgiamo e tendiamo a non rifletterci su. La luce è essenziale per la natura, determina la nostra visione del mondo e i ritmi delle nostre giornate. L’avvento della luce elettrica è stata una tappa fondamentale per l’uomo, ma quel che non tutti sanno è che la luce può essere usata anche a scopi curativi. In questo caso si parla di fototerapia, una tecnica che utilizza sia la luce naturale che quella artificiale per ottenere effetti benefici su mente e corpo.
Di solito le sedute avvengono nelle prime ore del mattino, cioè il momento in cui sono più efficaci, e hanno una durata variabile a seconda di quale patologia si sta curando. Fondamentali sono la costanza e il monitoraggio dei progressi raggiunti da parte di un medico.Questa terapia può essere applicata, con ottimi risultati, in diversi casi. Uno dei campi dove viene largamente utilizzata è la cura della pelle, come aiuto alla dermatologia. Viene anche usata per combattere i disturbi psichici, o le alterazioni del ritmo sonno – veglia (ad esempio chi lavora anche di notte a causa dei turni, chi non riesce a dormire oppure ha difficoltà a superare il jet lag).
Per quanto riguarda il benessere della cute, ad esempio, la luce viene utilizzata anche per contrastare l’ittero neonatale. L’uso della fototerapia per curare l’ittero nei neonati ha un’origine curiosa. È stata un’infermiera, nel 1956, a notare che i piccoli ricoverati guarivano più in fretta se il loro lettino era collocato vicino alle finestre. L’ittero non è altro che la colorazione giallastra che assumono la pelle e gli occhi quando, nel sangue, la bilirubina raggiunge livelli troppo elevati. La luce ha appunto la proprietà di ridurre il livello di bilirubina, modificandone l’assetto e rendendola eliminabile in modo naturale da urine e bile. Partendo da questo presupposto sono nate delle cure che utilizzano la luce artificiale per guarire l’ittero neonatale. In un primo momento è stata adoperata la luce bianca, in seguito quella blu. Quest’ultima però è talmente forte da disturbare il personale, causando disagi, e l’apparecchiatura dev’essere coperta con un panno scuro. Il neonato si trova così impossibilitato ad osservare l’ambiente esterno, il che è un inconveniente non da poco. Per questi motivi, negli ultimi tempi si stanno provando ad utilizzare delle lampade a luce verde: sono meno invasive e i risultati sono quasi uguali.
Un altro caso in cui la fototerapia viene applicata con successo è la cura della psoriasi, cioè un’infiammazione della pelle, oltre che dell’acne, dell’eczema e della vitiligine. Inoltre, esporsi in modo prolungato alla luce stimola l’attivazione della vitamina D: ecco perché questa terapia viene utilizzata anche per prevenire malattie come il rachitismo.
Va però considerato che sottoporsi a cure di questo tipo è molto impegnativo, sia a livello di tempo che sul piano economico. Bisogna infatti recarsi in ospedale di mattina presto, due o tre volte alla settimana, per circa tre mesi. Spesso i pazienti la giudicano una tecnica poco pratica, soprattutto perché non esistono alternative a domicilio. Succede così che qualcuno opti per i solarium, senza considerare che non può essere una soluzione paragonabile ad una terapia: la luce utilizzata è completamente diversa, e può fare danni anziché aiutare.