Lo pterigio è un disturbo che si manifesta sulla superficie dell’occhio quando la congiuntiva cresce in modo anomalo e va ad invadere parte della cornea. Lo pterigio si presenta come una macchia di colore bianco/giallo formata da un insieme di tessuti fibrosi e fibrovascolari, e molto spesso anche di vasi sanguigni. Queste varie componenti vanno a creare una sorta di membrana che assume nel tempo la riconoscibile forma a triangolo, peculiare proprio del disturbo dello pterigio. Il rischio che si corre quando si manifesta lo pterigio è quello dell’occlusione parziale della visione, anche fino all’astigmatismo. L’origine del disturbo sembra essere all’interno della congiuntiva nasale, ma le cause che portano allo sviluppo di questo corpo estraneo sono ancora da chiarire. Alcune ipotesi piuttosto attendibili e verificate dimostrano che le cause possono essere un’esposizione eccessiva del bulbo oculare alla luce solare o l’attraversamento di uno stato di secchezza e disidratazione oculare.
Vediamo nel dettaglio come si presenta la fenomenologia dello pterigio.Prima di addentrarci nell’analisi approfondita dello pterigio andiamo a scoprire quali sono le parti dell’occhio “toccate” da questa malattia.
La congiuntiva: In anatomia la congiuntiva è una mucosa molto sottile, quasi invisibile, che ricopre tutte le pareti all’interno delle palpebre e la superficie esterna del bulbo oculare. Il suo nome deriva proprio dalla sua funzione di collegamento tre le due parti dell’occhio. La congiuntiva presenta una grande quantità di minuscole ghiandole lagrimali: quando si forma uno pterigio, quindi quando l’occhio si trova in uno stato di eccessiva secchezza, è probabile che l’estensione anomale della congiuntiva sia mossa da un riflesso difensivo del nostro organismo, volto a proteggere la membrana oculare e a idratare le zone più a rischio.
La cornea: La cornea è una membrana, apparentemente invisibile, di forma convessa. È situata nella sezione più esterna del bulbo oculare, dove funge da lente per eccellenza del nostro sistema oculare. La sua funzione è favorita dall’assenza di vasi sanguigni sulla sua superficie esterna, che si presenta quindi come una membrana completamente trasparente e nitida. Nel complesso la cornea è composta da ben cinque strati strutturali, l’uno adiacente all’altro, e sono dall’interno verso l’esterno: l’endotelio, la membrana elastica posteriore o membrana di Descemet, lo stroma o sostanza propria o parenchima corneale, la lamina elastica anteriore o membrana limitante anteriore o anche lamina di Bowman e l’epitelio corneale.Come accennato nei paragrafi precedenti le cause che possono portare alla formazione dello pterigio non sono ancora del tutto chiare ed evidenti. Ma si sono comunque registrate, nel corso degli anni, delle situazioni in cui la formazione dello pterigio si è manifestata più facilmente e con più frequenza rispetto ad altre. Normalmente infatti influiscono molto sui mutamenti della superficie oculare alcuni agenti atmosferici, come i raggi UV e il vento. Infatti i raggi ultravioletti, o anche i raggi infrarossi, tipici della luce solare, sono tra i primi fattori che provocano una situazione di secchezza sulle pareti esterne dell’occhio. Proprio a causa di questi fattori “naturali”, che vanno a colpire i soggetti che passano molto tempo all’aria aperta e quindi in totale esposizione a queste intemperie, si nota un sensibile riscontro del disturbo soprattutto in pescatori, alpinisti, muratori, contadini. Insomma in tutti coloro che svolgono un’attività professionale che prevede una costante esposizione alla luce solare o all’azione del vento, specie se non adeguatamente protetti o attrezzati per attività del genere. A queste situazioni atmosferiche subentrano poi le azioni del fumo, che può derivare dal semplice vizio delle sigarette, ancor più efficace se si fuma in luogo chiuso e se si è fumatori accaniti, all’esposizione a questa sostanza tipica di alcune professioni. Infine anche l’insonnia e l’assenza di riposo per il sistema oculare pare poter essere un fattore negativo quando si parla di pterigio.
Va ricordato anche che lo pterigio si sviluppa con più facilità nei soggetti che presentano già delle irritazioni a livello oculare, o comunque che soffrono di disturbi simili, specie sulla parete del bulbo oculare: in questi casi accade spesso che si vada a creare la membrana dello pterigio anche come semplice conseguenza degenerativa di un altro disturbo.
Visto che le cause non sembrano ancora del tutto chiare, si può dare un’occhiata all’incidenza di questo disturbo, anche se non strettamente correlata alla sua eziologia, prestando attenzione alle persone che presentano caratteristiche più soggette all’azione dello pterigio.
L’incidenza della malattia inoltre sembra essere più alta a seconda di alcuni fattori geografici o anche etnici: infatti sembra che si riscontri più frequentemente nelle zone equatoriali con un clima molto caldo (basti pensare alla forte presenza di raggi UV e infrarossi di queste aree); inoltre sembrano essere più colpite alcune popolazioni piuttosto di altre, come quella asiatica, africana, afroamericana e alcuni popoli del Sudamerica.
Per quanto riguarda le fasce d’età più colpite, invece, si può notare una maggior incidenza nei neonati e bambini fino ai 5 anni di età, oppure nei soggetti che vanno dai 40 ai 50 anni circa. Il sesso maschile pare soffrire in maniera maggiore il disturbo dello pterigio rispetto alla realtà femminile.Nella maggior parte dei casi i sintomi dello pterigio si manifestano in modo graduale e piuttosto riconoscibili. I sintomi più frequenti e diffusi sono la sensazione di secchezza del bulbo oculare, la sensazione di bruciore, l’arrossamento della zona circostante la cornea o l’occhio in generale, una lacrimazione eccessiva, la sensazione di prurito costante. Quando i primi sintomi non sono così evidenti ecco che può subentrare anche qualche lieve difficoltà nella normale attività della vista, unita a una situazione di appannamento.Purtroppo non esistono trattamenti medici che possano eliminare lo pterigio senza ricorrere all’intervento chirurgico. Infatti esistono solo alcuni medicinali che ne possono limitare l’azione dannosa e controllarne i sintomi, senza però eliminare la presenza dello pterigio. L’unica possibilità per guarire completamente è perciò quella dell’intervento chirurgico: questo avviene tramite l’asportazione del corpo estraneo dello pterigio e la sua sostituzione attraverso una parte di congiuntiva sana. Una volta effettuato l’intervento, il recupero prevede dei trattamenti a base di collirio e pomate.