Si è sempre un po’ in soggezione nel momento in cui i nostri occhi vengono sottoposti ad una visita. Strane luci, lettere assurdamente piccole o troppo grandi, misteriosi apparecchi in grado di stabilire con precisione la qualità della vista. L’oculista ci spiega quindi se i nostri occhi funzionano a dovere oppure no; nel caso ci sia qualche problema, spesso ci limitiamo a seguire le sue indicazioni senza preoccuparci di informarci sulla natura del disturbo. Questo accade perché la cura degli occhi è una scienza complessa, tanto da risultare quasi incomprensibile per chi non è del settore. Sarebbe opportuno invece acquisire delle conoscenze basilari, per comprendere – eventualmente – di cosa si soffre. L’ astigmatismo è una delle patologie dell’occhio meno conosciute; sapere di cosa si tratta, invece, aiuta ad avere maggiore consapevolezza. È possibile, soprattutto nei bambini, accorgersi presto della presenza di questo disturbo, intervenendo così in maniera tempestiva. Vediamo più da vicino le caratteristiche di questo difetto visivo.L’ astigmatismo è un disturbo della vista che, a causa della malformazione della superficie della cornea o di una scorretta conformazione interna del bulbo oculare, determina una visione non ottimale. Nello specifico, il soggetto che ne soffre ha difficoltà a mettere a fuoco in maniera corretta. Il mondo, agli occhi di un astigmatico, non è nitido: i contorni sono sfuocati, a volte addirittura sdoppiati. Si rende dunque necessario correggere questo difetto. Un certo livello di astigmatismo è fisiologico, e non è necessario curarlo se non si presentano particolari fastidi. A volte succede semplicemente che la pressione esercitata dalle palpebre sulla cornea provochi una leggera alterazione di quest’ultima. Il problema sorge quando il diottro oculare è attraversato da raggi che, invece di concentrarsi tutti in un unico punto, formano invece una conoide di Sturm. È detta anche “punto di confusione”, perché i raggi non sono volti in un’unica direzione, provocando così una visione poco nitida e sfuocata. Ecco spiegato perché gli astigmatici fanno molta fatica a mettere a fuoco gli oggetti.
Questo disturbo visivo può venire classificato in molti modi, a seconda delle varianti e delle caratteristiche che assume. Possiamo pensare di descriverlo in base agli elementi anatomici che coinvolge: in questo caso sarà corneale o interno. Corneale quando è provocato da un’insolita curvatura della cornea, interno o lenticolare quando è provato da alterazioni interne all’occhio (ad esempio il cristallino). Si può poi prendere come riferimento l’orientamento del meridiano corneale: in questo caso si distingue fra astigmatismo secondo regola o diretto (il più diffuso), contro regola o indiretto, obliquo.
Può inoltre essere miopico (semplice o composto), ipermetropico (semplice o composto), misto. Questa differenziazione dipende dalla posizione dei due fuochi rispetto la retina.
Le diottrie sono il metro di misura della gravità della patologia. Da 0 a 1 diottrie l’ astigmatismo è debole o lieve, da 1 a 2 diottrie è medio, mentre si definisce forte o elevato quando supera le 2 diottrie.L’ astigmatismo si presenta presto, ed è quindi possibile diagnosticarlo già nei primi anni d’età. Spesso sono le maestre della scuola materna a segnalare ai genitori la necessità di una visita oculistica: il bambino, non mettendo bene a fuoco, ha difficoltà a colorare all’interno dei bordi. Accorgendosene, si può prenotare una visita oculistica intervenendo così in maniera tempestiva.
Parlando invece di adulti, è comune il mal di testa e la sensazione che gli occhi siano affaticati. Questo succede dopo la lettura, dopo essere stati al computer e in generale dopo aver svolto compiti che prevedano un impegno visivo. Da una certa misura – o da tutte le distanze – chi soffre di questo disturbo vede in maniera poco nitida e sfuocata. Vi sorprendete spesso a strizzare gli occhi? Allora forse è il caso di fare un controllo.
L’ astigmatismo è generalmente ereditario, quindi basta fare qualche ricerca nel proprio albero genealogico per capire se esistono dei precedenti in famiglia. L’ereditarietà non è però l’unico fattore scatenante, perché il problema potrebbe anche derivare da un trauma all’occhio che ne ha alterato la conformazione.Fortunatamente esistono varie soluzioni per correggere questo difetto visivo; chi ne soffre ha l’opportunità di scegliere la cura che meglio si adatta alle sue esigenze.
Alcune volte, però, non si riesce a curare con le normali procedure. Bisogna fare attenzione: esiste una malattia ben più grave, chiamata cheratocono, che è degenerativa e provoca la deformazione della cornea. Il rischio, nella fase iniziale, è che la patologia venga scambiata per miopia associata ad astigmatismo, e che venga quindi curata come tale. È necessario invece usare delle lenti a contatto speciali oppure ricorrere ad un intervento chirurgico; nei casi più gravi si effettua il trapianto di cornea.
Esclusa la presenza del cheratocono, ci sono diverse possibilità di migliorare la propria vista quando si soffre di questo disturbo. Da notare che non è sempre stato così: essendo la miopia molto più diffusa, solo verso la fine degli anni Novanta le soluzioni per gli astigmatici sono aumentate. Si possono così utilizzare gli occhiali, le lenti a contatto o la chirurgia laser. Oltre ai passi in avanti fatti dalla chirurgia laser negli ultimi anni, in grado di intervenire in maniera permanente sul difetto della vista, anche le lenti a contatto per astigmatici sono molto migliorate. Per evitare che la lente ruotasse, scombinando l’asse di vista e quindi risultando inutile, una volta non si prescrivevano lenti morbide agli astigmatici. Le lenti dure non si muovevano e la vista ne traeva beneficio, ma erano difficili e scomode da indossare. Oggi invece esistono le lenti toriche, ossia dotate di maggior spessore verso la base: questo impedisce che ruotino nell’occhio, alterando la visione. Queste lenti sono caratterizzate da delle impercettibili linee disegnate, che indicano il verso corretto per indossarle, rendendone così l’applicazione molto più semplice. È inoltre possibile scegliere fra lenti a contatto giornaliere o mensili.
Insomma, curare l’ astigmatismo è semplice: basta recarsi dall’oculista, che con una serie di esami specifici si renderà conto della presenza o meno della patologia e proporrà una serie di soluzioni. L’importante è scegliere quella più vicina alle proprie esigenze e preferenze, in modo da convivere con questo difetto visivo nel modo più sereno possibile, senza che intralci la quotidianità.