Sintomi e trattamento di questo disturbo depressivo
La Distimia è un disturbo depressivo, caratterizzato dal suo carattere lieve (meno invalidante della depressione maggiore) ma più cronicizzato, è per questa ragione che può essere chiamato anche Disturbo Depressivo Persistente. Si può parlare di questo disturbo se i suoi sintomi durano da almeno due anni, e si presentano quasi ogni giorno (per bambini ed adolescenti si fa invece conto di un anno).
Il disturbo può colpire sia persone giovani, che individui più adulti, ma la fascia d’età più interessata è quella tra i 18 e i 45 anni.
È caratterizzato soprattutto da bassa autostima e da incapacità di gioire della vita di tutti i giorni. Potrebbe essere scambiato semplicemente come un forte malumore prolungato, o come un tratto caratteriale (a causa della persistenza di alcuni sintomi), per questa ragione la diagnosi arriva spesso molto tardi, rispetto all’insorgere della malattia.
Fino al 2013 la distimia veniva trattata come un disturbo dell’umore disassociato dalla depressione, attualmente, a causa della concomitanza della maggior parte dei sintomi, viene considerata come un disturbo depressivo.
A livello statistico, la distimia colpisce più frequentemente il genere femminile (quasi il doppio rispetto agli uomini).
SINTOMI DELLA DISTIMIA
Oltre alla presenza di uno stato depressivo per un periodo uguale o superiore ai due anni, gli altri principali sintomi sono:
- Insonnia o ipersonnia;
- Bassa autostima, insicurezza;
- Difficoltà nel prendere le decisioni o difficoltà di concentrazione;
- Astenia;
- Sconforto/disperazione;
- Scarso appetito o iperfagia.
Esistono varie forme ed intensità di questo disturbo, nei casi più lievi le persone provano uno stato depressivo leggero ma costante, che però non invalida le loro attività quotidiane, mentre nei casi più intensi anche queste attività risultano difficoltose da compiere.
Per pensare di soffrire di questo disturbo, anche in forma lieve è comunque necessario che vengano soddisfatti almeno due dei sintomi sopraccitati.
Come gli altri disturbi depressivi anche per la distimia è presente una diminuzione di interesse per le attività quotidiane, unita a sentimenti di tristezza, apatia e rabbia. La persona è portata a compiangere la sua situazione, a causa della bassa autostima, generando anche frequenti crisi di pianto.
Il disturbo spesso si protrae per molto tempo, con intensità non particolarmente elevata, non è perciò sempre facile arrivare ad una diagnosi: possono perciò passare molti anni dall’insorgere della malattia alla sua individuazione.
Si ha un esordio precoce della malattia se i suoi sintomi si verificano prima dei 21 anni, mentre si tratta di esordio tardivo se insorge dopo questa età.
A questo disturbo ne possiamo trovare altri di associati: ansia, depressione maggiore, disturbi alimentari, abuso di sostanze e disturbi di personalità (ossessivo-compulsiva, evitante o dipendente).
CAUSE
Le cause della distimia non sono ben definite, ma si può parlare di particolari fattori di rischio:
- Biologici: alcune aree del cervello delle persone che soffrono di distimia tendono a reagire in maniera più pesante a certi stimoli che provengono dall’esterno, facendo percepire le situazioni più gravi di quelle che sono nella realtà. Non esistono ancora studi a sufficienza capaci di analizzare in maniera più specifica la situazione.
- Genetici: è più comune che la distimia si verifichi in quei soggetti che hanno familiari affetti dallo stesso disturbo o da uno similare.
- Ambientali: è comune che il disturbo distimico si manifesti in concomitanza di alcuni accadimenti traumatici della vita del paziente (morte di una persona cara), oppure di eventi molto stressanti (perdita del lavoro, problemi economici). La persona che soffre di distimia potrebbe inoltre dipendere troppo dagli altri e dal loro giudizio, questo stato mentale è in grado di influire sul disturbo.
Questi fattori di rischio sono simili a quelli del Disturbo Depressivo Maggiore.
CURARE LA DISTIMIA
La distimia si tratta soprattutto con un approccio psicoterapeutico (terapia cognitivo-comportamentale), nel caso non risultasse efficace lo specialista può valutare la possibilità di ricorrere a farmaci antidepressivi.
Nei casi più leggeri potrebbe essere sufficiente solamente la terapia cognitivo-comportamentale, mentre in casi più intensi si rivela spesso necessario anche il trattamento con i farmaci, sempre in combinazione alla psicoterapia.
A volte, per la diagnosi del disturbo, vengono fatti esami del sangue (per verificare i livelli di vitamina D) ed esami della tiroide.
La terapia aiuta il paziente a fronteggiare le situazioni che risultano per lui problematiche, gli insegna il metodo più efficace per affrontare i vari ambienti, come potrebbe ad esempio essere quello lavorativo, e aiuta a ridurre i sentimenti negativi. Durante la terapia vengono perciò discussi i pensieri disfunzionali, cercando di sostituirli con pensieri e atteggiamenti più consoni e funzionali. È inoltre comune lavorare anche sulle relazioni interpersonali del paziente, in modo da ridurre il suo ritiro e il bisogno di solitudine, andando a migliorare i rapporti amicali o lavorativi. Con la terapia si cerca perciò di sbarazzarsi dei circoli viziosi che fanno ricadere negli stessi pensieri e abitudini.
In combinazione alla terapia e al trattamento farmacologico il paziente può trovare beneficio anche in attività come l’agopuntura, lo yoga, la musicoterapia o arteterapia e la meditazione.
Se non trattata, la distimia potrebbe portare ad altri disturbi, tra questi troviamo la depressione maggiore, l’abuso di sostanze, l’isolamento sociale, l’ansia e i disturbi alimentari. A volte la distimia potrebbe presentarsi anche in combinazione con la depressione maggiore, prendendo perciò il nome di Depressione Doppia.
Naturalmente, se è successo un evento drammatico, è normale che lo stato d’animo della persona sia triste o disperato, se però questo sentimento si protrae nel tempo (per almeno due anni) e va a influire negativamente nella vita di tutti i giorni, è allora opportuno rivolgersi ad uno specialista.