La detartrasi è un’operazione dentistica che prevede la rimozione del tartaro depositato sui nostri denti. Questo genere di operazione è nota anche con la locuzione di “ablazione del tartaro”, infatti il termine ablazione sottolinea ed enfatizza l’attività di asportazione del tartaro che si viene ad accumulare sulle pareti dentali esterne. Viene riconosciuta come una delle pratiche più diffuse per quanto riguarda il campo dell’igiene orale, in quanto ognuno di noi (chi più, chi meno) per quanto si prenda cura della propria bocca e dei propri denti, a lungo andare presenta dei depositi di tartaro che vanno rimossi. Nonostante sia una delle pratiche igieniche più diffuse, visto che va a limitare un problema che riguarda un pò tutti noi, la detartrasi è tutto sommato un’operazione poco invasiva e poco dolorosa, che un qualsiasi esperto igienista può effettuare in pochi minuti, con un’attività di rimozione del tutto meccanica. Vediamone i dettagli e conosciamo meglio la detartrasi.La detartrasi identifica, allargandone un pò il significato specifico, tutto il lavoro di igiene orale che periodicamente ognuno di noi dovrebbe (sottolineiamo il “dovrebbe”) svolgere. Infatti per quanto una persona stia attenta e curi la propria igiene orale ogni giorno per più volte al giorno, vi sono altri mille fattori che possono intervenire e compromettere la salute della nostra bocca. Per cominciare si può parlare degli strumenti quotidiani ai quali affidiamo la nostra pulizia orale personale, come lo spazzolino e il filo interdentale ad esempio. Anche se cerchiamo di rispettare le istruzioni di dentisti ed esperti nella maggior parte dei casi non è possibile mantenere una bocca sana in tutti i suoi aspetti con le sole nostre forze. Infatti, nonostante ognuno di noi si lavi i denti per almeno tre volte al giorno e passi quotidianamente il filo interdentale, alcune zone e alcune cavità orali risulteranno irraggiungibili sempre e comunque, almeno con i nostri umili mezzi quotidiani. In aree come quelle sotto la gengiva oppure negli spazi più nascosti tra dente e dente è necessario l’intervento di strumenti specifici, che svolgano un’azione mirata. Ed è proprio in queste circostanze che subentra e si fa sentire l’importanza di una periodica igiene orale e di un’ablazione del tartaro.L’intera operazione della detartrasi mira ad eliminare tartaro e placca che con il tempo si accumula sui nostri denti. Ma cosa sono di preciso placca e tartaro? La placca si costituisce quando si viene a formare un agglomerato di batteri e germi, particolarmente coesi tra loro e perciò difficile da rimuovere, in quanto aderiscono alle pareti dentali e si compattano con esse. Ciò che più di tutto favorisce la coesione e l’aggregazione di questi batteri è la presenza di zuccheri, assunti quotidianamente dal nostro organismo sono tra i primi alimenti che questi batteri e germi devono assumere per sopravvivere. Anche il tartaro può essere definito come un aggregato di germi e batteri, anzi è proprio la stessa placca accumulata una delle sue componenti principali. A differenza di quest’ultima però si compone anche di altre sostanze quali sodio e calcio, a volte anche di fosforo e di altri minerali e sali. Il tartaro, proprio per la sua composizione eterogenea, può essere considerato ad un livello superiore rispetto alla placca, che rappresenterebbe uno stadio avanzato di poca igiene, segnale importante per capire che è il momento di un’igiene orale e di una detartrasi.Nello specifico della detartrasi l’operazione si compone di varie fasi che il dentista segue meticolosamente e rigorosamente:
- il primo step è rappresentato dalla asportazione del tartaro e della placca più superficiale, quella che si accumula negli spazi fra i denti e nella parte più esterna dell’attaccatura del dente; questa prima rimozione avviene tramite strumenti meccanici che possono essere composti di vari tipi di metalli appuntiti e affilati, composti con il fine di frammentare ed erodere l’impacco di placca, eliminando i batteri che lo compongono;
- il secondo passaggio è rappresentato da una seconda fase di asportazione, più approfondita e precisa, mirata a rimuovere manualmente tutti i residui sfuggiti al primo controllo;
- la terza fase prevede l’applicazione di una sostanza piuttosto densa su tutti i denti: questa specie di pasta semisolida ha la funzione di “lucidare” i denti, ripassandoli definitivamente e impedendo che vi siano ulteriori resti di carattere batterico; inoltre questa pasta ha la capacità di rimuovere le famose macchie dentali di colore più scuro rispetto al bianco consueto tipico di una dentatura sana;
- con il quarto punto si passa all’applicazione di fluoro sulle pareti esterne del dente, questo per rendere il dente più forte e più protetto, soprattutto in superficie, dove funge da aiutante nell’attività protettrice dello smalto dentale;
- infine si passa al risciacquo della bocca e al controllo finale, dove l’igienista ripassa con uno speciale specchietto tutta la dentatura, dente per dente, alla ricerca di zone eventualmente trascurate o che necessitano un ripasso;
- alcuni pazienti possono avvertire un’eccessiva sensibilità dentale post igiene: in tal caso si può applicare un’ ulteriore pasta rinforzante, tipica di chi soffre di ipersensibilità e di debolezza sulla superficie dello smalto dentale;
Da non trascurare assolutamente è la fase successiva all’igiene dentale e alla detartrasi: infatti perché l’effetto di questa semplice operazione si prolunghi nel tempo è necessario un costante impegno anche nell’igiene quotidiana. I consigli più comuni dati dai dentisti sono:
- lavare i denti almeno 3 volte al giorno, dopo ogni pasto;
- utilizzare, se e quando possibile, lo spazzolino elettrico;
- cercare di utilizzare il più possibile il filo interdentale, possibilmente una volta al giorno;
- spazzolare i denti in senso orario e con un colpo secco dal basso verso l’alto e verso l’esterno, in modo da rimuovere i batteri e impedire che si spostino semplicemente da un’area all’altra della bocca;
- utilizzare il collutorio non come unico strumento di pulizia dentale, ma in seguito al lavaggio con lo spazzolino e il dentifricio;
- alternare l’utilizzo di dentifrici più aggressivi ad altri con effetto più delicato ma che non vanno a corrodere lo smalto esterno del dente;
Se si seguono questi semplici consigli si può prolungare la salute orale fino alla prossima igiene orale, prevenendo il rischio che si manifestino carie o accumuli eccessivi di tartaro e placca.