Con il termine xantelasma s’identifica un deposito anomalo di colesterolo o di grasso che può insorgere all’altezza delle palpebre. Di solito questo accumulo di grasso è di colore giallastro/rosa scuro e rappresenta un elemento piuttosto antiestetico e fastidioso alla vista, anche se, va detto, non risulta né nocivo per l’organismo, né doloroso al tatto. Si può ricondurre l’origine dello xantelasma alla più grande famiglia dello “xantoma”, ovvero la patologia che comprende tutte le manifestazioni visibili di accumulo di grasso, o colesterolo, al di sotto della cute. Lo xantelasma rappresenta forse il caso più frequente di xantoma, in quanto appare non di rado una volta superati i 40/50 anni: può stupire il fatto che, nonostante si tratti di un accumulo di colesterolo concentrato in un particolare punto del nostro corpo, non sia per forza collegato a un livello di colesterolo particolarmente alto, fermo restando che non avere a norma i valori di questo composto organico non è mai un dato positivo.
Il termine ha una provenienza etimologica di matrice greca: è composta da due parole, xanthos che significa colore giallo, e elasma che vuol dire invece assottigliato, piatto. I due termini ben definiscono perciò l’aspetto peculiare dello xantelasma.La famiglia degli xantomi è costituita da tutte quelle formazioni nodulose che si depositano sotto la pelle in alcune zone del nostro corpo. Possono essere facilmente individuate anche a occhio nudo, in quanto hanno un colore giallastro piuttosto caratteristico e compongono delle zone di accumulo ben definite. La composizione di questi depositi è formata principalmente da macrofagi, cellule immunitarie e grassi. Ma perché questi composti organici normalmente presenti all’interno del nostro organismo vanno ad accumularsi in queste zone e non svolgono le loro consuete funzioni? Ciò sembra esser dovuto ad alcune alterazioni nel regolare metabolismo dei lipidi (dei grassi), molto probabilmente in seguito a qualche malattia che interferisce in modo anomalo sui valori di questi composti.
Uno xantoma si sviluppa solitamente nelle zone di ripiegamento della pelle, nelle aree in cui questa esercita una pressione o uno sfregamento su sé stessa: quindi ascelle, glutei, la parte posteriore del ginocchio.I sintomi più riconoscibili per capire se si è affetti da xantelasma sono senza dubbio le formazioni sottocutanee. Infatti queste piccole escrescenze sono piuttosto evidenti e caratteristiche di questo disturbo della pelle: si differenziano da altre sintomatologie cutanee che prevedono invece dei rossori, dei rigonfiamenti o dei foruncoli contenenti pus o simili. Queste formazioni sono di colore giallastro e possono variare la loro dimensione a seconda dell’intensità dell’infezione. Nella maggior parte dei casi non superano i 50 mm di diametro, ma risultano ugualmente evidenti a causa del loro colorito e del loro contorno ben definito.
Tutta la sintomatologia riguardante lo sviluppo dello xantelasma è nella stragrande maggioranze dei casi latente è difficile da decifrare. Difatti una volta che compaiono le macchia gialle è già tardi per prevenire la loro crescita.Gli xantelasmi possono manifestarsi con la stessa probabilità in entrambi i sessi, indipendentemente dalla etnia. Anche se si può notare una certa sensibilità maggiore verso questo fenomeno per il sesso femminile. Ciò che sembra invece influire in modo importante è il fattore dell’età, infatti è molto raro per un bambino o per un adolescente essere soggetto a xantelasmi o xantomi. Mentre per gli adulti, una volta superata la soglia dei 45 anni circa (ovviamente si parla di un numero puramente arbitrario e indicativo) è più alto il numero dei soggetti affetti dal fenomeno. Il fattore più influente rimane comunque quello del livello di colesterolo e dei grassi nel sangue: coloro che presentano dei livelli di lipidi particolarmente alti sono notevolmente più soggetti a contrarre disturbi cutanei come lo xantelasma. Anche se, lo sottolineiamo nuovamente, si tratta di una condizione necessaria, ma non imprescindibile perché si formi il disturbo.
In seconda analisi, tra le cause che provocano lo sviluppo di queste escrescenze, si possono annoverare anche molti “effetti collaterali” di alcune malattie. Infatti gli esperti associano diversi casi di xantelasma a patologie come le cirrosi (epatica e biliare), la pancreatite, all’ipotiroidismo, alle dislipidemie, ai calcoli renali o alla cistifellea, al diabete. In rari casi gli xantelasmi possono apparire anche in conseguenza di un tumore.La prima mossa che ogni medico compie di fronte ad un caso di xantelasma è quella di sottoporre il paziente ad un controllo del livello di colesterolo presente nel sangue. Nel caso sia palese una alterazione dei valori di colesterolo nel sangue il primo consiglio per il soggetto sarà quello di sottoporsi ad una dieta particolare, povera di lipidi e grassi. I seguenti trattamenti subentrano nel caso gli xantelasmi non vengano sconfitti con una semplice dieta mirata: se la loro presenza persiste possono essere indicati alcuni farmaci specifici, di solito da prendere per via orale. Se neanche l’utilizzo di farmaci risulta sufficiente è necessario passare agli interventi concreti di chirurgia o micro-chirurgia. Da sottolineare il fatto che lo xantelasma è assolutamente innocuo per l’organismo e di conseguenza ogni intervento sarà finalizzato a una riparazione estetica della zona interessata. Questi trattamenti possono essere: il congelamento dello xantelasma attraverso l’utilizzo di azoto sotto forma liquida; l’asportazione chirurgica vera e propria, con l’utilizzo di laser appositi; l’asportazione chirurgica attraverso l’utilizzo di un particolare tipo di ago, definito ago elettrico. In alcuni casi si può agire anche con la rimozione del deposito noduloso tramite l’applicazione di una particolare sostanza, l’acido acetico. Purtroppo in diversi casi possono essere necessarie più sedute, nessuna delle quali può essere garante al 100% del successo dell’intervento. Gli xantelasmi infatti presentano una formazione che si può rigenerare anche una volta eliminata, poiché alimentata dalla presenza di altre patologie, delle quali gli xantelasmi rappresentano semplicemente un effetto collaterale. Alcuni studi degli ultimi anni del ‘900 hanno provato a sottolineare la possibile influenza positiva della vitamina B12. Anche in questa circostanza però la vitamina non sembra essere un elemento sempre efficace, proprio a causa della parziale ignoranza che ancora persiste a monte di questo disturbo cutaneo.