La cura degli occhi è un argomento molto importante, perché sono una componente essenziale e delicatissima del corpo umano. Alcuni difetti della vista si possono curare abbastanza facilmente se si utilizzano i mezzi giusti, come occhiali o lenti a contatto. Altre patologie, invece, sono più rare e gravi. Una di queste è il cheratocono, una malattia degenerativa che colpisce la cornea e che può produrre danni molto gravi all’occhio. È importante conoscerne sintomi e caratteristiche, in modo da poter intervenire in maniera tempestiva in caso si pensi di soffrirne. Il cheratocono è una di quelle malattie per cui la diagnosi precoce è un’arma formidabile, che permette di limitare in maniera significativa i danni. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.cheratocono infiammazione cornea cause foto1Il cheratocono è una deformazione centrale conica della cornea, cioè il tessuto curvo e trasparente nella parte anteriore dell’occhio. Se colpita da questa patologia, la cornea tende ad assottigliarsi fino ad assumere una forma conica. È una malattia rara e degenerativa, che colpisce con maggiore frequenza le donne. Si tratta di una patologia abbastanza rara: su 230.000 persone, ne viene colpito un numero che oscilla fra cinquanta e cento. Si manifesta soprattutto su soggetti molto giovani, tra gli otto e i trent’anni. Quasi sempre, nell’ottantacinque per cento dei casi, vengono colpiti entrambi gli occhi. Non si è ancora arrivati a stabilire quale sia la causa della sua insorgenza, ma nel dieci per cento dei casi è presente il fattore ereditario. Nella stessa famiglia si presenta a macchia di leopardo. Certo è che si manifesta di solito in giovane età, ed è quindi fortemente invalidante. I pazienti, essendo giovani, hanno di solito hanno davanti a sé molti anni di vita. Non c’è modo di guarire dalla malattia, solo di tenerla a bada. Ne derivano visite, controlli specialistici, diverse terapie e tentativi di cura che incidono pesantemente sulla vita del paziente. I ragazzi giovani o in fase di crescita che soffrono di cheratocono non possono che risentirne, anche a livello psicologico: la prospettiva sono anni di cure, e c’è l’eventualità di dover ricorrere al trapianto della cornea. Se la malattia procede al punto di perforarla, infatti, non c’è altra soluzione.Essenziale è la diagnosi precoce, così come in molti altri ambiti. Recarsi dall’oculista regolarmente, specie durante la crescita, è un ottimo modo per accorgersi per tempo di eventuali disturbi alla vista. Le tappe d’obbligo sono i tre, i sei e i dodici anni, ma in generale è buona norma effettuare una visita rigorosa non appena ci si accorge di vedere in modo diverso o peggiore del solito. Spesso il cheratocono, nella sua fare iniziale, viene scambiato per una semplice miopia associata ad astigmatismo. Succede così che il paziente venga curato in modo diverso da come dovrebbe, magari utilizzando lenti e occhiali normali. Questa eventualità è molto pericolosa, perché in questo modo il cheratocono ha il tempo di continuare ad avanzare apportando danni ingenti all’occhio. I sintomi della presenza della malattia sono tutti legati alla qualità della vista; il malato cioè si rende conto che la qualità delle immagini che vede va progressivamente diminuendo. La vista è annebbiata, distorta, i contorni vanno via via perdendo nitidezza. Inoltre si manifestano degli aloni notturni e frequente sfregamento degli occhi. Recandosi da un professionista preparato, non appena si nota qualcosa che non va si procede ad una visita più approfondita. Oggi gli oculisti hanno a disposizione strumenti molto sofisticati e precisi, che premettono di stabilire senza ombra di dubbio se la cornea è soggetta a deformazioni. La diagnosi avviene utilizzando dei topografi corneali a scansione, che sono in grado di misurare lo spessore della cornea in ogni suo punto. Inoltre tracciano la morfologia corneale sia della faccia anteriore sia di quella posteriore. In questo modo è possibile seguire lo sviluppo della malattia nel dettaglio, e confrontare gli sviluppi nel corso del tempo. Il rischio che si corre quando è affetti da cheratocono è che la malattia sia diagnosticata troppo tardi. Se le si dà il tempo di diffondersi, infatti, si possono formare delle micro cicatrici che danneggiano la vista. La cornea si opacizza e si assottiglia sempre di più, e può anche arrivare a perforarsi. A questo punto non si perde più “solo” la qualità della vista, ma la stessa integrità dell’occhio. I danni possono essere tali da rendere necessario il trapianto di cornea.cheratocono infiammazione cornea cause foto2Prima della cura dovrebbe esserci la prevenzione. Se il laboratorio oculistico dove ci si reca per la visita è dotato di un topografo corneale, e l’operatore è preparato, allora si può avere una diagnosi precoce. Quando la malattia manifesta i primi segni si può giocare d’anticipo, ed evitare che provochi seri danni. Se invece si interviene quando il cheratocono è già avanzato, allora l’unica cosa che si può fare è evitare che la malattia progredisca ancora di più. Non esiste un’unica terapia, ma ci sono una serie di cure che, combinate, possono portare a dei risultati positivi. Una delle terapie più efficaci e accreditate è il cross linking corneale trans epiteliale mediante iontoforesi. Si tratta di una cura priva di dolore, e rispetto ad alcuni anni fa il metodo ora si è perfezionato e ha ridotto i tempi di applicazione. Il cross linking è molto usato per la cura del cheratocono; l’idea è di far assorbire riboflavina o vitamina B2 all’interno dei tessuti oculari, utilizzando per cinque minuti corrente elettrica a basso voltaggio. L’uso della corrente elettrica in una cura medica non è usuale, ma fa sì che il farmaco penetri all’interno della cornea in maniera efficace. I tessuti assorbono in maniera più rapida ed efficace la cura grazie alla iontoforesi e all’uso della corrente. I tempi si sono ridotti al punto che bastano cinque minuti. Successivamente c’è la fase di irraggiamento della cornea, utilizzando raggi ultravioletti per nove minuti. Questi elementi combinati fanno sì che la cornea sia stimolata a produrre nuovo collagene, non più affetto dalla malattia, bensì sano. L’intervento avviene negli studi oculistici, non ha controindicazioni, è ripetibile e può essere somministrato anche ai bambini.