Il Pap Test

Che cos'è e a cosa serve?

Il pap test è un esame citologico che và ad indagare sulla presenza o meno di alterazioni a livello del collo dell’utero; si tratta inoltre di un test di screening, che viene cioè effettuato in donne sane, la cui funzione principale è quella di individuare le donne a rischio di sviluppare il tumore del collo dell’utero; può inoltre dare informazioni sulla presenza di infezioni micotiche, batteriche o virali. Il nome deriva dal medico che lo inventò, Georgios Papanicolau, nel 1940.

DA COSA È PROVOCATO IL TUMORE DEL COLLO DELL’UTERO?

pap test foto1

Georgios Papanicolaou

Dagli anni Ottanta è stato dimostrato che il tumore del collo dell’utero deriva da un’infezione persistente da Papilloma virus umano (HPV), quindi l’origine e di tipo virale infettiva. L’infezione da HPV è un evento molto frequente nella vita di una donna e regredisce spontaneamente nella grande maggioranza dei casi. Della piccola percentuale di donne in cui l’infezione diventa persistente, soltanto una parte sviluppa le lesioni che precedono il cancro invasivo. Il processo tumorale è in genere lento; può impiegare fino a 20 anni. Un tempo sufficientemente lungo da consentire alle donne che si sottopongono regolarmente al pap test di interrompere lo sviluppo del tumore fin dagli stadi iniziali. L’introduzione del Pap Test ha diminuito la mortalità per questa neoplasia perché il test è in grado di identificare non solo i tumori quando sono ancora piccoli e quindi guaribili, ma anche e soprattutto le lesioni benigne (CIN, L-SIL) che possono trasformarsi col tempo in tumore maligno. Con le nuove conoscenze chi non è portatore del virus ha un rischio bassissimo di sviluppare queste lesioni.

QUALI SONO LE CONDIZIONI E COME VIENE ESEGUITO IL PAP TEST?

Nelle donne in età fertile il prelievo delle cellule del collo dell’ utero deve essere effettuato almeno 5 giorni dopo la fine delle mestruazioni e 5 giorni prima dell’inizio presunto della mestruazione successiva. Nei 5 giorni precedente il prelievo non devono essere usate creme vaginali, ovuli, candelette, non devono essere fatte lavande e irrigazioni interne vaginale e non deve essere usato il diaframma (con la relativa crema spermicida). Devono inoltre essere evitati i rapporti sessuali nei 2 giorni antecedenti l’esame. Le eventuali esplorazioni endovaginali devono essere eseguite dopo il prelievo per evitare i sanguinamenti.  Il prelievo può essere eseguito anche a inizio della gravidanza perché non presenta controindicazioni. Nelle donne in menopausa il prelievo può essere eseguito in qualsiasi momento.
L’esecuzione invece richiede pochi minuti, al massimo 5. E’ molto veloce e indolore. Viene eseguito da un ginecologo o da un’ostetrica. Prima di effettuare il pap test vengono fatte alla donna alcune domande: quando è stato l’ultimo ciclo mestruale, se ha avuto gravidanze o aborti, quando ha fatto il precedente pap test con il rispettivo esito, se vengono assunti farmaci particolari… queste domande sono utili per interpretare al meglio l’esame. Poi la paziente viene fatta accomodare sul lettino ginecologico in posizione comoda e con la vescica vuota. Deve essere disponibile una buona fonte di illuminazione per visualizzare correttamente il collo dell’utero. Dopodichè bisogna:

  • Introdurre lo spaculum non lubrificato in vagina ed aprirlo solo quando è completamente inserito in vagina
  • Manovrarlo dolcemente fino a visualizzare il collo dell’utero
  • Fissare lo spaculum

Una volta che il ginecologo o l’ostetrica hanno visualizzato tramite lo speculum il collo dell’utero vengono eseguiti 2 prelievi. Uno viene eseguito con la spatola di Ayre che serve a prelevare le cellule della parte più esterna del collo dell’ utero (esocervice); l’altro prelievo viene eseguito facendo ruotare di 360 gradi il cytobrush nell’endocervice (parte più interna del collo uterino). Dopodichè la paziente può rivestirsi. Il materiale ottenuto con i due prelievi deve essere strisciato su due zone dello stesso vetrino e poi viene fissato con una soluzione apposita, in alternativa il materiale può essere immerso in una soluzione “acquosa”; il Thin Prep.

Cosa fare se il pap test è positivo?

Nel caso di pap test negativo si può stare tranquille, se invece il test risulta positivo o dubbio non bisogna allarmarsi e farsi prendere dal panico; nella maggior parte dei casi di pap test positivo non si tratta di un tumore ma di una lesione precancerosa che può essere eliminata con un semplice intervento ambulatoriale. Bisogna contattare il proprio ginecologo di fiducia il quale leggerà il referto del pap test e deciderà cosa fare. gli esami indicati nel caso di pap test positivo sono la visita ginecologica e la colposcopia.

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PROGRAMMA DI SCREENING IN ITALIA

pap test foto2In Italia è attivo un programma di screening del tumore del collo dell’ utero che prevede l’esecuzione di un pap test gratuito ogni tre anni in donne di età compresa tra il 25 e i 64 anni. Non è indicato eseguire il pap test prima dei 25 anni. Le infezioni da Papillomavirus sono infatti più frequenti nelle fasce di età più giovani, ma nella quasi totalità dei casi regrediscono spontaneamente. Allo stesso modo, per una donna che risulti negativa al pap test a 65 anni, si può escludere questo tumore anche per gli anni futuri, visti i tempi di sviluppo molto lenti. Va comunque ricordato che è sempre bene eseguire un pap test, anche prima dei 25 anni di età in presenza di fattori di rischio quali:

  • Inizio precoce dell’attività sessuale;
  • Partner sessuali multipli;
  • Giovane età della prima gravidanza ed elevato numero di parti;
  • Condizioni di immunodepressione, come ad esempio trapianti, dialisi, chemioterapia e/o radioterapia o infezione da HIV;
  • Fumo di sigaretta, con frequenza di 20-40 sigarette al giorno.

COME LEGGERE I RISULTATI DEL PAP TEST?

Nel referto del pap test troveremo scritte una di queste sigle, il loro significato è riportato in questa tabella:

RISULTATO

SIGNIFICATO

NEGATIVONon c’è lesione tumorale
LSILLesione squamosa intraepiteliale di basso grado, comprendente HPV/dispalsia lieve, CIN 1
HSILLesione squamosa intraepiteliale di alto grado, comprendente carcinoma in situ, CIN 2, CIN 3
AISCellule ghiandolari sospette per adenocarcinoma in situ del collo dell’utero
ASC-USCellule squamose atipiche, non ulteriormente classificabili
ASC HCellule squamose atipiche, non si esclude una hsil
CARCINOMACellule di carcinoma squamoso
AGCCellule ghiandolari atipiche, specificando se sono di origine endometriale, endocervicali, o non altamente specificate

Ricordiamo che il pap test è un esame fondamentale per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e quindi è sempre bene sottoporsi al test ogni 2/3 anni.

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  • Maria Viero

    Esauriente e completa la spiegazione di questo argomento.

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