Caratteristiche e Proprietà Benefiche di una pianta molto famosa

Il pungitopo (nome botanico: Ruscus aculeatos) appartiene alla famiglia delle Asparagaceae e si tratta di un arbusto sempreverde, piuttosto basso, famoso per le sue bacche rosse grazie alle quali viene utilizzato spesso come decorazione natalizia, soprattutto per creare centrotavola, ceste, e altri addobbi; grazie alle bacche rosse molto decorative è poi adatto anche ai giardini nel periodo invernale.
Il suo nome, “pungitopo”, deriva appunto dall’uso che ne veniva fatto in passato, quando era impiegato nelle cantine per tenere lontani i topi dalle provviste.
In passato i semi di questa pianta venivano utilizzati anche come sostituti dei chicchi di caffè, oggi invece il pungitopo trova impiego sia nella medicina non tradizionale, grazie alle sue numerose proprietà, ma può essere utilizzato anche in cucina, dove si è soliti preparare ricette con i suoi germogli.
Nel linguaggio dei fiori il pungitopo viene associato alla fortuna e dagli antichi era usato come talismano, anche perché si dice che sia capace di portare prosperità e gioia.
Questa pianta è una specie protetta in molte zone d’Italia, per questa ragione è opportuno assicurarsi che non lo sia prima di raccoglierla, altrimenti si potrebbe incorrere in multe molto salate.

CARATTERISTICHE E CURA

Il pungitopo è una pianta sempreverde, di forma cespugliosa, piuttosto bassa (la sua altezza varia dai 30 agli 80 cm); ne esistono circa quattrocento specie.
Le foglie del pungitopo in realtà sono rami, che però hanno assunto la funzione di foglie, infatti si presentano molto rigide, appiattite, di colore verde scuro, e il bordo è pungente (troviamo delle piccole spine). In primavera questa pianta fiorisce, con dei piccoli fiori verdi, ma è in inverno che fa i frutti: si tratta delle famose bacche rosse sferiche, piuttosto grosse (quasi come ciliegie), che contengono uno o due semi.
È una pianta che si trova solitamente nel sottobosco delle pinete e delle leccete, cresce soprattutto nella zona mediterranea, ma la troviamo anche in altri paesi del continente europeo, come la Svizzera e l’Irlanda, e in Asia.
È una pianta molto resistente al freddo, è anche per questa ragione che trova grande impiego durante le feste natalizie; per crescere preferisce le zone piuttosto umide e ombreggiate, il terreno deve però essere molto drenante.
Questa pianta può essere coltivata anche in vaso, in questo caso è necessario innaffiarla abbastanza frequentemente, soprattutto d’estate, il terreno però deve risultare umido ma non totalmente bagnato, evitando i ristagni d’acqua che potrebbero far marcire le radici; per quanto riguarda invece la concimazione, è preferibile effettuarla in primavera.
Talvolta questa pianta viene confusa con l’agrifoglio ma, nonostante la somiglianza, sono piante molto diverse tra loro. La principale differenza riguarda l’altezza: l’agrifoglio può svilupparsi fino a raggiungere i 10 metri.

PROPRIETÀ BENEFICHE

Questa pianta non ha solo funzione decorativa e non è usata solo a scopo ornamentale, ma viene utilizzata anche per i suoi numerosi benefici. Tra le proprietà del pungitopo troviamo:

  • Proprietà diuretica: grazie alla quale viene impiegata nei casi di ritenzione idrica e aiuta anche a combattere la cellulite e i calcoli renali (in quest’ultimo caso come forma preventiva);
  • È molto utile contro le emorroidi, soprattutto quelle croniche, è infatti un importante vasocostrittore;
  • Aiuta a contrastare le flebiti: grazie alla presenza del flavonoide rutoside è molto utilizzata per la salute delle vene, ha infatti proprietà di tonico, aumentando la resistenza dei capillari. È perciò molto utile contro le flebiti, le varici e la pesantezza delle gambe;
  • Ha proprietà antinfiammatorie;
  • È una pianta antireumatica: è capace di curare i reumatismi lievi, e aiuta inoltre a combattere i dolori articolari;
  • È impiegata nella cura della gotta.

 

UTILIZZO NELLA FITOTERAPIA

I principi attivi di questa pianta sono costituiti soprattutto da flavonoidi, tra cui quello più presente è il rutoside, proprio quest’ultimo è il maggior responsabile delle sue proprietà benefiche per i capillari, è infatti uno dei più potenti vasocostrittori che si conosca. Il rutoside viene spesso associato alla vitamina P, responsabile della resistenza delle pareti dei capillari. Questa pianta è poi ricca di sali minerali (potassio e calcio), proteine, tannini, polifenoli e fitosteroli (responsabili delle sue proprietà diuretiche).
Tutti questi principi attivi sono concentrati soprattutto nelle radici e nelle foglie; le radici, in particolare, vanno raccolte in autunno o prima dell’inizio della primavera, vanno pulite dalla terra, tagliate e fatte essiccare al sole.
I metodi di somministrazione del pungitopo sono vari, ma il più impiegato risulta essere il decotto (utilizzato soprattutto contro le emorroidi, le flebiti, le varici e per la sua azione antinfiammatoria).
Ma lo troviamo impiegato anche sotto forma di:

  • Tisana di radici (anche macerate): utilizzato soprattutto per combattere ritenzione idrica, cistiti e calcoli renali. Utilizzare 50 grammi di radici macerate ogni 500 ml d’acqua, aggiungere le radici all’acqua bollente e lasciare riposare per 10 minuti circa, prima di consumare la tisana è necessario filtrarla. Se ne possono assumere due tazze al giorno;
  • Estratto secco: viene impiegato nell’igiene intima, ma anche in alcuni trattamenti per combattere la cellulite e per dare sollievo a pelli sensibili o infiammate;
  • Crema: da utilizzare per il trattamento dei disturbi dei vasi sanguigni, in particolare per contrastare le emorroidi;
  • Tintura madre, granuli o gocce orali: questa pianta viene utilizzata anche nell’omeopatia, per curare soprattutto i disturbi legati alla circolazione.

Per le gambe gonfie, ma anche per le emorroidi, il pungitopo può essere utilizzato per fare lavaggi, pediluvi o impacchi, principalmente utilizzando il decotto.

Fin dal medioevo il pungitopo veniva utilizzato come cura in quella che veniva chiamata “Composizione delle cinque radici”, un rimedio dalle proprietà benefiche che si otteneva con l’insieme della radice di questa pianta, del sedano, del finocchio, dell’asparago e del prezzemolo. Questa cura è particolarmente indicata per le sue proprietà diuretiche.

L’utilizzo del pungitopo è sconsigliato solamente se si possiede ipersensibilità a uno dei suoi componenti o in casi di gravidanza e allattamento.

IL PUNGITOPO IN CUCINA

Il pungitopo è una pianta molto versatile, che riesce a trovare impiego anche in cucina. I suoi germogli (i turioni), che vengono raccolti tra i mesi di marzo e maggio, vengono infatti utilizzati per preparare gustose ricette. Presentano un gusto amarognolo, e vengono impiegati similmente agli asparagi: solitamente si lessano e si aggiungono alle minestre, ai risotti o alle frittate, oppure si possono condire e mangiare come accompagnamento ai piatti, o in aggiunta alle insalate. Possono anche essere conservati sott’aceto o sott’olio.
Questi germogli, dato il loro sapore molto amaro, spesso vengono cotti in molta acqua e aceto, per cercare di attenuarlo, sono poi particolarmente adatti come antipasto, ma anche come accompagnamento o condimento delle portate principali.
Anche i semi del pungitopo possono essere utilizzati nella cucina, ma è una tradizione che appartiene principalmente al passato, quando venivano impiegati come sostituti ai chicchi di caffè.

Frittata con i germogli di pungitopo

Un buon modo per consumare questi germogli è quello di aggiungerli alla frittata, l’importante è fare attenzione ai divieti per la sua raccolta, che variano da una regione all’altra.

Ingredienti:

  • Germogli di pungitopo
  • Uova
  • Farina
  • Latte
  • Pepe e sale
  • Olio extravergine d’oliva

Preparazione:

Bollire i germogli di pungitopo in acqua calda per qualche minuto e tagliarli in pezzi più piccoli, farli poi saltare in padella con olio Evo. Preparare intanto le uova, aggiungendoci sale, pepe, latte e farina q.b. A questo punto versare il composto nella padella dove sarà necessario far dorare la frittata da entrambi i lati.