Usi e Benefici della Pianta delle Lanterne Cinesi

L’ alkekengi (nome botanico: alkekengi utilizzo benefici-foto1Physalis alkekengi) è detto anche alchechengi o alchechengio, si tratta di un frutto che appartiene alla famiglia delle Solanaceae, come i pomodori e le patate.
È una pianta molto decorativa, che viene coltivata sia a scopo ornamentale, per le sue caratteristiche facilmente riconoscibili, ma anche per il suo utilizzo nella fitoterapia e nella cucina. Fin dall’antichità questo frutto veniva impiegato nella medicina non tradizionale, per le sue proprietà benefiche e terapeutiche.
È una pianta originaria dell’Asia e dell’Europa, c’è chi però riconduce la sua provenienza al Sud America; nel continente asiatico viene chiamata anche pianta delle lanterne cinesi, a causa della particolare forma delle sue bacche. Lo stesso nome di questa pianta, attribuitogli in Francia nel XIV secolo, deriva dal francese antico e precedentemente dall’arabo, al-kakang, che significa proprio “lanterna cinese”: in Giappone viene utilizzata nel Festival Obon, la festa delle lanterne, come offerta.
Nel 2010 questa pianta è stata inserita ufficialmente, dal Ministero della salute, nella lista degli integratori alimentari, soprattutto perché è particolarmente ricca di vitamina C.

CARATTERISTICHE DELL’ALKEKENGI

L’ alkekengi è una pianta erbacea perenne che raggiunge l’altezza di circa 1 metro, ed è famosa e facilmente riconoscibile grazie ai calici arancioni che avvolgono le bacche e che possiedono una consistenza simile alla carta di riso.
Il fiore dell’ alkekengi matura d’estate, tra luglio e agosto, è piccolo e bianco e la forma ricorda quella di una campanella; le foglie sono verdi chiaro, dalla forma ovale e ricoperte da una fine peluria; il rizoma è strisciante e cresce anche molto in profondità.
Le bacche di questa pianta sono l’unica parte commestibile, hanno solitamente un colore rosso, ma le possiamo trovare anche arancioni o verdi. Questi frutti contengono i semi, che sono molto numerosi e di un colore giallo chiaro.
L’ alkekengi predilige un terreno secco, di composizione variabile, e non necessita perciò di molta acqua (anche se nei periodi di siccità è comunque necessario innaffiarla in maniera costante), l’esposizione ai raggi solari è preferibile non diretta, meglio se si trova invece in una zona semi ombrosa, anche se comunque luminosa; la concimazione va effettuata in primavera.
È una pianta che cresce spontaneamente su tutto il territorio italiano, ad eccezione della Puglia e della Calabria, la troviamo fino a 1000 metri s.l.m. L’ alkekengi può essere coltivato anche in vaso, e diventa quindi un perfetto ornamento per i balconi, grazie alle lanterne arancioni.
Questa pianta è molto resistente, non teme batteri o malattie, ma è utile stare molto attenti a quanto viene innaffiata, perché il ristagno d’acqua crea del marciume sulle radici che potrebbe portarla alla morte.
L’ alkekengi non è da confondere con alcune piante molto simili, una di origine peruviana, che presenta però un calice color panna, l’altra che presenta il calice color verde e una bacca molto più grossa.

UTILIZZO NELLA MEDICINA NON TRADIZIONALE

Questa pianta, oltre ad essere utilizzata a scopo ornamentale per i bei calici arancioni, viene sfruttata anche per le sue proprietà benefiche e terapeutiche, si utilizzano principalmente le bacche e talvolta gli steli. Ci sono testimonianze che affermano venisse impiegata per le sue proprietà curative già nell’antichità, da cinesi, indiani, greci e qualche fonte riconduce il loro utilizzo addirittura all’impero inca.
Tra le più importanti proprietà troviamo:

  • Grandi proprietà diuretiche: viene impiegato per la cura di calcoli renali e biliari;
  • Proprietà depurative: questo beneficio è direttamente collegato alla proprietà diuretica;
  • Contiene molta vitamina C (il doppio del limone), per questo si rivela un perfetto integratore;
  • Ha proprietà antiossidanti: sempre grazie alla grande presenza di vitamina C;
  • Antinfiammatorio: questo effetto benefico è stato accertato da poco, nel 2016 quando, grazie ad uno studio, sono state certificate le sue proprietà;
  • Proprietà lassative;
  • Antireumatico;
  • Viene utilizzato per trattare la gotta;
  • Tonificante;
  • Rinfrescante.

Questa pianta è costituita principalmente da vitamina C, zuccheri, tannini, acido citrico, alcaloidi, mucillagini e flavonoidi.

Uno dei maggiori utilizzi fitoterapici è quello dell’infuso. Altrimenti può essere assunto anche sotto forma di granuli, tintura madre e gocce orali, utilizzati quindi come rimedi omeopatici.
L’alkekengi viene impiegato anche per la produzione di profumi e coloranti naturali.

È sconsigliato assumere questa pianta se si è già manifestata una particolare sensibilità alle sue componenti, o se si stanno già assumendo dei farmaci con azione diuretica, per evitare un contrasto. Per queste ragioni, prima di assumere il frutto o i rimedi omeopatici, sarebbe opportuno chiedere un consulto medico.

 

UTILIZZO IN CUCINA

Le foglie e il rizoma dell’ alkekengi sono velenosi, a causa della presenza di solanina, che provoca nausea, vomito, mal di testa e diarrea. Questi sintomi iniziano all’incirca due ore dopo aver ingerito tali parti della pianta e possono durare fino a 24 ore, la diarrea, invece, può prolungarsi anche per qualche giorno.
L’unica parte commestibile di queste piante sono le bacche, che maturano per il mese di settembre e possono quindi essere raccolte: in questo momento il calice si sarà ormai schiuso rendendo più semplice prelevare la bacca.
Il gusto di questi frutti è particolare, potrebbe ricordare quello dei lamponi o dei pomodori, sono poco succose ma molto zuccherate e leggermente acide. 100 grammi di alkekengi apportano circa 60 kcal.

Vediamo ora gli utilizzi più frequenti:

  • Marmellata: con le bacche di questa pianta viene preparata un’ottima marmellata;
  • Da aggiungere alle insalate: sono capaci di rendere interessante un piatto molto semplice;
  • Sott’aceto o in salamoia: ottimi come antipasto;
  • Per preparare macedonie;
  • Succo: le bacche, se spremute, rilasciano un buonissimo succo;
  • Essiccati: perfetti per preparare infusi, tisane o decotti;
  • Sono molto frequenti anche le versioni dolci, in particolare candite o ricoperte di cioccolato fondente.

Per quest’ultima ragione, le bacche sono particolarmente famose nel campo della pasticceria, sono infatti ottime, grazie al sapore che ricorda i frutti di bosco e l’ananas, in molte preparazioni di dolci (come crostate, gelati e sorbetti).
Questi frutti sono molto buoni anche se consumati da soli.

Alkekengi al cioccolato

Gli alkekengi sono molto utilizzati nella cucina, soprattutto nella pasticceria per la preparazione di svariati dolci. Tra tutte le ricette, la più famosa è quella degli alkekengi al cioccolato, diffusa soprattutto in Lombardia, vediamo come si preparano:

Ingredienti:

  • Alkekengi
  • Cioccolato
  • 1 albume
  • Zucchero
  • Burro

Procedimento:

Per preparare questo dolce è necessario sbucciare gli alkekengi dal loro calice arancione, che però non viene staccato ma viene modellato sul retro, in modo da poter afferrare il frutto senza toccarlo; a questo punto si immerge il frutto prima nell’albume, poi nello zucchero, infine nel cioccolato che si è fatto sciogliere in precedenza, mescolandolo con il burro.
Prima di consumarli è preferibile farli riposare in frigo per qualche ora: sono ottimi come spuntino o come dolce alla fine di un pasto.