Il fitwalking è una pratica sportiva di tipo non competitivo che si sta diffondendo sempre più a livello mondiale, grazie soprattutto alla sua grande accessibilità. Infatti quando parliamo di fitwalking facciamo riferimento alla semplice attività di camminare per mantenersi in forma, quindi con un certo passo e con una certa costanza, pur senza sfociare mai nelle attività di marcia o di corsa. La stessa traduzione dei termini inglesi indica letteralmente la pratica di “camminare per mantenersi in forma” (fit – forma, walking – camminando). Il fitwalking è ormai conosciuto a livello mondiale, grazie alla facilità con cui può essere praticato e grazie alla secolare conoscenza della banalissima pratica del cammino, un’azione che l’essere umano assieme al regno animale in generale svolge quotidianamente senza alcuno sforzo. Inoltre va sottolineato anche l’aspetto economico, in quanto per poter semplicemente “camminare” non sono richiesti accessori particolari o un equipaggiamento specifico, elementi spesso molto costosi, che demoralizzano molti principianti che si avvicinano ad un dato sport.Come tutti noi ben sappiamo, l’azione del cammino si compie attraverso la ripetizione, in un ciclo costante, di un piede dopo l’altro che si appoggiano al terreno. Suddividendo in parti uguali questo ciclo continuo possiamo individuare come unità di misura il momento che va dallo stacco di un piede sino al momento in cui lo stesso piede tocca nuovamente il terreno sottostante.
Se suddividiamo ancora una volta questa unità di misura otteniamo quello che tutti noi conosciamo come “passo”, ovvero nient’altro che il momento in cui un piede si solleva dal terreno e l’altro invece si appoggia. Più che un vero momento sul piano temporale, si tratta di una unità di misura della distanza, che l’uomo può compiere senza nessuna difficoltà. Non per niente i passi sono spesso utilizzati per misurare alcuni tipi specifici di distanze. Il segreto di un’attività di fitwalking realizzata al meglio si nasconde proprio in questi fondamentali apparentemente così banali. E invece per riuscire a praticare questo sport è molto importante riuscire ad ottimizzare il movimento della camminata pur mantenendo tutta la naturalezza del movimento originario. Infatti basterà sottolineare e migliorare alcuni aspetti tecnici della dinamica della camminata per aumentare in modo visibile il regime di muscoli utilizzati e coinvolti in questa azione. Vediamo nel dettaglio come si comporta un vero fitwalker.A prima vista non sono molti coloro che riescono a distinguere un fitwalker da una normale persona in passeggiata o in escursione. Ma ad un’analisi più attenta ecco che si possono notare molte piccole ma non trascurabili differenze. La prima di queste è certamente la postura: un fitwalker non deve rispettare regole ferree come quelle della marcia, secondo la quale la gamba deve rimanere in estensione durante tutta la fase di appoggio del piede, senza poter flettersi. Nel fitwalking infatti il fitwalker può mantenere una posizione e rilassata, che permette il ripetersi del movimento per un tempo prolungato, senza che questo provochi dolori vari alle caviglie, alle ginocchia o alla schiena. Il passo deve poi essere rapido e leggero, in modo da creare una sorta di inerzia nel movimento generale del corpo che permetta al fitwalker di imporre un certo ritmo alla propria andatura. Il tutto senza bisogno di sforzi eccessivi. Subentra poi l’importanza della coordinazione tra gambe e braccia: infatti per rendere ancora più efficace la nostra camminata è di primaria importanza coinvolgere anche le braccia, con una movenza alternata rispetto all’arto inferiore dalla stessa parte del corpo. Di conseguenza avremo braccio destro e gamba sinistra che si muoveranno in concomitanza, alternando la simmetria tra braccio sinistro e gamba destra. Si deve ricordare di mantenere un angolo retto a livello del gomito, tra braccio e avambraccio. Continuando a salire lungo il corpo troviamo spalle, collo e testa. Le spalle vengono spesso sottovalutate mentre si cammina, almeno fino a quando non si avvertono delle fastidiose fitte. Per prevenire questi dolori è bene armonizzare anche le spalle al resto del corpo. Queste devono seguire il movimento delle braccia, senza però rimanere in tensione, ma appoggiandosi agli arti superiori: solo in questo modo si può riuscire a coordinarne la movenza, equilibrandola al resto del corpo. Un vero fitwalker non dimentica certo il collo e il capo nel suo insieme quando cammina. A differenza del resto del corpo la testa deve fungere da punto di riferimento fisso per le restanti componenti in gioco: una sorta di timone in base alla quale tutto il fisico trova la propria posizione e il proprio ritmo. Il collo serve di conseguenza a sorreggere la testa e a mantenerla bella dritta, evitando sempre lo sforzo eccessivo e la tensione dei muscoli in funzione.Uno degli aspetti unici e sicuramente molto positivi di questa attività è la sua accessibilità, come accennato poco sopra. Infatti il fatto che quasi tutti siano in grado di camminare spesso è un deterrente per la diffusione del fitwalking, in quanto la sua apparente facilità porta a pensare che sia un’attività poco produttiva, che non permette di bruciare calorie e che non tonifica il fisico come sport più impegnativi. Sbagliato. Certo non sarà impegnativa come molti altri sport, ma va considerato che la si può praticare ovunque, con più frequenza, senza necessità di particolari attrezzature, per un lasco di tempo spesso molto più lungo di altre attività e per questo con la possibilità di bruciare altrettante calorie di sport più intensi ma più “brevi”. In sintesi si può dire che chiunque può praticarla, ma con il proprio ritmo e con la propria frequenza, e, perciò, anche con i rispettivi benefici.
I lati positivi del fitwalking sono svariati, alcuni li abbiamo anche già citati. Non dobbiamo scordare che il fitwalking è il primo avversario della sedentarietà e favorisce anche uno stato di benessere generale in quanto attività svolta all’aria aperta: sotto questo aspetto subentra anche il fattore psicologico, che troppo spesso viene ignorato e s’insinua nelle attività professionali più sedentarie. Basti pensare a tutti i benefici che può arrecare una semplice passeggiata per raggiungere il posto di lavoro piuttosto di un nocivo (sotto vari fronti) tragitto in macchina.