Il linfedema si manifesta quando c’è un eccessivo e anomalo accumulo di linfa in una qualsiasi parte del nostro corpo. Lo stesso termine che indica il fenomeno è sinonimo di ostruzione, occlusione del normale sistema linfatico, processo che va a colpire in modo preponderante gli arti del malato, provocando evidenti gonfiori nelle zone infette. Questi gonfiori non sono altro che dei ristagni di liquido che dovrebbe scorrere liberamente lungo i vasi sanguigni e incontra invece degli ostacoli che ne modificano il flusso naturale, portando ad una concentrazione esagerata nelle zone dove questo liquido non riesce ad avere più vie di fuga.
La sua forte incidenza rende il linfedema una della patologie forse diffuse al mondo: secondo le statistiche circa 1 persona su 25 soffre di questo disturbo, con cifre che toccano i 130 milioni di persone in tutto il pianeta. Solitamente si può essere colpiti una volta entrati nella cosiddetta “terza età” o comunque in età senile, con una maggioranza per il sesso femminile. Mentre nei casi di manifestazione precoce l’incidenza è più equilibrata tra i due sessi, ma resta sempre più sensibile il riscontro nelle donne, indipendentemente dall’età.Il fulcro di tutta la questione è sicuramente il corretto funzionamento del sistema linfatico. Il suo compito è fondamentale per il nostro organismo, infatti ha l’importante ruolo di pulizia e filtro all’interno dei liquidi che scorrono nei nostri capillari sanguigni al fine di rimuovere sostanze nocive e tossiche che si possono trovare e sviluppare al loro interno. In sostanza lo possiamo definire come uno dei tanti e utilissimi protettori naturali del nostro sistema immunitario, che controllano e ci aiutano a mantenere il nostro stato di salute. Le problematiche si presentano proprio quando questo meccanismo di difesa viene alterato e smette di funzionare nel modo corretto, provocando al contrario l’accumulo di sostanze invece che favorirne il drenaggio.Va specificato il fatto che esistono diversi tipi di ostruzioni linfatiche e che la loro separazione dipende proprio dalle cause e dai sintomi che le provocano.
Linfedema primario
Purtroppo la causa primaria che porta al linfedema primario è per buona parte legata a fattori congeniti, quindi impossibili da contrastare visto che si manifestano dalla nascita. Questa forma di sovraccarico linfatico è probabilmente provocata dalla malattia ereditaria di Milroy, che rappresenta una vera e propria sindrome dei linfonodi e dei sistemi linfatici di carattere famigliare a trasmissione diretta di generazione in generazione.
Parlando di percentuali, però, si deve riconoscere che il linfedema primario a carattere ereditario rappresenta solo il 15 per cento delle manifestazioni. Il caso più diffuso di questa tipologia è invece quello che viene definito come “precoce”, ovvero che si palesa sotto il trentacinquesimo anno di età. Questo rappresenta circa il 60-80 per cento dei casi. Il periodo dell’adolescenza è il momento critico in cui si possono riscontrare i primi accumuli linfatici, campanelli d’allarme per la crescita totale della patologia. Distinguendo invece l’ultima caratterizzazione di linfedema primario troviamo la malattia o sindrome di Meige, un particolare disturbo neurologico che inficia il movimento fisico, specie quello muscolare nella zona della bocca e della mandibola, provocando contrazioni involontarie e spasmi di varia natura. Nel nostro caso il linfedema rappresenta una delle tante varianti che questa sindrome può assumere, con un incidenza molto simile alla manifestazione precoce: le percentuali si aggirano infatti attorno al 10 per cento. Le parti del nostro corpo principalmente soggette a questo disturbo sono solitamente gli arti, con un riscontro maggiore per gli arti inferiori, spesso colpiti entrambi in egual misura (più rari i casi di infezione di un singolo arto) nell’area delle caviglie.
Linfedema secondario
A differenza del primario, il linfedema secondario rappresenta una patologia conseguente e dipendente da altri disturbi. Deriva infatti da un peggioramento dello stato di salute dei sistemi linfatici, che prima del riscontro di una particolare malattia funzionavano alla perfezione e non recavano alcun sintomo. Altra distinzione da sottolineare è il fatto che questa forma di accumulo linfatico va a colpire entrambi i sessi in egual misura, senza differenze d’incidenza. Le principali cause che comportano un alterazione del sistema in esame sono provocate da patologie infettive a spese dei linfonodi: queste si possono contrarre soprattutto a causa di un batterio molto nocivo per il nostro organismo, il cosiddetto Wuchereria Bancrofti. Questo parassita è il peggior cliente che si possa trovare nei nostri vasi linfatici, difatti le sue dimensioni possono raggiungere persino i 12 cm! E’ facile intuire l’influenza e il disturbo che può recare, con un’ostruzione continua dei capillari sanguigni e di conseguenza un costante ristagno dei lquidi linfatici e non. La diffusione di questo batterio può essere anche provocata dalla puntura di alcune specie di zanzare.
Altre frequenti cause portatrici di linfedema secondario sono gli interventi chirurgici e i loro postumi. In particolare per gli interventi che riguardano l’asportazione proprio dei linfonodi, soprattutto per chi soffre di malattiedi carattere tumorale. Altre cause minori ma non per questo meno importanti sono le conseguenze fisiologiche dovute a diabete e stato di obesità.Come risulta evidente il sintomo base di questo disturbo è dato dal rigonfiamento di alcune zone del nostro corpo, sia in modo simmetrico che asimmettrico. Altri segnali importanti possono essere l’alterazione del colore della pelle nelle aree colpite, sensazione di prurito e di indurimento della pelle, oppure al contrario d’indebolimento del tessuto cutaneo. In generale quando si presentano questi sintomi è sistematica anche una maggiore difficoltà nei movimenti.
Partendo dal presupposto che per il linfedema non esiste una vera e propria cura risolutiva la terapia più comune ed efficace è quella del drenaggio manuale della linfa. Come suggerisce il nome questo metodo si basa su alcuni messaggi specifici che stimolano meccanicamente lo scioglimento delle zone compromesse e favoriscono la ripresa di uno scorrimento più fluido dei liquidi, attraverso una distensione dell’edema sottocutaneo. Allo stesso fine concorrono anche altre tecniche di drenaggio oltre al più classico massaggio: esistono infatti particolari pratiche di bendaggio e specifici tutori realizzati appositamente per favorire lo svuotamento delle zone di liquido stagnante in eccesso.