L’ artrosi cervicale è una tipologia diffusa di disturbo che riguarda il danneggiamento e il deperimento delle condizioni della sezione vertebrale all’ altezza della zona cervicale. I danni cominciano a manifestarsi a partire dalla progressiva degradazione della cartilagine…
L’ artrosi cervicale è una tipologia diffusa di disturbo che riguarda il danneggiamento e il deperimento delle condizioni della sezione vertebrale all’ altezza della zona cervicale. I danni cominciano a manifestarsi a partire dalla progressiva degradazione della cartilagine, il principale “ammortizzatore” naturale del nostro corpo, situato nelle zone interstiziali delle ossa dove svolge una funzione elastica fondamentale. Il disturbo si espande poi inevitabilmente a tutta l’ articolazione, provocando delle fitte e dei dolori improvvisi ogniqualvolta si muove la zona interessata del corpo, o semplicemente si resta fermi in una data posizione troppo a lungo. Nella maggior parte dei casi il disturbo degenera col passare del tempo, soprattutto in età avanzata. Secondo le statistiche l’ artrosi cervicale risulta essere una delle patologie ossee più diffuse e comuni e colpisce una percentuale altissima di anziani dopo i 70 anni. Le origini di questo tipo di artrosi possono essere molteplici, ma pare che la causa più frequente sia una situazione congenita dell’ organismo stesso, che si presenta ad un punto avanzato della sua esistenza.
Ne approfondiamo alcuni aspetti.La tipologia di disturbo dell’ artrosi cervicale rientra all’ interno della grande classe dell’ osteoartrosi o osteoartrite, ovvero di tutte quelle malattie degenerative che vanno a colpire le articolazioni. I disturbi appartenenti a questo gruppo patologico sono tra i più diffusi e si manifestano in un numero maggiore del 40% di una popolazione qualsiasi, indipendentemente dall’ etnia, influenzate semmai dal fattore età. Individuando dei caratteri generali dell’ osteoartrite scopriamo che dopo la degenerazione della cartilagine avviene una fissurazione, o screpolatura, delle ossa che provoca un’ escrescenza del tessuto osseo in questione, solitamente sulla sua superficie. In particolare a seguito dell’ erosione dei dischi cartilaginei interposti tra le vertebre non vi è più una protezione adeguata tra i vari “ingranaggi” della nostra colonna vertebrale, ed ogni movimento che va ad impegnare quelle vertebre innesca il contatto tra due superfici solide, quindi uno strofinamento altamente corrosivo. I dolori che ne seguono sono proprio dovuti a questi fenomeni interni.La tipologia di disturbo dell’ artrosi cervicale rientra all’ interno della grande classe dell’ osteoartrosi o osteoartrite, ovvero di tutte quelle malattie degenerative che vanno a colpire le articolazioni. I disturbi appartenenti a questo gruppo patologico sono tra i più diffusi e si manifestano in un numero maggiore del 40% di una popolazione qualsiasi, indipendentemente dall’ etnia, influenzate semmai dal fattore età. Individuando dei caratteri generali dell’ osteoartrite scopriamo che dopo la degenerazione della cartilagine avviene una fissurazione, o screpolatura, delle ossa che provoca un’ escrescenza del tessuto osseo in questione, solitamente sulla sua superficie. In particolare a seguito dell’ erosione dei dischi cartilaginei interposti tra le vertebre non vi è più una protezione adeguata tra i vari “ingranaggi” della nostra colonna vertebrale, ed ogni movimento che va ad impegnare quelle vertebre innesca il contatto tra due superfici solide, quindi uno strofinamento altamente corrosivo. I dolori che ne seguono sono proprio dovuti a questi fenomeni interni.Per quanto riguarda lo specifico dell’ artrosi cervicale la sintomatologia coinvolge tutte le manifestazioni esterne di questi danni, i campanelli d’ allarme che ci permettono di riconoscere in anticipo la malattia che si sta colpendo. Peculiare dell’ osteoartrite cervicale è come facilmente intuibile la zona che riguarda i dischi delle vertebre cervicali, quindi nella zona della bassa nuca e del collo. L’ infiammazione comporta dei danni esterni evidenti come l’ irrigidimento di tutta l’ articolazione, con difficoltà a ruotare la testa e le spalle, fitte lancinanti a seguito di movimenti scattosi o improvvisi della zona in esame, dolori anche se l’ articolazione resta ferma, anzi provocati proprio dall’ immobilità prolungata in una data posizione, specie se scorretta o scomoda. I sintomi possono recare anche danni ulteriori anche al di fuori della fascia vertebrale colpita come cefalee ed emicranie, giramenti di testa, nausea, sensazione di stanchezza o di grande sforzo all’ altezza delle spalle anche se non si è svolto alcun tipo di attività che ne ha coinvolto il movimento.Le cause di questa malattia dividono esperti e studiosi del campo: una parte di loro sostiene un fattore congenito di base, mentre altri sostengono che il tutto sia provocato da uno scorretto stile di vita e da difetti posturali che si sono aggravati nel tempo. Sicuramente la genetica influisce vista la grande diffusione della malattia, ma più interessante e utile può essere l’ analisi dei scorretti atteggiamenti che si assumono nell’arco della vita e che si rivelano poi fatali come in questa circostanza: vita sedentaria e abitudini posturali inappropriate vengono troppo spesso trascurate, soprattutto perché provocano dei danni a posteriori, lontani nel tempo e di conseguenza al di fuori dell’ immediata preoccupazione del presente. Altro fattore causale è senza dubbio il sottoporre la schiena (in particolare la parte superiore) a sforzi importanti e ripetuti, i quali accelerano il processo di deterioramento delle ossa, oppure l’aver subito traumi e contusioni molto forti che provocano purtroppo conseguenze molto invadenti.La prima cosa da fare appena si avvertono i sintomi primordiali è sicuramente quella di recarsi dal proprio ortopedico, il quale sa come riconoscere la sintomatologia effettiva e può svolgere una corretta diagnosi. Dopo di questa si potranno effettuare eventuali analisi mirate in base al problema specifico. La radiografia è lo strumento più pratico per riconoscere la malattia anche se la risonanza magnetica permette un’analisi più approfondita che ne può svelare tutte le complicazioni eventuali. Essendo però una malattia a carattere degenerativo non esiste ancora una cura totalmente risolutiva e risulta impossibile invertire la progressiva usura dei tessuti connettivi. Nonostante questo però esistono prodotti farmacologici e terapie che consentono un sollievo efficace dal dolore. A ciò contribuiscono antinfiammatori e antidolorifici, che vanno presi sempre sotto l’ attenta guida di un medico in quanto possono facilmente manifestare degli effetti collaterali molto pericolosi, specie se se ne fa un uso eccessivo. Nei casi di peggioramento evidente del dolore e della rigidità dell’ articolazione si può ricorrere a collari ortopedici che permettono al collo di riposare e mantengono tutta la fascia cervicale nella posizione corretta, senza ulteriori sforzi, oltre ad allontanare il rischio di movenze improvvise e scorrette. Possono tornare molto utili anche massaggi specifici della zona interessata, uniti ad una leggera ginnastica correttiva, ovviamente nei limiti del possibile se il paziente è di età avanzata. Purtroppo però certe situazioni di artrosi mal contrastate possono aggravarsi a tal punto da richiedere un intervento chirurgico, specie quando la pressione sulle vertebre è troppo importante e mette in una condizione di stress eccessivo tutto il collo e le spalle.
La soluzione migliore rimane sempre quella di cercare di prevenire piuttosto che curare, prestando più attenzione alla propria postura e alle proprie abitudini fin dalla giovane età. Anche una sana e costante attività fisica aiuta a mantenere in salute il fisico in tutte le sue attività motorie e non: fondamentale prima e dopo lo sforzo fisico è fare un pò di stretching, una pratica troppo spesso sottovalutata ma che risulta importantissima per mantenere una certa elasticità delle articolazioni e per abituare il nostro corpo anche ai movimenti e le posture più complicate.