Già da tempo si sente parlare del possibile approdo del “fenomeno” legalizzazione cannabis in Italia. Dal 25 luglio 2016 inizierà la discussione generale e dal giorno dopo si potrà votare per legalizzare o no questa pianta.La cannabis è una pianta della famiglia delle Cannabaceae, e se possono distinguere tre varietà principali: sativa, indica e ruderalis.
La sativa è quella che noi tutti conosciamo, difatti quando parliamo di cannabis nella maggior parte dei casi ci riferiamo proprio a questa perché è quella più diffusa.
Questo tipo di piante sono tipiche della zona equatoriale, dove le giornate sono sempre molto lunghe e non manca mai il sole. Il loro periodo di fioritura è piuttosto esteso e con rese produttive molto più elevate rispetto alle altre due qualità. La caratteristica principale di questa pianta consiste nell’ elevato livello di THC contenuto, ma con un basso livello di CBD (cannabidiolo).
La cannabis indica invece è facilmente riconoscibile da quella descritta in precedenza per le sue forme più contenute. Questa varietà cresce nei più aridi paesi subtropicali e rispetto alla cannabis sativa, l’ indica si trova in una zona geografica diversa. Questi sognifica che non ci sono le stesse ore di sole della zona equatoriale e la piantina, quando raggiunge un’ altezza sufficiente durante la notte inizia il suo ciclo di fioritura. Queste piante sono conosciute per la loro concentrazione di CBD.
Infine troviamo la cannabis ruderalis, la varietà più recente, diffusasi negli ultimi anni. Questa pianta vive nelle regioni più rigide al mondo. Una delle principali caratteristiche di questa tipologia è la proprietà “auto-fiorente”, ovvero la pianta fiorisce anche senza la necessità di molta luce durante il giorno. Se questa varietà di cannabis viene lavorata puramente senza l’ aggiunta di altri prodotti, il suo livello di THC e CBD sono più bassi della media. È proprio per questa ragione che negli anni precedenti è stata meno utilizzata. Ci si è resi conto che incrociando questa varietà con una sativa o un’ indica si otteneva una pianta che per livelli di concentrazione di THC o di CBD si avvicinava maggiormente alle due varietà pure, mantenendo però le caratteristiche genetiche tipiche di una ruderalis che permettono la crescita delle piante anche nelle zone più difficili del pianeta e in poco tempo. Questo risulta essere un grande vantaggio per chi la coltiva in quanto garantisce la possibilità di raccogliere più coltivazioni all’ anno.In altri paesi la legalizzazione della cannabis è già da tempo una realtà. L’ esempio più evidente è nelle americhe, dove la cannabis viene utilizzata nella vita di tutti i giorni dai cittadini come in Uruguay, uno dei primi paesi che ha aperto le porte al mercato della cannabis, così come in alcuni stati statunitensi come il Colorado.
Se invece ci spostiamo dalle americhe il classico esempio più vicino a noi è rappresentato da un paese europeo, l’ Olanda. È necessario però fare una precisazione prima che qualcuno prenda questo argomento nel modo sbagliato. Anche in Olanda, come in tutti gli atri paesi, l’ utilizzo di droghe è vietato per legge. È stata fatta un’ eccezione per la cannabis, in quanto riconosciuta come droga leggera e quindi non classificata al pari di altre sostanze stupefacenti più chimiche; nella pratica, in Olanda tutte le persone possono permettersi 5 grammi di erba al giorno e possono comprarla solamente nei punti autorizzati chiamati Coffee shop. Il Governo olandese ha pensato: “ È impossibile impedire completamente l’ utilizzo di droghe. Tutto questo è stato fatto per permettere la vendita a punti autorizzati togliendo i profitti che i criminali traevano vendendo questa droga leggera, inoltre così facendo lasciano alle autorità la possibilità di concentrarsi di più sui criminali che vendono illegalmente droghe pesanti.”
Rimanendo in Europa, la situazione in Spagna è quasi analoga, anche se con maggiori restrizioni: infatti è legale la coltivazione ed il consumo di cannabis all’interno della propria casa, mentre è sempre vietato portarla appresso o farne uso in spazi pubblici.
Il Portogallo invece ha depenalizzato l’ uso di qualsiasi tipo di droga, a patto di non superare i limiti del consumo personale mentre in Belgio è stata depenalizzata la coltivazione ed il possesso di cannabis con l’unico vincolo che le piante coltivate non siano di tipo maschio.Ritornando al dibattito sulla legalizzazione cannabis in Italia, ci si accorge subito che rispetto altri paesi del mondo il nostro è parecchio indietro. Se si legalizzasse questa sostanza porterebbe grossi vantaggi, sia allo Stato e sia ai cittadini che potrebbero comprarla ed usarla liberamente. Per lo Stato diventerebbe un altro monopolio, e quindi un’ altra fonte di profitto, inoltre potrebbe mettere la parola fine al problema del mercato nero delle droghe leggere portato avanti da individui legati alla malavita e al crimine.
Il calcolo degli eventuali introiti che la legalizzazione cannabis porterebbe allo Stato arriva a toccare l’ esorbitante cifra di 45 miliardi di euro, la maggior parte dei quali deriverebbero solamente dalle imposte sulla vendita (l’ ammontare della tassa ricalcherebbe quello dei tabacchi, ovvero il 75%).
A questi andrebbero a sommarsi i soldi che vengono utilizzati dalla spesa pubblica per finanziare la lotta alla marijuana che, sommando le varie spese per la magistratura, per i carceri e per la polizia, ammontano ad un miliardo di euro all’ anno.Lo scenario sull’ argomento della legalizzazione cannabis è quindi ancora tutto aperto. Ma se dovesse essere così l’utilizzo della cannabis non sarà poi così libero, ci saranno delle leggi da rispettare. Ad esempio, i cittadini non potranno tenere più di 15 grammi di cannabis nella propria residenza e non più di 5 grammi quando invece sono fuori casa, sarà permesso la coltivazione privata ma con limite di non oltre cinque piante e sarà vietata la vendita del proprio prodotto. Sarà vietato fumare in luoghi pubblici o comunque sia in luoghi aperti al pubblico, l’ importazione e l’ esportazione saranno sempre vietate come lo spaccio. Sarà consentito la vendita presso i punti autorizzati dallo stato e resta il divieto di guidare dopo aver fumato perché questo causa un’ alterazione delle condizioni psicofisiche, chi verrà fermato e risulterà positivo alla cannabis sarà sanzionato come previsto dal codice stradale.