La fitoterapia è l’uso di farmaci derivati dalle piante per il trattamento o per la prevenzione delle malattie. È una pratica medica basata sulla scienza e si distingue, quindi, da altri approcci più tradizionali, quali l’erboristeria medica, che si fonda su una valutazione empirica delle erbe medicinali e che è spesso legata alla conoscenza tradizionale. L’approccio di un erborista non è stato valutato in studi clinici controllati o in studi biomedici, mentre esistono numerosi esperimenti e studi farmacologici su specifici preparati fitoterapici.

La connessione tra mondo animale e vegetale ha origini ancestrali. Già nella preistoria l’uomo era solito raccogliere fiori, frutti, erbe e radici per soddisfare i propri bisogni. La fitoterapia, quindi, anche se inizialmente non era chiamata con quel nome, ha attraversato i secoli e molte civiltà della storia hanno potuto sfruttare i suoi benefici. Gli egizi, per esempio, avevano una conoscenza straordinaria delle piante e dei loro oli balsamici, che venivano usati dai sacerdoti durante le funzioni come antifungini, antifermentativi, antiossidanti e come unguenti durante il processo di mummificazione. La cultura italiana, inoltre, si è avvicinata allo studio delle piante grazie all’apporto dei dottori e dei filosofi greci come Ippocrate, che hanno trasmesso le loro conoscenze ai romani. La diffusione del cristianesimo fece crescere la pratica fitoterapica, soprattutto con la nascita di monasteri e abbazie, dove i monaci coltivavano moltissime varietà di erbe e ne studiarono le proprietà. Nel XV secolo, quando iniziò l’epoca coloniale, la scoperta di nuovi territori si entrò in contatto con nuove specie. I conquistadores spagnoli e portoghesi riportarono queste piante in patria dove vennero studiate e analizzate nelle università. Durante il 700, inoltre, in piena epoca illuminista, Philip Miller e Linneo diedero nuovo impulso alla fitoterapia, conducendo studi e proponendo una possibile classificazione delle varie specie di piante utilizzate. Il termine “fitoterapia” fu utilizzato per la prima volta dal medico francese Henri Leclerc nel 1913. Leclerc pubblico varie edizioni del libro Précis de phytothérapie (manuale di fitoreapia), la prima nel 1922. Anche in Germania vennero effettuati degli studi. Nel 1944, infatti, Rudolf Fritz Weiss pubblicò il suo libro Die Pflanzenheilkunde in der Ärztlichen Praxis (La Fitoterapia nella pratica medica), la cui versione definitiva, Lehrbuch der Phytotherapie (Il libro della fitoterapia), fu pubblicata nel 1960. Leclerc e Weiss hanno fornito un contributo importante per definire quella che verrà in seguito chiamata medicina basata sulle prove. Altri importanti contributi nella storia furono la nascita della rivista “Ricerca Fitoterapica” redatta a partire dal 1987 dal britannico Fred Evans, esperto di farmacognosia.

La medicina moderna, la cosmetica, l’industria chimica e la botanica sono radicate nella medicina delle piante. Infatti, molte molte medicine sintetiche derivano direttamente da piante o la loro composizione chimica è simile a quella che si può trovare in natura.

Nella fitoterapia, le piante medicinali vengono selezionate in seguito a una consultazione tra un professionista e il singolo paziente. Il medico specializzato approccia ogni paziente in modo diverso e unico durante la scelta del trattamento. Qualsiasi terapia prescritta è una combinazione diversa di specie di piante. I medicinali sono solitamente sotto forma di capsule, pastiglie o lozioni da applicare topicamente.

Questo dipende completamente dall’individuo in questione e dalla sua situazione medica. La “complicità” del paziente durante il trattamento è fondamentale per una buona riuscita. Alcuni miglioramenti si possono verificare già nel giro di qualche giorno se è presente una condizione acuta. In altri casi, soprattutto per i disturbi cronici, possono trascorrere anche quattro o sei settimane prima di iniziare a notare i primi effetti positivi. Soprattutto le malattie croniche, come quelle autoimmuni, sono molto compatibili con i trattamenti fitoterapici.

La fitoterapia è sicura ed efficace se prescritta da un medico interamente qualificato. Le cure fai-da-te possono causare effetti negativi data la complessità delle varie specie di piante. Si raccomanda, inoltre, di non affidarsi a ciò che viene consigliato da promoter di farmaci da banco e da pubblicità varie o a ciò che si trova su internet. Si ricorda che solo un medico specializzato potrà indicare la cura corretta alle caratteristiche del singolo paziente e saprà bilanciare i rimedi nel caso fosse necessario assumerli contemporaneamente ad altri farmaci tradizionali. La fitoterapia è sicura anche per i bambini. Le erbe possono alleviare i loro malanni e facilitare lo sviluppo del loro sistema immunitario. In aggiunta, portano beneficio alla salute del bambino nel lungo periodo poiché sono una forma di medicina leggera che supporta pienamente i cambiamenti che si verificano all’interno del corpo.

Nel mondo odierno vengono prodotte tossine e composti chimici nocivi. Questi si infiltrano nell’ambiente e causano conseguentemente malanni e disturbi di vario genere alla maggior parte della popolazione. Se da un lato la modernità ha consentito lo sviluppo di stili di vita migliori, dall’altro allora bisogna scegliere correttamente e decidere di affrontare la propria vita in modo salutare. Combinare le risorse naturali e la medicina si è dimostrato una valida alternativa ai classici approcci attuali. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi l’80% dei Paesi africani e asiatici usa la pratica fitoterapica per l’assistenza sanitaria di base. La fitoterapia differisce dalle medicine di derivazione naturale. Mentre la farmacologia isola dei composti attivi da una determinata pianta, la fitoterapia mira a preservarne la complessità di sostanze, riducendo il processo di lavorazione per mantenere sicurezza ed efficacia. La pratica fitoterapica moderna abbina sinergicamente scienza e natura, servendosi dell’esperienza passata, senza però trascurare tutto ciò che la modernità e le nuove tecnologie possono offrire.