L’esperienza di risvegliarsi, o meglio, di credere di essere svegli e di ritrovarsi nel bel mezzo di uno dei propri sogni notturni è sicuramente un desiderio comune a molti di noi, magari anche solo per la curiosità di provare questa insolita emozione. I sogni lucidi consistono proprio in tutto ciò e si manifestano esattamente nel momento in cui queste premesse vengono soddisfatte. Per alcuni il desiderio è talmente forte che arrivano al punto di studiare e seguire un percorso preciso che li può portare a vivere volontariamente l’esperienza di “sognare ad occhi aperti”. Questo magnetico argomento comporta una forte interconnessione e uno stretto dialogo tra correnti e discipline che ne sono affascinate ed esperti che se ne occupano: basti pensare a come sia considerato un fenomeno che riguarda l’analisi strettamente psicologica dell’individuo, ma al contempo si possa ritrovare come materia di rappresentazione o discussione anche per artisti e filosofi.I sogni lucidi sono definiti nel gergo tecnico con il termine di “Onironautica”, derivante dal greco, che designa letteralmente “la capacità di navigare i sogni” e il cosiddetto “onironauta” è proprio colui che “naviga nel sogno”. Oltre al fascino che questo argomento senza dubbio suscita c’è un rapporto stretto con l’apparente inconsistenza del mondo onirico, il mondo dei sogni appunto. L’uomo cerca di studiare e interpretare i sogni sin da tempi molto remoti, con risultati che non rientrano in ambiti strettamente scientifici e quindi dimostrabili empiricamente, ma piuttosto alimentando discussioni di carattere spirituale e filosofico. E a trarne i maggiori vantaggi sono sicuramente le discipline artistiche, che esaltano questa surreale realtà attraverso opere magnifiche, che rimangono però ad un livello di comunicazione superiore, non tangibile. Nel caso dei sogni lucidi questa barriera sembra poter essere facilmente abbattuta e la visione divenire realtà, improvvisamente.
Nelle esperienze di chi l’ha sperimentato si parla di sensazioni uniche, al limite del paranormale: caratteristiche proprie, in effetti, del mondo onirico e sognante. Ma , in realtà, di contro a quanto si possa credere riguardo la sua eccezionalità, l’onironautica è un’esperienza già attraversata da tutti noi. La grande differenza sta nell’averla ricordata o meno, nell’averne memoria o meno, che a sua volta è conseguenza logica della nostra capacità di gestione dei nostri sogni. Vediamo allora alcuni passaggi che possono aiutarci a sperimentare consapevolmente la pratica dell’onironautica.Il primo consiglio, universalmente condiviso da chi si occupa di questo argomento, è quello di cercare di ricordare in tutti i modi i propri sogni: il metodo migliore è certamente quello di segnarli in un diario personale ogni mattino, al risveglio, sempre se si ha avuto la fortuna di aver sognato e di ricordare il sogno.
Secondo step è quello di imparare a controllare la realtà in modo più preciso, al fine di trasferire più facilmente questo controllo anche nei nostri viaggi onirici. Prestando attenzione a minimi dettagli, che solitamente ignoriamo, per più e più volte al giorno ecco che la nostra sensibilità sarà affinata anche durante i sogni lucidi.
Interessante tecnica è anche quella di anticipare di circa un’ora e mezza la sveglia rispetto ai consueti orari mattutini: una volta che il nuovo orario diventa abitudinario si rimescolano le carte e si comincia ad alternare il vecchio orario di sveglia con il nuovo; in questo modo di otterrà l’effetto di confondere il nostro equilibrio fisiologico nel riposo notturno, tentando di intercettare l’ultimo sogno del consueto ciclo di riposo.
Altra pratica utile ma non infallibile è quella di coricarsi con il pensiero fisso e ben radicato di prestare attenzione a qualsiasi cosa che si possa presentare durante il sonno che rientri in una sfera del surreale; questa tecnica per avere successo è solitamente accompagnata da altri trucchi utili.
Una tecnica che vanta invece una buona percentuale di successo è quella di coricarsi e di porre la sveglia cinque o sei ore più tardi, stare in stato di veglia per circa un’ora e poi ricoricarsi cercando di applicare l’ultima pratica citata, quella della focalizzazione del pensiero: in questo modo si tenta di allungare il più possibile la fase REM innestandovi nel mezzo il pensiero fisso di riconoscimento dei sogni lucidi.
Anche la meditazione può risultare molto utile per vivere dei sogni lucidi e diventare, anche se per poco, degli onironauti: attraverso il rilassamento totale del corpo, fino al punto di farlo addormentare, può essere la chiave per il raggiungimento dell’obbiettivo; la mente infatti resta lucida e può entrare in quel limbo tra sogno e realtà tipico di questo fenomeno; bisogna prestare attenzione però perché spesso si rischia di degenerare nella inquietante paralisi del sonno.Può sembrare assurdo o incredibile, ma provare l’esperienza dei sogni lucidi giova al nostro organismo, in particolare al nostro stato psichico e mentale. In particolare:
- Il rilassamento totale del nostro corpo e l’ingresso nello stato mentale dormiente è indice di un notevole controllo psicofisico; il raggiungimento di questo equilibrio tra psiche e corpo permette infatti un riposo estremamente rigenerante;
- La lucidità in sogno risulta molto spesso una chiave di lettura insolita ma sicuramente sincera della nostra psicologia e del nostro stato d’animo in quel dato momento della nostra vita: vivere un’esperienza onironautica può quindi aiutarci a capire la nostra intimità o a risolvere situazioni di disagio interiore che altrimenti non troverebbero una facile risposta;
- Questa particolare capacità può tornare utile anche nella predizione e nella previsione di stati d’animo e situazioni spiacevoli: poter pensare non solo durante le ore diurne ma anche in quelle notturne può darci una maggiore facoltà di pensiero e di riflessione, permettendoci di provare delle sensazioni da un diverso punto di vista, oltre che aiutarci a sviluppare una sorta di sesto senso onirico;
- Di certo il totale autocontrollo psicofisico è un buon incentivo per migliorare anche la nostra autostima: sentirci padroni di noi stessi è il primo passo per rapportarci con gli altri in modo sereno e senza futili invidie o sentimenti negativi;
- Il coraggio di affrontare una situazione di dormiveglia che può tramutarsi in incubo da un momento all’altro non è poi da tutti, ma anche qui è richiesta una certa dose di carisma oltre che di curiosità.