La danzaterapia è una particolare tecnica terapeutica basata sull’espediente artistico della danza e della musica per raggiungere uno stato di benessere psicofisico individuale. Questa pratica, nota anche come danzamusicoterapia o con l’acronimo D-M-T (che sta proprio per danza in movimento in musica) si fonda sulla teoria olistica dell’unione tra parte fisica, parte razionale, parte psichica e parte emotiva di un singolo individuo: l’equilibrio tra le parti è la chiave per uno stato di salute interiore ed esteriore. Il movimento e il trasporto dell’individuo sono i passaggi fondamentali che permettono la liberazione di tutti quei blocchi mentali che i ritmi frenetici del quotidiano possono provocare. In altre parole, grazie alla danzaterapia, si può scoprire una nuova e più profonda interiorità, sulla quale possiamo fare affidamento ogniqualvolta ne sentiamo la necessità, in ogni situazione difficile della vita che richieda anche solo una pausa spirituale nella quale ognuno di noi può rigenerarsi.danzaterapia mente corpo terapia foto1L’origine della danzaterapia va ricercata prima di tutto tra le sue forme primordiali, ovvero tra le danze tribali o evocative tipiche delle tribù indigene dell’Africa pre-colonizzazione o tra i rituali degli Indiani d’America. Il loro trasferimento nelle zone europee pare debba esser ricollegato proprio al fenomeno della colonizzazione, che ha fatto conoscere agli europei diversi nuovi usi e costumi, sia agli europei dei futuri Stati Uniti, sia a quelli dell’Europa moderna.

Le prime testimonianze ufficiali risalgono ai primi anni del ‘900, in Inghilterra, mentre dobbiamo avanzare fino agli anni ’30/40 dello stesso secolo per trovare le prime forme di danzaterapia anche in America. La tecnica terapeutica vera e propria si affina nel corso degli anni, e si può parlare delle prime manifestazioni di danza, movimento a fini terapeutici a partire dagli anni ’60. La Francia sembra essere la culla di questa evoluzione dello strumento motorio, infatti proprio in suolo francese prendono piede i primi insegnamenti di artisti e coreografi pseudo-professionisti, che mirano a sfruttare al massimo l’energia data dalla danza per trasformarla in energia mentale.

In Italia la danzaterapia fatica ad imporsi e a farsi conoscere dal grande pubblico, in contrasto invece con le realtà degli altri paesi europei. Solo negli ultimi tempi, grazie anche all’innovazioni di dottori spiritualisti come Renata Righetti, le terapie in movimento e la danzamusicoterapia hanno pian piano allargato i loro orizzonti d’influenza e di interesse.

L’evoluzione della terapia ha visto l’innesto anche di canti e cori di gruppo, che alimentano il nesso anima-corpo, e permettono un’esperienza sensoriale a 360 gradi per chiunque vi prenda parte.L’idea alla base della pratica della danzaterapia è quella del nesso indissolubile tra mente e corpo. Da qui si dipanano varie strategie e varie tecniche di movimento che, secondo la la DMT, aiutano l’individuo a liberarsi sia fisicamente che psicologicamente. I movimenti del corpo che ognuno di noi spontaneamente realizza in uno spazio libero sono espressione esteriore, riflesso tangibile dei nostri sentimenti e della nostra percezione della realtà. Uno dei principi base va quindi ricercato nella presa di coscienza del proprio corpo come strumento conoscitivo della mente, la sua importanza e il suo ruolo comunicativo nella gestualità. Dopo la presa di coscienza è fondamentale l’atto di fede nella componente musicale e della danza, nella differenza tra un movimento e l’altro, tra il silenzio e la musica, tra la meditazione e la riflessione. Altri principi fondamentali sono la calma e la pazienza, necessarie per raggiungere uno stato di sublimazione spirituale, che non può essere nemmeno contemplato se prima non c’è a monte un lungo processo di conoscenza e dedizione. Molto spesso gli scettici che si avvicinano alla danzaterapia con le maggiori perplessità sono proprio quelli che si rivelano più felicemente sorpresi dagli effetti benefici che questa può conferire. Nonostante i dubbi iniziali, infatti, si può arrivare ad abbattere la barriera tra corpo e mente, tra ciò che è fisico e ciò che è spirito, cogliendo in profondità i problemi che ci affliggono nel quotidiano e imparando a gestirli e a vederli con occhi diversi.L’azione della danzaterapia si divide in diverse aree di influenza, dalle più tangibili a quelle più remote e apparentemente impercettibili. Il movimento della psiche si può rivolgere infatti a queste zone emotive:

  • la dimensione dei rapporti: in questa realtà si possono migliorare molti aspetti grazie alla danzaterapia; i rapporti di coppia, il rapporto con la famiglia, o anche semplicemente quello con gli amici di sempre, possono essere consolidati attraverso un atteggiamento positivo, conferito proprio dall’attività della DMT;
  • la dimensione della conoscenza: con conoscenza s’intende la consapevolezza del proprio corpo e della propria interiorità; difatti si possono raggiungere fasi di riflessione in movimento che ci permettono di approfondire noi stessi, in tutti i sensi;
  • la dimensione psicofisica: in senso strettamente letterale anche il corpo può giovare di una maggiore flessibilità se la mente si abitua ad essere più dinamica; ma allo stesso modo l’influenza può essere reciproca, quindi allenando il corpo si può allenare anche la mente;
  • la dimensione psicologica: forse l’area più complicata dove la danzaterapia può agire, ma non per questo meno efficace; difatti questa pratica può contribuire enormemente nel superamento di blocchi mentali, di fobie, di traumi, favorendo l’autostima e la crescita della personalità.

danzaterapia mente corpo terapia foto2Il danzaterapeuta è colui che si occupa di favorire questa conciliazione tra psiche e corpo, ed è in grado di istruire i suoi allievi attraverso gli esercizi più mirati ed efficaci.
In particolare un danzaterapeuta deve essere specializzato nella conoscenza del linguaggio del corpo e in quello della mente, in modo da saper conciliare queste due unità, permettendone la comunicazione costruttiva. Deve quindi possedere delle ottime qualità fisiche, ma anche teoriche e psicologiche, in quanto si trova spesso ad aver a che fare con allievi in fase di terapia, in situazioni di recupero o comunque non sempre facili da gestire. La deontologia di questa attività professionale risulta quindi molto delicata, e saperla rispettare, ottenendo allo stesso tempo dei risultati soddisfacenti, non è di certo un compito facile, che richiede quindi la presenza di una figura competente.