La pianta di Chelidonium majus è una pianta molto usata in omeopatia si caratterizza per il fatto che quando viene spezzata lascia gemere un latice di colore giallo-arancio.
La pianta di Chelidonium majus è una pianta molto usata in omeopatia si caratterizza per il fatto che quando viene spezzata lascia gemere un latice di colore giallo-arancio e questo latice risulta contenere alcaloidi fra cui il principale è la Chelidonina, il succo è caustico se viene a contatto di pelle e mucose: per tale motivo era impiegato, in medicina popolare, nel trattamento di verruche e dei porri.La pianta per l’azione spasmolitica viene spesso impiegata nei disturbi spastici a carico delle vie biliari e della porzione superiore del canale digerente.
Nome comune: Chelidonia o Celidonia; Erba dei porri Famiglia: Papaveraceae Parte utilizzata: parte aerea
Costituenti principali:
alcaloidi (0,3-1%; nella radice fino al 2,8%): chelidonina, cheleritrina, sanguinarina ecc.
Il contenuto in alcaloidi delle parti aeree, inferiore a quello delle radici e rizomi, diminuisce ulteriormente durante la conservazione e l’essiccamento.
disturbi spastici delle vie biliari e del tratto gastrointestinale; verruche (uso topico del latice).
Chelidonia, dal greco chelidon = rondine: la pianta fiorisce nella stagione delle rondini.
«Gli oculisti romani avevano dei suggelli o tavolette in pietre più o meno preziose, su cui facevano scolpire, oltre al proprio nome, i colliri che di preferenza preparavano od usavano. Il dottor Sichel ne illustrò parecchi, dispersi in varii gabinetti numismatici ed antiquarii; ed uno di essi, che venne giudicato appartenere al terzo secolo dell’era cristiana, porta un’iscrizione abbreviata, che si interpretò per: Sextus pollet solemnes chelidonias ad caliginem = Sesto si distingue in preparare la Chelidonia per la debolezza della vista».
Il latice, diluito in acqua, era impiegato nelle oftalmie da cui il nome, in Francia, di Grande Éclaire attribuito alla pianta.
La cosmesi popolare fa uso della pianta fresca per eliminare la forfora.
Esaminando la farmacodinamica degli alcaloidi si può comprendere in parte la sua attività, difatti la Chelidonina presenta proprietà antispamodiche e debolmente ipnotiche e viene inoltre segnalata un’azione analgesica e sedativa a carico del sistema nervoso centrale.
Tuttavia, viste le caratteristiche della pianta, il trattamento deve essere fatto solo sotto stretto controllo medico.