La luce è una componente fondamentale della vita di tutti i giorni, anche se spesso non ce ne accorgiamo e tendiamo a non rifletterci su. La luce è essenziale per la natura, determina la nostra visione del mondo e i ritmi delle nostre giornate. L’avvento della luce elettrica è stata una tappa fondamentale per l’uomo, ma quel che non tutti sanno è che la luce può essere usata anche a scopi curativi. In questo caso si parla di fototerapia, una tecnica che utilizza sia la luce naturale che quella artificiale per ottenere effetti benefici su mente e corpo.La parola fototerapia ha origini greche e, tradotta, significa “terapia con la luce”. Per avere un’idea sui potenziali effetti benefici della luce basti pensare che i paesi del Nord Europa, quelli dove la luce scarseggia, sono anche quelli dove la depressione è più diffusa rispetto ad altre zone del mondo. Ecco allora che, sfruttando la luce artificiale per trarne gli stessi benefici ricavabili da quella naturale – ma senza limiti logistici –, la si usa per curare specifiche patologie. La fototerapia è un metodo terapeutico che riproduce l’utile azione dei raggi del sole riproducendoli in modo artificiale. A venire riprodotti sono quindi i raggi ultravioletti. I raggi UVA o UVB hanno però anche delle componenti dannose, quindi oggi si predilige l’uso dei raggi a banda stretta, ossia gli UVB-NB. Usare la luce come terapia ha effetti positivi in molte situazioni, in particolar modo agisce beneficamente su molti problemi dermatologici. Le attrezzature per la fototerapia, chiamate light box, si possono usare per zone limitate del corpo o per una copertura totale.
Di solito le sedute avvengono nelle prime ore del mattino, cioè il momento in cui sono più efficaci, e hanno una durata variabile a seconda di quale patologia si sta curando. Fondamentali sono la costanza e il monitoraggio dei progressi raggiunti da parte di un medico.Questa terapia può essere applicata, con ottimi risultati, in diversi casi. Uno dei campi dove viene largamente utilizzata è la cura della pelle, come aiuto alla dermatologia. Viene anche usata per combattere i disturbi psichici, o le alterazioni del ritmo sonno – veglia (ad esempio chi lavora anche di notte a causa dei turni, chi non riesce a dormire oppure ha difficoltà a superare il jet lag).
Per quanto riguarda il benessere della cute, ad esempio, la luce viene utilizzata anche per contrastare l’ittero neonatale. L’uso della fototerapia per curare l’ittero nei neonati ha un’origine curiosa. È stata un’infermiera, nel 1956, a notare che i piccoli ricoverati guarivano più in fretta se il loro lettino era collocato vicino alle finestre. L’ittero non è altro che la colorazione giallastra che assumono la pelle e gli occhi quando, nel sangue, la bilirubina raggiunge livelli troppo elevati. La luce ha appunto la proprietà di ridurre il livello di bilirubina, modificandone l’assetto e rendendola eliminabile in modo naturale da urine e bile. Partendo da questo presupposto sono nate delle cure che utilizzano la luce artificiale per guarire l’ittero neonatale. In un primo momento è stata adoperata la luce bianca, in seguito quella blu. Quest’ultima però è talmente forte da disturbare il personale, causando disagi, e l’apparecchiatura dev’essere coperta con un panno scuro. Il neonato si trova così impossibilitato ad osservare l’ambiente esterno, il che è un inconveniente non da poco. Per questi motivi, negli ultimi tempi si stanno provando ad utilizzare delle lampade a luce verde: sono meno invasive e i risultati sono quasi uguali.
Un altro caso in cui la fototerapia viene applicata con successo è la cura della psoriasi, cioè un’infiammazione della pelle, oltre che dell’acne, dell’eczema e della vitiligine. Inoltre, esporsi in modo prolungato alla luce stimola l’attivazione della vitamina D: ecco perché questa terapia viene utilizzata anche per prevenire malattie come il rachitismo.
Va però considerato che sottoporsi a cure di questo tipo è molto impegnativo, sia a livello di tempo che sul piano economico. Bisogna infatti recarsi in ospedale di mattina presto, due o tre volte alla settimana, per circa tre mesi. Spesso i pazienti la giudicano una tecnica poco pratica, soprattutto perché non esistono alternative a domicilio. Succede così che qualcuno opti per i solarium, senza considerare che non può essere una soluzione paragonabile ad una terapia: la luce utilizzata è completamente diversa, e può fare danni anziché aiutare.Un altro settore molto interessante dove viene utilizzata la fototerapia è quello della cura del benessere psichico. Disturbi dell’umore e depressione possono ricevere un aiuto significativo verso la guarigione dalla terapia della luce, chiamata anche light therapy. La presenza o l’assenza della luce del sole, infatti, ha un potere non indifferente nel condizionare l’umore degli individui. Questo potere si accentua se già si soffre di instabilità emotiva, oppure ci si trova in un periodo della vita di particolare fragilità. Come accennato in precedenza, ci sono zone del mondo dove la luce scarseggia per alcuni periodi. Proprio in questi mesi bui non è raro venire colpiti da una forma di depressione che è detta stagionale, la Seasonal Affective Desease. L’umore è sempre cattivo, si perde la voglia di uscire di casa e incontrare le persone: e non c’è da stupirsi poi molto, se si pensa alle poche ore nell’arco della giornata in cui il sole si fa vedere. Spesso questa situazione va a sommarsi ad una generale situazione di debolezza mentale e sconforto, presente non solo nei mesi privi di luce. Alcuni farmaci antidepressivi favoriscono la produzione di quello che viene chiamato l’ormone del buon umore, ovvero la serotonina, ma spesso sono accompagnati anche da effetti collaterali da non sottovalutare. La fototerapia invece è priva di queste complicazioni ed è ottima per aumentare la produzione di serotonina. Nei Paesi dove la luce scarseggia è abbastanza comune sottoporsi a delle sedute di Light Therapy, di solito alla mattina, per circa dieci minuti al giorno. Curarsi con la light therapy è un ottimo modo per combattere la depressione, ma non solo: sedute di fototerapia vengono proposte anche agli studenti Erasmus che si recano al Nord.