L’ iperlordosi è un aumento eccessivo della curva lombare della nostra colonna vertebrale, per il quale la nostra postura subisce un inarcamento all’ indietro, più o meno evidente a seconda della gravità del disturbo.
Avevamo già fatto riferimento allo scompenso vertebrale della lordosi parlando della ginnastica correttiva come possibile soluzione al problema. Ma la lordosi rappresenta una semplice “sorella minore” della ben più grave “iper”lordosi, la quale identifica uno stadio molto avanzato in senso negativo dell’ anomalia in questione. La differenza tra i vari livelli di lordosi è dettata dal grado dell’ angolo di curvatura che assume la nostra schiena: più arcuata sarà la sua curva, più avanzato sarà il livello del disturbo.
Tra le varie cause che possono provocare la lordosi e l’ iperlordosi vi sono delle alterazioni di origine congenita, altre cause possono essere le conseguenze ad un trauma molto importante, altre ancora possono derivare dalla degenerazione di altre patologie e disturbi che interessano la zona lombare, o sono comunque ad essa adiacenti.L’ iperlordosi lombare è facilmente riconoscibile nei soggetti che ne sono colpiti. Difatti la postura tipica delle lordosi è già di per sé piuttosto evidente, indi per cui lo sarà ancora di più nei casi di iperlordosi.
In particolare si può riconoscere quando un soggetto presenta un bacino in posizione avanzata, molto sporgente, molto spesso in concomitanza con un addome altrettanto esposto; la posizione dei glutei vede un insolito arretramento e un leggero inarcamento verso l’ alto; può accadere anche che vi sia una percettibile rotazione del bacino, che può degenerare anche in scoliosi.Le cause più frequenti che possono provocare l’ iperlordosi lombare sono diverse. Come accennato nel paragrafo precedente, le cause si dividono in cause congenite, cause traumatiche e cause degenerative, in conseguenza di altre patologie. Molto frequente è l’ assunzione di una postura scorretta durante il giorno, specie se si svolge un’ attività sedentaria e si resta seduti per diverse ore, incrementando gli effetti negativi che ne derivano. Altrettanto frequente, ma forse meno nota, è la lordosi e l’ iperlordosi provocata dalla gravidanza: infatti il peso della donna incinta si concentra tutto sulla zona anteriore del “pancione”, e proprio per questo lo sforzo per mantenere il corpo in equilibrio e in posizione eretta sarà svolto quasi completamente dalla schiena, e in modo particolare dalla fascia lombare. Più rara è la formazione di un caso di iperlordosi in seguito ad artrosi e rachitismo, anche se entrambe le patologie non sono da sottovalutare e vanno tenute sempre sotto controllo. Anche un semplice stato di sovrappeso può comportare un’ infiammazione della zona lombare, fino a degenerare in una vera e propria iperlordosi. Infine va citata anche l’ ernia del disco tra le possibili complici di una postura scorretta e di una lordosi latente.Il primo consiglio è quello di verificare con il proprio ortopedico se effettivamente siamo di fronte ad un caso di iperlordosi lombare, dopodiché ci si può preoccupare degli eventuali rimedi. Tra questi il più utilizzato è senza dubbio quello della ginnastica correttiva (come spiegato in modo più dettagliato nel nostro articolo in proposito).
Nel caso di situazioni di sovrappeso è bene sottoporsi ad un piano di dieta mirata dimagrante. In alcuni casi può risultare sufficiente l’ utilizzo di un plantare adatto, che permette di dare sollievo e beneficio a tutta la postura del corpo e della colonna vertebrale.
Purtroppo nei casi più gravi può essere necessario il ricorso alla chirurgia correttiva.
Ma vediamo un interessante metodo meno noto ma dai risultati alquanto promettenti.Il metodo Mézières è stato introdotto verso la fine degli anni Quaranta da una esperta in fisio e massoterapia francese, Françoise Mézières. La grande intuizione di questa dottoressa francese fu quella di collegare in un rapporto di interdipendenza il lavoro dei muscoli in rapporto alla postura.
Infatti se abbiamo una certa fascia muscolare sottosviluppata o non allenata a sufficienza, potremmo avere delle conseguenze sulla nostra struttura generale, sulla nostra postura. Viceversa se è la struttura corporea per prima ad essere deformata, di conseguenza anche le funzioni e le attività muscolari avranno delle ricadute in tal senso. Questo rapporto di interdipendenza tra le parti comporta un inevitabile scompenso continuo e un rischio potenziale che si manifestino disturbi ancora più gravi o che le anomalie già presenti possano degenerare.
Un esempio di eziologia legato all’ iperlordosi piuttosto comune, ma molto spesso ignorato, è quello che riguarda l’ ansia. Una determinata zona dorsale può trovarsi in una situazione di stress a seguito di uno stato frequente d’ ansia, che provoca una respirazione affannosa o semplicemente troppo corta. Ciò può portare ad un irrigidimento dell’ intera regione dorsale, che a sua volta sovraccarica di lavoro altre regioni che devono compensarne la mancanza di mobilità, fino ad arrivare ad un danno per eccesso di lavoro in quest’ ultima fascia muscolare. In questo caso si comprende facilmente di come la causa del disturbo si possa trovare molto “distante” dalle conseguenze e dai sintomi che effettivamente provocano il dolore che avvertiamo.
La novità introdotta dalla Mézières si può riassumere nella sentenza riassuntiva «il problema non è dove mai dove si avverte il dolore»: infatti non ci si deve limitare alla singola zona colpita dalla percezione del dolore, ma si deve cercare la vera origine dello scompenso fisico, applicando uno spettro d’ indagine più ampio.
Nel caso specifico dell’ iperlordosi lombare il metodo francese mira ad un lavoro di correzione strutturale, che si basa su posture, stretching, rilassamento del muscolo, allungamento delle fasce interessate. L’ applicazione della pratica Mézières richiede una grande conoscenza della materia da parte del fisioterapista, una buona preparazione di fondo, che tiene in considerazione il funzionamento del corpo nel suo insieme. Il procedimento prevede una distensione della zona da cui scaturiscono tutti gli errori posturali conseguenti. Una volta risolta la tensione nell’ area principale, si può risalire fino alla fascia muscolare ed ossea che manifesta esteriormente il disturbo e provoca il dolore.
Solitamente il fisioterapista lavorerà sulla fascia addominale e sui muscoli interni, come l’ ileopsoas, che si occupano di mantenere in posizione eretta l’ individuo, e sorreggono anteriormente la colonna vertebrale, regolandone le movenze.