Lo sapevate che all’ interno del nostro organismo si può trovare questo particolare battere? Spesso è causa di malesseri più o meno gravi, soprattutto quando si tratta di intestino, ma andiamo ad analizzare meglio cos’è l’ Escherichia coli.Gli Escherichia coli sono dei batteri di tipo gram-negativo non sporigeni che possiedono la caratteristica forma di bastoncello; hanno la capacità di sopravvivere in ambienti sia aerobici che anaerobici (difatti sono definiti anche anaerobi facoltativi). Esteriormente può o meno produrre flagelli e pili (che sono sottili come un capello e fungono da protezione) a seconda delle loro esigenze ambientali.
I ceppi di Escherichia coli sono stati ritrovati in tutte le parti del mondo e vivono come “ospiti” in gran quantità sia negli animali che negli uomini come parte della normale popolazione batterica nell’ intestino crasso.
Di questi organismi si sa che hanno probabilmente coesistito assieme gli esseri umani per migliaia di anni, ma solo nell’ anno 1885 sono stati individuati ed isolati dal ricercatore T. Escherich, dal quale deriva l’ attuale denominazione in uso.
I ceppi di Esceherichia coli sono una delle cause più frequenti di diverse infezioni batteriche comuni, tra le quali la colecistite, la batteriemia, la colangite, le infezione delle vie urinarie (IVU) e la “diarrea del viaggiatore”, oltre che di altre infezioni di tipo clinico come ad esempio la meningite neonatale, la polmonite, gli ascessi addominali, e la sindrome emolitica uremica (SEU).
Ci sono dai 4 ai 6 “gruppi” di Escherichia coli, questi gruppi vengono determinati approssimativamente in base alla loro capacità di essere la causa di determinate malattie o patologie che sono elencate di seguito:
1. UPEC (E. coli uropatogeno) – si tratta delle infezioni del tratto urinario, una delle più diffuse affezioni causate dal battere, che nel caso colpisca la vescica prende il nome di cistite, mentre se ad essere infetti sono i reni e gli ureteri viene chiamata pielonefrite.
2. ETEC (E. coli enterotossigeno ) – è la causa della gastroenterite anche gravi, deriva dall’ ingerimento da parte di una persona di alimenti o liquidi contaminati da feci; comunemente queste infezioni vengono chiamate anche “diarrea del viaggiatore”.
3. EPEC (E. coli enteropatogeno) – si tratta del primo agente patogeno legato ad infezioni diarroiche, che comunemente è associato ai casi di diarrea infantile; i ceppi di questo battere attaccano l’ epitelio dell’ intestino tenue, impedendone il corretto assorbimento delle sostanze.
4. EHEC (E. coli enteroemorragico) – questo battere agisce nell’ intestino crasso, dove viene incubato per circa 4 giorni contraddistinti da attacchi di diarrea non sanguinolenta che poi tramuta in violenti dolori all’ addome e diarrea sanguinolenta.
5. DAEC (E. coli diffusamente aderenti) – in questo caso il battere è diffuso principalmente tra i bambini di età inferiore ai 5 anni, agendo nell’ intestino tenue e causando attacchi di diarrea acquosa benigna.
6. EAEC (E. coli enteroaggreganti) – è un ceppo diffuso maggiormente nei paesi in via di sviluppo ed è la causa di diarrea acquosa principalmente nei viaggiatori e nei bambini; agisce sempre nell’ intestino tenue attraverso la produzione di muco che isola e aggrega i batteri.
Come si può evincere da questo elenco, alcune delle sindromi di malattia presenta tratti in comune con altre, questo è il motivo per cui gli esperti non sono d’accordo sul numero effettivo dei gruppi batterici (EPEC, EAEC, DAEC e ETEC sono spesso raggruppati insieme).Andando ad analizzare l’ Escherichia coli O157: H7, la tipologia più pericolosa, si nota che appartiene al ceppo di Escherichia coli enteroemorragica: il nome di E. coli O157: H7 a primo impatto può risultare complesso, ma se analizzato nel dettaglio, si scopre che gli scienziati utilizzano i numeri e le lettere per designare specificamente le piccole differenze dei vari ceppi. Il numero O157 identifica il sierotipo che racchiude l’ antigene “O” (gli altri sono K,H ed F), mentre l’ H7 sta ad indicare il tipo di antigene presente sui flagelli del batterio; queste denominazioni sono utilizzati per identificare i ceppi che causano malattie specifiche oltre che per identificare i focolai di malattia.
L’ Escherichia coli O157: H7 è di grande interesse per il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) e in generale per i medici di tutto il mondo proprio a causa del ceppo di questo batterio può essere particolarmente virulento e addirittura letale anche se contratto da individui relativamente sani.
Gli scienziati hanno stimato che bastano solamente 10-100 organismi circa, se ingeriti, per provocare le malattie, a differenza della maggior parte degli altri E. coli che hanno invece bisogno tra 10.000 fino ad oltre un milione di organismi per produrre la malattia.
Focalizzandosi sempre su questo ceppo si scopre che è la causa di molti focolai di malattia e a conferma di ciò gli studi suggeriscono che almeno 70.000 infezioni si verificano ogni anno solamente negli Stati Uniti.
Inoltre l’ Escherichia coli O157: H7 può causare fino al 50% di mortalità negli anziani soprattutto se i pazienti sviluppano la porpora trombotica trombocitopenica (PTT o sindrome di Moschowitz, ovvero la coagulazione delle piastrine e sanguinamento).
Sfortunatamente, questo tipo di batteri si diffonde abbastanza facilmente tra le persone in quanto è contenuto in cibi e liquidi contaminati.Soffermiamoci ora sui sintomi che si palesano una volta contratta un’ infezione da Escherichia coli, che possono essere suddivisi in due gruppi, a seconda della gravità della malattia.
Per quanto riguarda i sintomi più lievi possiamo citare:
- Sensazione di nausea,
- Episodi di vomito,
- Crampi allo stomaco,
- Febbre lieve (circa 37,5-38 C),
- Perdita di appetito,
- Attacchi di diarrea,
- Attacchi di diarrea sanguinolenta,
- Gas intestinale.
Infezioni più gravi invece possono comportare i seguenti sintomi:
- disidratazione con abbassamento della produzione di urina,
- insufficienza renale con ritenzione idrica e gonfiori,
- anemia,
- problemi di coagulazione del sangue (ecchimosi),
- shock settico (bassa pressione sanguigna),
- Nel peggiore dei casi, molto raramente, anche la morte.
In ogni caso, la maggior parte degli individui colpiti dall’ Escherichia coli (solitamente i bambini fino ai 5 anni e gli anziani) non presentano infezioni particolarmente gravi, che si presentano nell’ arco di 3 – 5 giorni dopo essere venuti a contatto con alimenti e sostanze contaminate.
Pertanto nei casi più comuni l’ infezione svanisce entro 10 giorni dalla prima comparsa dei sintomi, senza la necessità di particolari trattamenti antibiotici.
Purtroppo però non sempre accade ciò ed in alcuni casi, circa il 10%, l’ infezione anziché migliorare si aggrava rendendo necessario il ricovero in ospedale.