L’ elettromiografia è uno specifico tipo di diagnosi, che esamina in modo mirato eventuali disturbi a livello neurale o muscolare. L’ elettromiografia è nota anche con la sigla EMG e raduna sotto di sé varie tecniche di controllo dello stato di salute del nostro organismo, quali la elettromiografia ad ago, la velocità di conduzione, oppure la elettroneurografia. Le malattie solitamente individuate tramite questi controlli sono note con il nome di miopatia o neuropatia, rispettivamente la malattia che colpisce i muscoli e la malattia che danneggia invece i nervi. Va fatto norare come ‘ elettromiografia si distingua dalle moderne metodologie di esame morfologico in quanto si occupa solo e soltanto di individuare se il muscolo o il nervo sotto esame funzionano in modo corretto o se presentano invece delle anomalie. Il suo limite risiede proprio nella impossibilità di stabilire l’ eziologia e la morfologia di tali anomalie, che sono invece riconoscibili tramite altri tipi di esame, come l’ ecografia o la risonanza magnetica ad esempio.elettromiogrfia emg funzione foto1Di norma l’ elettromiografia avviene in due fasi. La prima consiste nella sopracitata analisi della velocità di conduzione, nella quale si esaminano le prestazioni di un impulso elettrico lungo il nervo. Nello specifico tramite lo studio della velocità di conduzione di questo stimolo elettrico possiamo controllare il raggio del suo potenziale elettrico e la sua latenza attraverso un altro stimolatore posizionato sulla superficie del nervo. Attraverso lo stesso metodo possiamo anche rilevare le prestazioni di un impulso elettrico lungo un muscolo.

Nella seconda fase entra in gioco lo studio tramite ago, o meglio tramite un elettrodo a forma di ago, che penetra la cute e raggiunge l’ eventuale nervo o muscolo. Questa penetrazione va a controllare tre momenti diversi del nervo o del muscolo: prima in una situazione di riposo o stasi, una seconda di leggero stimolo e infine l’ ultima di contrazione massima e massimo sforzo. Il risultato viene studiato calcolando l’ effettività muscolare sotto sforzo, in base a dove si situa una immaginaria linea di separazione tra l’ attività dello stimolo elettrico e l’ effettiva attività muscolare. Come si può intuire, tanto più sarà importante la risposta muscolare del nervo rispetto all’ impulso elettrico tanto più sarà positiva l’ analisi e altrettanto positivo il responso. Al contrario se si rilevano attività muscolari tardive si potrebbe essere di fronte a uno stato di sofferenza del nervo o del muscolo in generale.Una domanda molto comune e che tormenta molti pazienti che sanno di doversi sottoporre a questo tipo di esame è proprio se l’ EMG provoca dolore. Si? No? Quanto? Per quanto tempo si deve sopportare?

Come spesso accade la risposta non può essere univoca e uguale per tutti. La sensazione di dolore provocata da questo esame è strettamente legata alla penetrazione dell’ ago nella cute fino a raggiungere il nervo. Il dolore percepito può essere diverso da persona a persona, anche in base alla differente soglia di sopportazione di ognuno di noi. Inoltre va detto che il fastidio provocato dall’ ago può aumentare e variare nel corso dell’ analisi, in quanto subentrano anche l’ impulso elettrico lungo il muscolo e la contrazione di quest’ ultimo. La stimolazione del nervo avviene in un lasco di tempo molto contenuto, breve ma molto intenso. Il dolore può aumentare anche in base alla posizione del nervo che subisce l’ impulso elettrico, a seconda di quanti nervi vi sono collegati e a che muscolo è connesso. Durante l’ analisi non sono previste anestesie poichè potrebbero andare ad interferire con il risultato dell’ analisi, alterando l’ effettiva attività del muscolo esaminato. Va ricordato anche che vi possono essere degli effetti a posteriori, nelle ore successive all’ analisi, durante le quali il muscolo può percepire ancora un po’  di indolenzimento e non essere operativo al 100%. Ma il tutto rientra nel normale protocollo post esame.É molto importante informare il medico prima di un esame in caso di presenza di pacemaker o se si sta assumendo qualche farmaco invadente che può interferire con l’ esame elettromiografico. Sappiamo che non è previsto alcun genere di sostanza anestetiche, ma nonostante questo è possibile ottimizzare il risultato dell’ elettromiografia, rendendo più facile il compito del medico e meno invadente l’ esame per il paziente. Innanzitutto non si devono applicare creme o simili sulla superficie della zona interessata in quanto rallentano e complicano il lavoro degli impulsi elettrici: in questo modo si rischia di dover aumentare il numero di penetrazioni sottocutanee. Inoltre è fortemente consigliata la massima attenzione alle istruzioni del medico, quando rilassare e quando contrarre il muscolo. In tal maniera saranno necessarie meno punture e di minore intensità, e il risultato delle analisi sarà subito chiaro e affidabile.

La durata dell’ esame varia a seconda di tutte questi fattori, può passare dai 20 minuti di analisi all’ ora abbondante, specie se sono necessari più punture in punti differenti.elettromiogrfia emg funzione foto2I numerosi studi scientifici alle spalle di questo genere di esame hanno sempre dimostrato l’ assoluta affidabilità dell’ operazione e l’ assoluta mancanza di conseguenze negative per il paziente. La sicurezza è perciò garantita a patto che si seguano in modo pedissequo le istruzioni del medico. Vi possono essere delle eventuali conseguenze fisiche dovute a ematomi o lividi che si possono manifestare nella superficie della zona analizzata, ma senza alcune conseguenza seria o pericolosa. Inoltre, indolenzimento a parte, il muscolo analizzato è in grado di funzionare senza troppe complicazioni anche pochi minuti dopo l’ EMG. Comunque è sempre consigliata una visita di controllo qualche giorno dopo l’ esame per verificare che non vi siano complicazioni o simili.L’ elettromiografia è fondamentale per il riconoscimento di malattie muscolari, in particolare: sindrome del solco ulnare, sindrome di Guyon (blocco del nervo che lega canale di Guyon al polso), sindrome del tunnel carpale, miopatia, lesione dei tronchi nervosi, in caso anche di radicolopatie dovute a ernie del disco.

Non risulta invece necessaria se il paziente soffre di tendinite, di contratture o stiramenti muscolari, di dolori articolari vari, da effetti conseguenti a ictus, infarti o sindromi di Parkinson. Va ricordato che non tutti i medici possono richiedere l’ elettromiografia: di norma i medici che più ne fanno uso sono i reumatologi, i neurologi, i i fisiatri, gli ortopedici e i neurochirurghi.