L’ormone steroideo conosciuto con il nome di progesterone appartiene alla famiglia dei cosiddetti progestinici, all’interno della quale rappresenta uno dei nomi più noti. Questo particolare tipo di ormone è presente sia nel sesso maschile che in quello femminile, anche se con una netta disparità a favore delle donne: è infatti prodotto specialmente durante il periodo fertile, in preparazione alla gravidanza.
Proprio per questo motivo è anche una delle cause principali che provocano il ciclo mestruale mensile, che avviene quando l’endometrio (l’insieme delle mucose uterine) inizia a sfaldarsi, ovvero nel momento in cui le quantità di progesterone che prima erano aumentate in preparazione alla gravidanza cominciano a diminuire una volta che questa non si realizza, provocando la mestruazione. Da ciò si può facilmente comprendere l’importanza di questo ormone all’interno dell’argomento “fertilità” e “gravidanza”, sia dal punto di vista per esempio delle coppie che desiderano avere un figlio, sia dal punto di vista di coloro che ricercano un metodo anticoncezionale sicuro.
Ma andiamo ad analizzare le varie nomenclature specifiche che coinvolgono il processo di produzione e le funzioni del progesterone.I progestinici, detti anche progestativi, rappresentano quelle sostanze che contribuiscono al corretto mantenimento della gravidanza e alla progressiva crescita del feto fino al parto. Grazie al loro stretto rapporto con la gravidanza essi possono però anche essere sfruttati in senso opposto, quindi per inibire l’ovulazione: esiste persino una vera e propria pillola progestinica che grazie all’azione degli ormoni in questione aumenta significativamente la viscosità delle pareti uterine, diminuendo le possibilità di impianto dell’ovulo, e modifica in toto la composizione dell’endometrio. L’efficacia di questa pillola è molto alta, quasi insuperabile rispetto agli altri prodotti farmacologici simili.
In Italia è meglio conosciuta sotto il nome di “Desogestrel”, e rientra tra i metodi contraccettivi di ultima generazione anche grazie ai riscontri minimi per quello che riguarda i suoi possibili effetti collaterali: infatti la pillola a base di desogestrel non provoca nausee o emicranie, non va a modificare il nostro peso corporeo o a gonfiare la fascia addominale, non contiene inoltre particolari tipi di estrogeni e può essere assunta anche durante l’allattamento ad esempio.
Ciò favorisce una sua preferenza soprattutto per le donne che soffrono di disturbi vari o semplicemente più soggette a effetti collaterali tipici quando si parla di contraccettivi.Il corpo luteo è una ghiandola endocrina adibita principalmente proprio alla produzione del progesterone e di altri estrogeni minori con funzioni molto simili. La sua formazione occupa una fase ben precisa del ciclo mestruale, ovvero quella in cui le cellule delle ovaie cominciano a riunire insieme varie componenti come proteine e lipidi, assieme alla luteina, da cui prende nome ma anche colore giallo-arancione.
Questo passaggio provoca un aumento ipertrofico del tessuto che culmina con la nascita del corpo luteo appunto. La sua sopravvivenza è legata all’intervento della membrana esterna dell’uovo fecondato che provvede al suo mantenimento. Se questo non viene eliminato ecco che otteniamo la secrezione di progesterone fondamentale per la prima fase della gravidanza e oltre. Se l’uovo invece non viene fecondato avviene la luteolisi, ovvero la distruzione e degenerazione del corpo luteo e di conseguenza la mancata gravidanza.
Una curiosità che molti ignorano è che la pillola anticoncezionale si basa proprio su questi principi per adempiere al suo scopo finale, simulando la creazione di un corpo luteo fittizio.La placenta, dall’omonimo termine latino che significava “torta” a causa della sua forma, è un organo di natura ed esistenza temporanea fondamentale nel rapporto tra feto e corpo materno.
Questa permette durante la gestazione tutti quegli scambi indispensabili per la sopravvivenza del feto, dagli apporti nutrizionali a quelli necessari alla respirazione. La placenta ha anche una funzione secondaria di protezione e isolamento dell’embrione da agenti esterni.Le quantità di progesterone presenti nel nostro corpo variano a seconda dell’età, come si può vedere in questo semplice schema che riporta i cambiamenti del progesterone fino all’età adulta:
Sesso maschile:
1 – 22 mesi: 0.87 – 3.37 ng/ml
2 – 11 anni: < 0.15 ng/ml
12 – 18 anni: (nella fase della pubertà si avvicinano sempre più a quelli della fase adulta)
Età adulta: 0.20 – 1.40 ng/ml
Sesso femminile:
1 – 22 mesi: 0.87 – 3.37 ng/ml
2 – 11 anni: 0.20 – 0.24 ng/ml
12 – 18 anni: (nella fase della pubertà si avvicinano sempre più a quelli della fase adulta)
Età adulta: 0.20 – 1.40 ng/mlQuesto ormone steroideo possiede l’insolita caratteristica di somministrazione sotto varie e forme
e attraverso varie modalità. La più “lieve” e meno invadente è sicuramente quella sotto forma di crema da assumere per via vaginale, utilizzata in caso di necessità specifica; sempre per via vaginale il progesterone può essere assunto attraverso piccoli ovuli.
La modalità più comune resta comunque quella “classica”, ovvero attraverso compresse che si possono tranquillamente assumere per via orale, mentre in alcuni casi particolari, dove il suo innesto necessita un intervento più celere, la somministrazione avviene attraverso l’iniezione di soluzioni ricche di ormoni progestenici, che possono raggiungere la zona interessata più velocemente.Come per tutti gli ormoni anche l’assunzione del progesterone può far riscontrare degli effetti indesiderati che riguardano principalmente l’organo genitale femminile: tra i più comuni infatti risultano alterazione del ciclo mestruale, significative perdite vaginali, alterazione del desiderio sessuale che può avere degli alti e bassi molto evidenti.
Ad un secondo livello di analisi troviamo invece gli effetti indesiderati meno riscontrabili con l’assunzione di progesterone ma al contrario condivisi con un’infinità di altri farmaci o simili: tra i più diffusi troviamo possibilità di cefalee, emicranie, insonnia, nausea, diarrea, dolori addominali. Meno frequenti ma non per questo da sottovalutare sono conseguenze di matrice dermatologica quali acne e altri rush cutanei che possono provocare fastidiosi pruriti.
Tra le cause principali che provocano il manifestarsi di questi esiti imprevisti concorrono sempre e comunque le scorrette modalità di assunzione dell’ormone in esame, sia a livello qualitativo ma in particolar modo quello quantitativo, poiché è facile quando si parla di sostanze simili sovraccaricare il nostro organismo costringendolo a reazioni inaspettate.