Gli ultimi anni sono stati molto importanti per il mondo della medicina e quello dei farmaci in particolare. Abbiamo assistito ad una diffusione sempre più grande di pastiglie e pastigliette che ci permettono di curare o di inibire qualsiasi tipo di disturbo. Ma com’è possibile che questi farmaci apparentemente innocui possano risolvere ogni singolo problema (si parla di disturbi non troppo invadenti) senza provocare delle conseguenze, magari riguardanti altri apparati del nostro organismo?
Un esempio emblematico di questo fenomeno è quello degli ormai celebri “gastroprotettori”, una famiglia di farmaci che da qualche tempo mantiene ben saldo il primato di prodotto farmacologico più venduto. La denominazione specifica di questa classe di farmaci è “inibitori della pompa protonica”, con la sigla PPI, o IPP. Sono facilmente riconoscibili grazie alla desinenza comune: tutti i principi attivi presenti in queste pastiglie terminano in «-zolo» e giocano un ruolo molto simile. Indi per cui anche le conseguenze negative e gli effetti collaterali sono altrettanto simili e pericolosi per tutti i gastroprotettori. Andiamo a conoscerli più a fondo.La funzione principale di questi principi attivi è quella di regolare, e talvolta bloccare del tutto, il normale processo di acidificazione che avviene nel nostro stomaco. Il protagonista di questo processo è la pompa protonica che troviamo all’interno dei complessi di cellule dello stomaco; questa pompa si occupa di “acidificare” il nostro sistema gastrico grazie al rilascio di acido cloridrico. Come intervengono quindi i gastroprotettori?
Come accennato nel paragrafo introduttivo, i gastroprotettori entrano in gioco inibendo questa pompa protonica (IPP, inibitori della pompa protonica), impedendo così al nostro stomaco di diventare acido. Il suo pH (la scala di misura dell’acidità o basicità di una qualsiasi soluzione acquosa) raggiunge perciò uno stadio di neutralità piuttosto insolito, specie durante la digestione: basti pensare che quando digeriamo un alimento qualunque il nostro pH ha un livello di acidità attorno al 2; con i gastroprotettori raggiunge il 7.L’effettiva utilità dei gastroprotettori è circoscritta ad un numero di disturbi ben definiti: è necessario assumerli ad esempio quando si soffre di reflusso gastroesofageo, quando vi sono cioè dei reflussi acidi che arrivano a corrodere e infiammare l’esofago; quando si assumono dei cortisoni, specie se particolarmente forti, a chi soffre di gastrite, sempre per diminuire l’acidità dello stomaco e i crampi che ne conseguono, o anche a chi risulti infetto dal batterio dell’Helycobacter pylori. Ovviamente gli effetti collaterali dei gastroprotettori si manifestano quando vi è un abuso, un uso sconsiderato o improprio di questo farmaco.I problemi possono insorgere quando il nostro equilibrio gastrico viene alterato in maniera troppo evidente, provocando delle conseguenze anche gravi in tutto l’apparato. Il danno più grave che i gastroprotettori possono provocare è quello legato ad una risposta allergica in risposta all’effetto dell’IPP.
Quando si viene a creare una situazione di neutralità nello stomaco diventa sempre più complicato e accidentato il processo di digestione, poiché gli alimenti che ingeriamo non vengono trattati e sintetizzati nel modo corretto: ciò permette la sopravvivenza di batteri infettivi, che solitamente venivano eliminati proprio dai succhi gastrici ricchi di acidità. Ma in mancanza di questi, i batteri e i virus sono liberi di muoversi e attaccare il nostro organismo, provocando dei danni molto pericolosi.
Il nostro sistema immunitario entra in gioco solo quando questi ultimi arrivano in altri apparati, che fortunatamente non sono stati inibiti dai gastroprotettori e possono perciò intervenire in contrasto coi virus. Nell’intestino intervengono allora anticorpi e linfociti in modalità protettiva. Anche se il loro intervento difensivo non lascia del tutto incolume il nostro organismo: subentrano infatti dolori, crampi intestinali, infiammazioni, che possono anche degenerare e diventare virali.
I gastroprotettori potrebbero anche essere una delle cause della contrazione del cancro al sistema gastrico, anche in casi di somministrazione per la cura dell’Helicobacter pylori. Possono avere degli effetti indesiderati a livello renale, portare delle infezioni che vanno ad intaccare anche altri organi adiacenti allo stomaco e al sistema gastrico. Alcuni studi dimostrerebbero che assunzioni prolungate di gastroprotettori possono comportare un’accelerazione nel processo d’invecchiamento delle cellule del sangue, e di conseguenza anche dei vasi sanguigni che le ospitano.La questione dei gastroprotettori è molto dibattuta in campo medico, tra sostenitori e detrattori. Purtroppo, come spesso accade, a farla da padrona è la disinformazione in materia, troppe volte anche degli stessi addetti ai lavori. Infatti accade di frequente che il medico di turno prescriva con troppa leggerezza e noncuranza un farmaco delicato come il gastroprotettore. Analisi recenti hanno dimostrato che vi è un abuso di somministrazione di gastroprotettori dovuto proprio all’apparente stato di benessere che questi comportano. Ma troppe volte si ignorano i possibili effetti collaterali che ne conseguono.
Più che la scelta della somministrazione di un IPP, spesso accade che si sbaglino le tempistiche, e può accadere che si manifesti un sovradosaggio, o un periodo di assunzione troppo prolungato nel tempo.Come possibile soluzione a tutte le problematiche legate all’uso dei gastroprotettori, esistono anche i difensori dello stomaco “al naturale”. Il loro effetto è ovviamente più contenuto e meno efficace, ma non per questo vanno sottovalutati come valida alternativa meno dannosa.
Tra questi possiamo annoverare l’aglio: portatore di innumerevoli benefici, l’aglio svolge un’azione purificante e antinfiammatoria in tutto l’organismo, in modo particolare nello stomaco; si può assumerlo come normale alimento a tavole oppure attraverso i suoi estratti.
Troviamo poi il frutto dell’ananas, ricco di proprietà antinfiammatorie grazie alla presenza dell’enzima della bromelina, efficace nella difesa delle pareti gastriche e nel contributo per un miglior processo di digestione; ecco perché l’ananas viene spesso consigliato a fine pasto.
Possiamo citare anche il latte di mandorle, altro rimedio al naturale facilmente reperibile e consumabile come semplice alimento; il latte id mandorle riduce il tasso di acidità all’interno del nostro stomaco.
Esistono poi diversi tipi di piante che possiedono proprietà benefiche e svolgono un’azione molto simile a quella dei gastroprotettori sotto forma di farmaco: tra queste possiamo nominare la melissa, l’artiglio del diavolo (utile anche contro lo stress), la passiflora e l’alloro.