Il tarassaco comune, nella sua nomenclatura binominale latina definito anche come Taraxacum officinale, è una particolare specie di angiosperma (ovvero pianta a fiore) che rientra nella famiglia delle Asteracee. La sua denominazione specifica può risultare non comune o poco utilizzata: nel gergo comune infatti il tarassaco è meglio conosciuto con vari nomi, tra i quali il più diffuso è forse quello di “dente di leone”. Tra le altre nomenclature popolari possiamo ricordare “pisciacane”, “soffione”, “cicoria selvatica”, “ingrassaporci”, “grugno di porco”… Pianta molto facile da rintracciare e molto diffusa è magari meno nota per le sue caratteristiche terapeutiche, infatti spesso si ignorano le capacità a livello medico delle varie componenti di questa pianta, a partire dalle radici fino allo stesso fiore. Il dente di leone cresce principalmente nelle zone che mantengono un clima temperato, come il clima mediterraneo, ciò ne comporta una vasta presenza nel territorio italiano, facendolo rientrare nella speciale classifica delle piante a fiore più diffuse nel nostro ecosistema.
La storia del dente di leone parte da molto lontano, la tradizione vuole che questa pianta a fiore provenga addirittura dalle remote zone orientali che all’altezza dell’età medioevale hanno intrapreso una fitta rete di commerci con l’Europa, trasportando anche semi di questo genere, permettendone una fitta diffusione anche nell’aera mediterranea. Fin dalle sue origini il tarassaco viene riconosciuto grazie al suo colorito acceso e luminoso, sua caratteristica principale assieme alle lunghe foglie e al famoso “soffione”.Pian piano nel corso della storia si sono palesate le sua qualità terapeutiche, legate principalmente al processo diuretico. Nello specifico questa pianta è dotata di vitamine appartenenti a vari gruppi, vitamina B, vitamina C e vitamina D. Oltre a queste possiede importanti composti chimici naturali quali flavonoidi e steroidi, che sono molto utili per salvaguardare la salute di fegato e altri organi che intervengono durante la digestione. Il suo impiego risulta rilevante anche nel sostegno del lavoro della cistifellea, o colecisti, un organo di piccole dimensioni fondamentale per la conservazione della bile prodotta dal fegato. Il dente di leone è conosciuto anche per le capacità ausiliare che assecondano lo sforzo dei reni nell’espellere l’urina. In poche parole possiamo definirlo come una sorta di digestivo naturale, ricco di proprietà diuretiche che favoriscono e semplificano il lavoro di tutti gli organi inerenti a questo processo.
Meno nota è la funzione benefica del tarassaco per quanto riguarda il controllo del tasso di colesterolo del nostro organismo, in quanto contribuisce a non farlo alzare in modo eccessivo attraverso l’eliminazione di molti grassi saturi che possono creare problemi proprio in questo ambito. Inerente ad uno scopo simile è la sua funzione di controllo e di prevenzione dei calcoli all’interno della bile sopracitata.
La pianta del dente di leone possiede infine lievi ma significative capacità simili a quelle dei lassativi, proprietà che rientrano sempre e comunque nella sfera della diuresi e della sua facilitazione, assicurando inoltre un notevole rafforzamento del nostro sistema immunitario.La pianta del dente di leone può essere assunta dall’uomo sotto varie forme, sia come medicinale che come semplice bevanda digestiva, solitamente la modalità di assunzione cambia a seconda della necessità e dell’urgenza. La variante probabilmente più diffusa è quella sotto forma di semplice tisana con proprietà diuretiche, sempre più utilizzata a fine pasto o alla sera per poter riposare tranquilli limitando i disturbi di stomaco notturni. La peculiarità del dente di leone sta proprio nella sua facile reperibilità e nella possibilità di poter preparare un infuso “fai da te” in modo molto semplice: le parti da raccogliere e conservare sono di solito le foglie e le radici, a volte anche il fiore. Questo perché queste parti del tarassaco sono quelle dove si concentrano tutte le proprietà di cui abbiamo trattato nel paragrafo precedente. Procurate le parti necessarie si fanno bollire in un pentolino d’acqua di circa un litro e mezzo/due. Dopodiché basta aggiungervi alcune fette di buccia d’arancia e di limone, per contrastare il gusto amaro tipico del dente di leone, e farle bollire in una nuova pentola insieme alle radici e alle foglie per circa 10 minuti. Si possono aggiungere a piacere zucchero, possibilmente di canna, oppure zenzero, sempre per arricchirne il sapore e l’aroma. Infine, dopo aver lasciato raffreddare l’infuso per qualche minuto, basta travasare il contenuto della pentola in una bottiglia o caraffa attraverso l’utilizzo di un passino. In alternativa alla versione casalinga si possono facilmente trovare in farmacia infusi e tisane a base di dente di leone già pronte per l’uso. L’uso consigliato prevede l’assunzione di queste tisane almeno una volta al giorno, prima di coricarsi, oppure due volte dopo i pasti principali.
La seconda modalità di assunzione più diffusa è quella che prevede l’estratto liquido della tintura madre, che si può assumere tramite gocce in dose quotidiana di circa 40 gocce di media. I numeri possono variare anche a seconda dei consigli del farmacista o di un esperto.
Ultima modalità ai più sconosciuta è quella dell’assunzione del tarassaco attraverso pastiglie sotto forma di veri e propri medicinali da somministrare possibilmente a stomaco vuoto, un paio di volte al giorno, sempre sotto consiglio medico in quanto la concentrazione delle quantità terapeutiche è ovviamente più alta in questo formato e possono subentrare delle controindicazioni.A proposito di controindicazioni possiamo dire che sono sicuramente spesso sottovalutate visto che il dente di leone è una pianta apparentemente innocua, con la quale si possono preparare infusi e tisane, bevande molto salutari. Invece come tutti i “medicinali”, quelli naturali compresi, anche il tarassaco può avere delle ricadute negative a livello gastrico. Infatti, se assunto in maniera errata o in eccessiva dose, può portare all’aumento significativo dell’acidità del nostro sistema gastroesofageo. Proprio negli organi dove solitamente le sue qualità terapeutiche risultano molto positive e utili. Si deve inoltre prestare molta attenzione nel caso l’assunzione del dente di leone, indipendentemente dalla modalità in cui si assume, avvenga in contemporanea ad altri farmaci con i quali può reagire in modo imprevedibile e dannoso. Si consiglia di conseguenza il costante supporto medico o di persona competente anche se si assume attraverso infuso o tisana.