La fame nervosa rappresenta una delle rare situazioni in cui si realizza un rapporto di interdipendenza tra qualcosa di strettamente fisico e la nostre facoltà mentali. La fame nervosa è infatti il frutto di questa connessione dovuta a un particolare stato emozionale e la sua ripercussione sul cibo, qualcosa che parte quindi da un piano astratto e si trasferisce sul piano concreto dell’alimentazione al fine di controllare e modificare il nostro stato d’animo.

Viene definita dagli esperti in materia come una particolare reazione detta “eating emozionale”, non dovuta perciò ad un effettivo bisogno di nutrirsi. Solitamente a soffrire di questo disturbo sono individui molto vulnerabili a livello emotivo, che non riescono ad accettarsi così come sono e reagiscono in modo inopportuno e inadeguato alle difficoltà, nascondendosi dietro ad un problema minore di fronte alla problematica di maggiore rilevanza. Ma entriamo nello specifico della fame nervosa.fame nervosa eating emozionale foto1La fame nervosa può essere causata da una miriade di fattori legati alla sfera psicologica, o in generale ad una situazione di stato mentale non completamente sereno. Insomma quando qualche pensiero ci turba e non riusciamo a liberarcene in alcun modo, e allora ecco che ci si butta sul cibo, spesso in modo del tutto sconsiderato. Solitamente sono le sinapsi del nostro cervello a segnalarci quando c’è una mancanza specifica di qualche elemento nutrizionale e di conseguenza sono sempre questi meccanismi psicologici ad imporci la necessità di cibo, espressa dal nostro corpo attraverso la fame appunto.

Ma come si può passare da una fame cosiddetta “biologica”, e quindi sana, ad una fame definita invece “nervosa”? La risposta non è di certo semplice, ma possiamo supporre che il nesso stia proprio nel cattivo funzionamento di queste sinapsi, quando l’ipotalamo non riesce a svolgere a pieno il suo compito. Ma bisogna andare ancora più in profondità con il ragionamento, poichè è molto probabile che alla base di tutto si celi uno stato d’ ansia perenne, e la fame nervosa sia una delle tante vie d’uscita che il nostro corpo ricerca per allentare la tensione mentale. Ovviamente con delle conseguenze pericolose e da non sottovalutare.

Vi sono però altre possibili interpretazioni delle possibili cause a livello mentale. Molti studiosi infatti considerano l’ eating emozionale una reazione sistematica, quasi automatica, ad altri stati emotivi oltre all’ansia, quali la tristezza, la depressione, la rabbia o persino una condizione di noia perenne. Possiamo quindi distinguere vari sottogeneri della fame nervosa:

  • Fame nervosa dovuta a depressione: lo stato emozionale della depressione come sappiamo può essere molto pericoloso e portare a conseguenze diverse, tra le quali abbuffarsi per combattere il disturbo. Infatti nella situazione di difficoltà il nostro sistema di difesa cerca di trovare una sorta di uscita di emergenza per alleviare il peso della depressione: ecco che allora devia su qualcos’altro, nel nostro caso il cibo, al fine di trovare una valvola di sfogo. Apparentemente innocente come effetto indesiderato la fame nervosa si rivela invece un problema ancora più grave perchè peggiora il nostro stato psicologico di partenza, provocando un inarrestabile effetto a catena, in quanto appena l’individuo affoga i suoi problemi nel cibo subito dopo essersi abbuffato subentra il pentimento e il senso di colpa. I due peggiori nemici della depressione, o sarebbe meglio definirli come i suoi migliori amici poichè non fanno altro che aumentare lo stato di sconforto e ingigantiscono la sensazione di incomprensione nei confronti del mondo esterno, portandoci in una situazione psicologica dalla quale è molto difficle uscire.
  • Fame nervosa dovuta a rabbia: questo particolare tipo di fame nervosa è dovuto invece ad uno stato psicofisico ancora una volta differente, ovvero quello della rabbia. In particolare l’ eating emozionale può essere nuovamente una valvola di sfogo, ma non più per un fattore depressivo ma piuttosto per piccole incomprensioni quotidiane che possono esplodere poi in uno sfogo apparentemente ingiustificato sul cibo. Il problema nel caso della rabbia sta proprio nella mancanza di una valvola di sfogo adeguata per fare defluire tutti le tensioni nel modo corretto e non attraverso un’alimentazione esagerata. Se ogni volta che affrontiamo una situazione di stress che ci fa innervosire, o appunto arrabbiare, tendiamo a reprimere la nostra reazione istintiva e non manifestiamo la nostra volontà per timore di essere giudicati o anche semplicemente per evitare una spiacevole situazione di conflitto indesiderato ecco che andiamo ad accumulare un quantitativo di rabbia che immagazziniamo e lasciamo uscire solo una volta che siamo di fronte al cibo. Ma non è sicuramente questa la giusta soluzione per risolvere conflitti o incomprensioni: è sempre meglio affrontarli nel modo giusto piuttosto che evitarli o rinviarli per codardia, sfogandosi attraverso la fame nervosa.
  • Fame nervosa dovuta a noia: forse il sottogenere di fame nervosa meno conosciuto ma non per questo meno diffuso, infatti il suo passare spesso inosservato è propiziato dalla mancanza di sintomi autentici e facilmente riconoscibili. La noia può essere provocata da migliaia di fattori e nella maggior parte dei casi è purtroppo strettamente connessa con la ripetitività della nostra routine, sia in ambito professionale che nella sfera privata. L’ eating emozionale subentra infatti come unica possibilità di spezzare questa routine e uscire dallo stato di noia costante che ci affligge: il vedere la possibilità del cibo come una vera e propria possibilità di evasione può creare una situazione di dipendenza molto pericolosa, che porta ad effetti secondari quali l’obesità o il diabete.

fame nervosa eating emozionale foto1Combattere la fame nervosa non è poi così difficile, almeno a livello teorico. Infatti l’individuazione della causa è il più delle volte il passo più complesso, ma che una volta compiuto permette una strada in discesa verso la cura e la risoluzione di tutto il problema. Quindi il primo passo è senza dubbio quello indirizzato al riconoscimento delle cause psicologiche che ci spingono a mangiare tanto e a essere dipendenti dalla fame nervosa.

La soluzione migliore e in molti casi anche la più efficace è quella di trovare una valvola di sfogo differente, trovarsi un impegno quotidiano o comunque a lungo termine che ci permetta di distogliere l’attenzione dal problema principale e dalla fame nervosa. I più consigliati sono sicuramente sport e hobby, in quanto attività che producono benessere sia a livello fisico che emotivo, che ci aiutano così a sconfiggere qualsiasi disturbo psicologico e ci permettono in aggiunta di condurre una vita sana e libera da preoccupazioni superflue.