Nell’ ambito medico il broncospasmo identifica un restringimento della muscolatura attiva nel “lume” bronchiale, una contrazione importante quindi delle pareti bronchiali che comporta una netta riduzione del consueto diametro interno delle due vie aree della trachea. Questa contrazione parietale è insolita e innaturale, ed è proprio per questo che può creare serie conseguenze per il fisico, soprattutto per quanto concerne i corretti processi di respirazione. La natura del problema è di facile intuizione: la riduzione delle normali dimensioni concesse al passaggio dell’aria attraverso le vie respiratorie provoca un’ immediata sensazione di soffocamento. La questione si fa preoccupante quando il disturbo colpisce i neonati o gli infanti sotto i 6 anni di età, in quanto non ancora autonomi a livello fisiologico e tanto meno consapevoli di ciò accade in loro e di come risolvere le situazioni di pericolo. Il broncospasmo però non colpisce solo questa tenera fascia d’età, ma può manifestarsi anche durante la crescita e in età adulta, per svariati motivi.La sintomatologia generale del broncospasmo comprende dei campanelli d’ allarme piuttosto evidenti e facilmente riconoscibili, ma bisogna sempre prestarvi attenzione, specie se si parla di bambini appena nati o con pochi anni di vita. Sintomo peculiare è il cosiddetto respiro “sibilato”, ovvero una respirazione rumorosa che produce un suono simile a un sibilo o un fischio e che ci segnala la presenza di un’ anomalia nell’apparato respiratorio. In questi casi la respirazione si fa nettamente più veloce e affannosa, manifestando esteriormente la contrazione interna ai bronchi. Il difetto viene solitamente individuato dal medico attraverso il fonendoscopio, che non è altro che il famoso strumento del dottore (con le auricolari e il disco finale che si posiziona sul petto), tramite il quale riesce a percepire se ci sono alterazioni o anomalie nelle zone interessate. Nel caso la forma di broncospasmo sia acuta il sibilio risulta evidente senza la necessità di alcuno stumento medico.Di norma il broncospasmo viene associato a diverse cause possibili, che rientrano nell’ambito dell’età nella quale il disturbo può manifestarsi:
- Broncospasmo in tenera età: solitamente quando si riscontra dopo pochi mesi di vita è molto probabile che sia dovuto a un’ infezione delle vie respiratorie e dei bronchi, specie se provocata da un virus che va ad intaccare le difese immunitarie ancora deboli dei bambini ancora molto piccoli; fortunatamente non raggiungono uno stadio avanzato e si possono risolvere in modo efficace senza troppe complicazioni;
- Complicazioni e infiammazioni: queste si possono manifestare ogni qualvolta il consueto processo di passaggio gassoso dell’ aria attraverso i bronchi verso l’ esterno e viceversa viene disturbato e reso più difficile a causa del restringimento delle pareti bronchali; quando queste complicazioni si fanno sentire s’ innesca automaticamente un processo a catena che arriva a provare seriamente la muscolatura coinvolta in questi processi;
- Reattività eccessiva dei bronchi: può sembrare assurdo ma anche un eccessivo funzionamento della muscolatura bronchiale comporta uno scompenso di lavoro che non giova all’ organismo; questa particolare situazione è facilmente riscontrabile in chi soffre di allergia ai pollini o al fumo, proprio perché sforzano in modo esagerato la loro attività e si manifesta un aumento spropositata di muco con funzione difensiva, ma che allo stesso tempo riduce il famoso “lume” brochiale necessario alla corretta respirazione; la conseguenza diretta è una tosse molto invadente e una riduzione della disponibilità di ossigeno;
La concausa principale che contribuisce in negativo al protrarsi del broncospasmo anche dopo l’età pediatrica (solitamente quella che va dai 0 ai 7 anni di età circa) pare essere proprio la sofferenza a particolari tipologie di allergie che prevedono una reazione asmatica. Questa situazione può essere dovuta a diversi stati fisiologici, come ad esempio il semplice carattere ereditario del disturbo quando uno dei due genitori, o entrambi, soffrono già di allergie che prevedono questa patologia. Oppure se il neonato dimostra fin dai primi mesi di vita una predisposizione a particolari tipi di dermatiti che intaccano anche il sistema respiratorio.I rimedi e trattamenti più utilizzati contro il broncospasmo prevedono la somministrazione di “broncodilatatori”, i quali, come suggerisce il termine stesso, favoriscono un allargamento indotto delle vie respiratorie interessate dal disturbo e lasciano i bronchi più liberi facilitandone la consueta e corretta attività; ve ne sono di vari generi e solitamente si distinguono in base all’età del paziente, o in base alla gravità degli spasmi a cui è sottoposto ovviamente. Tra i broncodilatatori che si contraddistinguono per un’azione celere ed un’efficacia rapida come più noti ricordiamo il Salbutamolo, poi la Terbutalina e l’Albuterolo, mentre per una terapia più lenta ma con risultato assicurato si possono assumere anche Salmeterolo e Formoterolo.
Purtroppo in alcuni casi di broncospasmo di stadio avanzato la normale terapia attraverso i broncodilatatori può risultare non sufficiente e inefficace. Ciò accade in particolare con i bambini piccoli o neonati, i quali nono sono ancora in grado di rispondere alle patologie con un sistema immunitario pronto e reattivo. In queste situazioni può essere utile (se non necessario) ricorrere a soluzioni quali il cortisone da assumere per via orale. Sempre e solo dopo consultazione con il proprio medico di fiducia o il pediatra a cui è affidata la cura del bambino.
Il consiglio migliore per quanto riguarda gli adulti invece è semplice, forse banale, ma altrettanto importante ed efficace se seguito in modo pedissequo: ricordarsi che prevenire è sempre meglio che curare! Seguendo semplici regole infatti si può tenere alla larga il rischio di incorrere in disturbi broncospasmici o simili. I consigli più comuni sono cambiare spesso l’aria nelle varie stanze della casa, favorendo un atmosfera più fresca oltre che una sensazione di maggiore pulizia della propria abitazione; ridurre al minimo il rischio di contagio se un famigliare presente i sintomi sopra elencati; cercare di curare il più possibile l’ igiene personale, evitando in questo modo il rischio di un’ infezione batterica delle vie respiratorie; nel caso in cui si soffra di allergia è bene non ignorare o trasgredire alle regole e alle cure alle quali è bene sottoporsi per evitare un peggioramento della forma allergica; consiglio abbastanza inutile è quello di non fumare, specie se i propri bronchi si trovano già in una situazione di difficoltà.