I papilloma virus umani sono piccoli virus a DNA responsabili di processi proliferativi dei tessuti epiteliali squamosi. In tutto il mondo questi virus sono i principali agenti di infezioni a trasmissione sessuale, chiamati condilomi. L’infezione da Papilloma Virus rappresenta la più frequente malattia a trasmissione sessuale negli USA con una prevalenza stimata del 70-80% della popolazione adulta sessualmente attiva. Sono stati identificati più di 120 differenti tipi di HPV, oltre 40 di questi infettano il tratto ano-genitale. Dagli anni Ottanta è stato dimostrato che il tumore femminile del collo dell’utero è determinato da un’infezione persistente da HPV. I Papilloma Virus a seconda dell’inquadramento tradizionale, vengono suddivisi in: genotipi a basso, medio e altro rischio, in riferimento al loro potenziale di evoluzione tumorale.Per lesioni preneoplastiche si intende:
- Lesioni di basso grado (LSIL) che comprende l’infezione da HPV e la CIN 1 (neoplasia intraepiteliale cervicale) o displasia lieve
- Lesione di alto grado (HSIL) che comprende la CIN 2 o displasia moderata e la CIN 3 o displasia grave fino al carcinoma in situ.
Quando il carcinoma supera la membrana basale che divide gli epiteli dallo stroma, il tumore diventa invasivo. Il cancro a questo punto si distingue in:
- Carcinoma microinvasivo (stadio I A), classificabile ulteriormente in:
- Stadio I A1, quando l’invasione stromale non supera i 3 mm di profondità e i 7 mm in superficie;
- Stadio I A2, quando l’invasione è compresa fra 3 e 5 mm in profondità e non oltre i 7 mm in superficie;
- Il carcinoma francamente invasivo (stadi dal I B al IV).
Negli ultimi 50 anni grazie alla diffusione del pap test e alla colposcopia con biopsia, si sono ridotti i casi di cancro fortemente invasivi, invece sono aumentate le diagnosi di CIN.Rischio oncogeno basso:
sottotipi 6, 11, 42, 43, 44 |
Condilomi acuminati, CIN di basso grado, lesioni piatte bianche diagnosticate tramite colposcopia |
Non comuni nelle CIN di alto grado, assenti nel cancro invasivo |
Lesioni di basso grado: includono tipi multipli di HPV |
Rischio oncogeno intermedio:
sottotipi 30, 34, 40, 57, 61, 62, 73, 83, 84 |
Raramente osservati nei condilomi |
Ritrovati nelle lesioni di basso e alto grado |
Occasionalmente nel cancro invasivo |
Rischio oncogeno elevato:
sottotipi 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68, 73, 82 |
Talvolta osservati nelle lesioni di basso grado |
Prevalenti nelle lesioni di alto grado e nel cancro invasivo |
L’incidenza delle infezioni da HPV raggiunge il picco nell’età compresa tra i 20 e i 25 anni e la maggior parte si presenta senza alcun tipo di sintomo particolare, risolvendosi poi spontaneamente in quasi tutte le pazienti non immunodepresse. Si può affermare che almeno il 50% degli uomini e delle donne sessualmente attivi acquisisca l’infezione nel corso della propria vita.I condilomi acuminati sono delle verruche genitali e sono il segno più facilmente riconoscibile dell’infezione da HPV. I tipi virali che causano i condilomi sono diversi da quelli responsabili dello sviluppo dei carcinomi anogenitali. Più del 90% delle lesioni condilomatose genitali sono associate ai tipi di HPV 6 e 11. Questi tipi non sono associati a carcinomi cervicali. L’infezione è principalmente trasmessa attraverso contatto genitale, di solito tramite rapporto sessuale vaginale o anale.
La storia naturale dei condilomi genitali è solitamente benigna, ma le recidive sono frequenti ed il trattamento può ridurre l’infezione da HPV, ma non è detto che influisca sul rischio di trasmissione ai partner sessuali.
- Numero elevato di partner sessuali e frequenza dei rapporti sessuali
- Presenza di condilomatosi anogenitale nel partner sessuale
- Numero di altri partner sessuali del proprio partner
- Infezione con altre malattie sessualmente trasmesse (es. Chlamydia, Herpes Genitale)
I fattori di rischio associati con l’espressione della malattia sono invece:
- Immunodepressione derivante principalmente da infezione da HIV, farmaci antirigetto dei trapianti, chemioterapia antitumorale, malattie autoimmuni o terapie cortisoniche protratte
- Diabete mellito
- Fumo di sigaretta
- Fattori genetici che non permettono al sistema immunitario di sopprimere o eliminare l’infezione da papilloma virus
L’infezione da HPV ha inizio con un contatto sessuale a livello genitale e l’infezione può essere trasmessa anche attraverso aree non coperte dal preservativo. Studi clinici dimostrano l’esistenza di una relazione fra HPV e neoplasia cervicale intraepiteliale, superiore a quella esistente tra uso di tabacco e carcinoma del polmone o fra epatite B e carcinoma del fegato. La maggior parte delle infezioni da HPV si risolve spontaneamente e una parte e una parte può persistere senza danni per tutta la vita. Un’infezione latente può però venire riattivata in caso si calo delle difese immunitarie.
Passando ai metodi diagnostici per l’infezione da HPV e le lesioni preneoplastiche associate sono:
- Il Pap test
- La tipizzazione virale (HPV test)
- La colposcopia
- L’istologia (biopsia ed esame istologico del pezzo prelevato)
Il trattamento delle lesioni preneoplastiche, che quindi precedono il cancro del collo dell’utero, consiste nella escissione, rimozione delle aree atipiche. Ciò può essere effettuato con tecniche chirurgiche a lama fredda, laser-escissione, metodiche a radiofrequenza. Questi trattamenti possono essere eseguiti in regime ambulatoriale o in regime di day surgery. Affinchè il trattamento sia efficace è necessario rimuovere l’intera area di trasformazione. Le procedure escissionali sono raccomandate per il trattamento della CIN 2 e 3, istologicamente confermate.Oltre 40 tipi di HPV infettano gli epiteli genitali e circa 15 tipi causano i cancri cervicali. L’efficacia della vaccinazione profilattica si basa sulla stimolazione di una risposta immunitaria con produzione di anticorpi specifici in grado di neutralizzare gli antigeni virali. Sono oggi in commercio due vaccini anti HPV:
- Uno bivalente diretto contro gli HPV 16 e 18
- Uno quadrivalente diretto contro gli HPV 6, 11, 16 e 18
In Italia è attiva una campagna di vaccinazione gratuita contro l’HPV per i bambini (sia maschi che femmine) di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.
Il fatto che il cancro del collo dell’utero sia di origine infettiva consente di adottare contro questa malattia una strategia sconosciuta per le altre forme di tumore.
Attraverso la vaccinazione contro l’Hpv è infatti possibile interrompere all’origine la catena che dall’infezione porta al cancro. Se grazie al vaccino l’organismo è in grado di contrastare l’infezione da Papilloma virus, allora non si potranno verificare i cambiamenti delle cellule del collo dell’utero, che portano allo sviluppo del tumore.