Il primo chakra è il cosiddetto “chakra della radice”, il fondamento e il punto nevralgico da cui deriva tutta l’energia del corpo umano. Il suo nome sanscrito è «Muladhara», termine che significa «supporto alla base» e identifica uno dei sette chakra primari stabiliti dalla religione tantrica dell’Hindu. La sua denominazione è indicativa per quanto riguarda la sua posizione e tutte le attività ad essa correlate. La simbologia più ricorrente del primo chakra è quella del loto con quattro petali di colore rosso, con al centro diverse figure dal significato allegorico.
Il Muladhara è la struttura portante di tutto l’organismo, e proprio per questo motivo il suo equilibrio detta i ritmi a tutti gli altri chakra. Se il primo chakra si trova in una situazione di instabilità, la sua influenza negativa si si ripercuote anche negli altri elementi, provocando una sensazione di insicurezza e uno spirito rinunciatario e splenetico.Vediamo nel dettaglio la simbologia del Muladhara. Sappiamo che all’interno di molte filosofie orientali la simbologia riveste un ruolo imprescindibile, anche a causa del forte carattere evocativo dei loro rituali e delle loro credenze. Il simbolo del primo chakra è quasi sempre rappresentato dal fior di loto, con quattro petali rossi. Il rosso è infatti il colore caratteristico di questo elemento: identifica una serie di qualità e virtù strettamente connesse al temperamento e all’equilibrio interiore alla base di ognuno di noi. All’interno del fior di loto il simbolo riporta un quadrato, normalmente metafora della Terra; a sua volta al suo interno troviamo un triangolo equilatero con la punta rivolta verso il basso, emblema dello yoni. «Yoni» è la parola sanscrita che indica i genitali femminili, con una serie di correlazioni che conducono alla fertilità e al miracolo della nascita e della procreazione. Dentro lo yoni troviamo poi il «linga», un oggetto dalla forma fallica o ovale che rappresenta invece i genitali maschili: questo ha un significato che riguarda la fertilità, specie se legato alla figura dello yoni. In molti casi all’interno del quadrato troviamo anche la rappresentazione dell’elefante con sette proboscidi, icona animale del Muladhara.La posizione del Muladhara è coerente con tutte le attività ad esso correlate: il fulcro di questo chakra si trova infatti nel perineo, a metà tra i genitali e l’ano. La sua localizzazione è perciò correlata alle ghiandole surrenali, alle loro funzioni, assieme anche al lavoro dell’intestino. Il controllo del primo chakra si estende anche a tutte le parti “solide” del nostro corpo, come le ossa. La filosofia orientale e lo yoga sostengono la diretta influenza di questo primo chakra nell’attività produttiva delle ghiandole surrenali; di conseguenza l’equilibrio di questo centro energetico gioverebbe o danneggerebbe l’emissione degli ormoni legati al sistema immunitario e al sistema riproduttivo degli apparati genitali.Per sfruttare al meglio tutte le influenze positive che il primo chakra può emanare ci si deve dedicare alla meditazione, con costanza e serietà. La meditazione può essere la chiave di volta del nostro benessere, e, attraverso la coltivazione del Muladhara, può conferire uno stato di quiete e serenità irraggiungibile con altri mezzi. Conseguente allo stato di quiete, subentra poi una forza interiore che conferisce vitalità ed entusiasmo per la vita, una sicurezza e uno spirito attivo sempre ambizioso e propositivo. I suoi effetti benefici si possono sentire anche sul piano fisico, grazie ad ossa sane e forti, una digestione regolare e un intestino in salute, con una struttura della colonna vertebrale eretta e bilanciata. Un primo chakra in salute tiene lontane anche le malattie o ne permette un veloce superamento.Vista la sua posizione nevralgica, al centro e alla base del nostro corpo, il primo chakra può essere considerato come l’ago della bilancia della nostra salute. Infatti il suo equilibrio può portare ad una sensazione di benessere estremo, una sorta di stato di grazia, mentre il suo squilibrio può comportare lo sviluppo di vari disturbi e diverse patologie.
In caso di eccesso di attività del primo chakra vedremo la degenerazione delle facoltà positive ad esso legate: si potrebbe diventare troppo arroganti, egoisti, troppo sicuri di sé, proprio perché le virtù sane saranno portate a sviluppi estremi. In questi casi di squilibrio si può provare spesso una sensazione di rabbia, di inadeguatezza, di gelosia, spesso anche con esternazioni violente, sia a livello verbale che fisico.
In caso contrario, se vi è un’attività non sufficiente del Muladhara, si potrebbe incappare in stati di depressione, di totale insicurezza, di sensazione di stanchezza e di mancanza di forze, di assenza di stimoli e forza di volontà. Per ogni impegno si troverà una scusa, con il rischio di compromettere ogni attività professionale.L’aggettivo numerale che descrive il Muladhara non è casuale: è detto “primo” chakra proprio perché da qui partono centinaia di canali e condotti di energia che trasferiscono il flusso vitale dalla sua fonte a tutte le zone del corpo in cui è necessaria. Questi canali vengono chiamati “nadi”. Le più importanti sono le tre che partono proprio dal primo chakra e si chiamano Ida, Susumna e Pingala.Il serbatoio del primo chakra si fonda sull’attività primaria della respirazione, attraverso la sua suddivisione in inspirazione ed espirazione. In sanscrito viene definita “kundalini” ed è rappresentata da due serpenti attorcigliati tra loro che compongono una spirale con la punta rivolta verso il basso.
Il kundalini incarna l’energia vitale di ogni essere vivente, la sua forza interiore in fieri, quindi una sorta di potenziale che può accrescere sempre di più la sua mole ed il suo valore. Per aumentare il livello di questo “serbatoio” vitale si deve praticare la meditazione, fondamentale per le filosofie orientali e soprattutto per lo yoga, pratica che attiva l’evoluzione spirituale dell’individuo.
Quindi il Muladhara si pone alla base del nostro organismo come punto focale per le attività spirituali e fisiche più importanti, come punto di partenza per il suo sviluppo interiore e per il raggiungimento di uno stato di equilibrio e di benessere.