L’ olio di palma è un olio vegetale che viene estratto dalla polpa di alcune particolari specie di palme, definite nella nomenclatura tassonomica come Elaeis guineensis. La sua consistenza naturale (cioè a temperatura ambiente, come la si trova all’interno del suo frutto) è piuttosto solida ed è caratterizzata da un colore rossastro dovuto all’azione di pigmenti detti carotenoidi. Nella sua forma grezza è costituito da elevate concentrazioni di acidi grassi saturi, da trigliceridi e in parte anche da vitamina D.
La sua coltivazione è prevalente nelle zone tropicali ad alto tasso di umidità, una su tutte l’ Indonesia che ne è la produttrice prima a livello mondiale. Nel nostro continente la sua forma grezza arriva di solito già lavorata, e si presenta quindi come un prodotto incolore, proprio per l’ eliminazione di questi pigmenti, e all’ apparenza anche insapore. L’ olio di palma utilizzato fondamentalmente in tre grandi settori: quello alimentare, che ne vede la percentuale più alta di sfruttamento, quello della cosmesi, con una percentuale minore e quello della produzione del biodiesel, in percentuali minime.Come molti sapranno già, l’ olio di palma è ormai celebre per la sua onnipresenza all’ interno di una quantità infinita di prodotti alimentari, dalle merendine ai biscotti, dai prodotti lavorati a quelli da forno. Ma perchè? Ciò pare sia dovuto alla sua anomala composizione ricca di grassi saturi semisolidi (come il burro, per intenderci), che risulta piuttosto rara per un olio di provenienza vegetale. Paradossalmente questa sua insolita peculiarità è proprio ciò che lo rende un olio unico nel suo genere: difatti le sue proprietà chimiche si prestano alla perfezione per un’ infinità di prodotti lavorati dalle moderne industrie alimentari. Inoltre questo estratto risulta, come detto, del tutto insapore e, dopo qualche passaggio, anche incolore: raggruppa quindi in sé tutte le caratteristiche ideali che gli permettono di svolgere il suo compito insinuandosi nelle ricette senza farsi notare. A tutto ciò va aggiunto il fatto che il suo prezzo è veramente basso rispetto alla concorrenza, il che rende l’ olio di palma praticamente una prima scelta indiscussa, almeno per quanto riguarda le grandi aziende alimentari europee ed americane.Per rispondere a questa domanda facciamo una breve premessa nella quale elenchiamo tutte le “accuse” mosse contro questo estratto vegetale che hanno fatto scattare una serie di allarmi sotto vari punti di vista salutari: innanzitutto è considerato responsabile della formazione di possibili placche arteriosclerotiche oltre a comportare un forte innalzamento del nostro livello di colesterolo; questi due fattori sarebbero tra i primi fautori del manifestarsi di malattie cardiovascolari e del rischio di infarto. In secondo luogo va ricordato che può causare una forte alterazione della sazietà oltre che creare una sorta di dipendenza da zuccheri tipica di quei prodotti ricchi di dolcificanti; a ciò va aggiunto però che l’ olio di palma è solo uno dei tanti ingredienti che possono provocare tali conseguenze. L’ olio di palma viene spesso associato anche alle sostanze cosiddette cancerogene, che possono portare al tumore, in stretta correlazione con le persone che si trovano in uno stato di obesità. In ultima analisi troviamo anche studi che sostengono il nesso tra l’ olio di palma è il rischio di contrarre il diabete.
Ma tutte queste segnalazioni e questi rischi sono attendibili e vanno seguiti? l’ olio di palma fa male e va evitato in tutti i modi? La risposta è molto semplice: l’ olio di palma, così come tutti i suoi derivati, è fondamentalmente un grasso saturo e come tale, se assunto in quantità eccessive, può recare danni al nostro organismo. Quindi in sostanza come tutti gli alimenti e gli ingredienti che assumiamo quotidianamente, se preso in dosi esagerate, può manifestare alcune controindicazioni più o meno gravi. Il problema principale di questi ultimi tempi riguarda piuttosto la cattiva informazione e la storpiatura che è stata fatta a partire da questo semplice concetto di base. Sicuramente le controindicazioni dell’ olio di palma non sono da sottovalutare e sono da considerarsi molto pericolose se trascurate, ma tanto quanto quelle del burro o della miriade di alimenti che consumiamo ignorandone le conseguenze. Per fare un esempio chiarificatore possiamo comparare la più diffusa delle merendine contenente olio di palma e il dolce cotto in forno e fatto in casa: entrambi presentano grassi saturi, entrambi perciò (alla lunga, specifichiamo) sono possibili portatori di problemi cardiovascolari, piuttosto che di sintomi diabetici.
La soglia giornaliera consigliata è la stessa che vale un pò per tutti i grassi saturi che consumiamo spesso a nostra insaputa, ovvero un 10 per cento rispetto al fabbisogno quotidiano di calorie del nostro corpo.Un’ altra questione delicata che ha visto come protagonista l’ olio di palma è quella riguardante il suo forte impatto ambientale. Le coltivazioni delle palme che producono il suo frutto stanno infatti distruggendo pian piano vastissime aree di foresta tropicale, considerate come tutti ben sappiamo come i “polmoni del pianeta Terra”. Nelle zone sopracitate del sud est asiatico sarebbe in atto una vera e propria deforestazione per fare spazio a nuove piantagioni, il tutto per riuscire a stare al passo con la domanda sempre più alta di questo estratto vegetale. Ciò ovviamente comporta delle conseguenze anche nel mondo animale, nel quale molte specie a rischio estinzione vedono il loro habitat naturale distrutto o comunque sempre più ristretto a causa delle coltivazioni. Senza contare il fatto che tutto ciò, specialmente le problematiche che concernono la deforestazione, ha altre ripercussioni a livello globale, con conseguenze che coinvolgono anche la delicata questione dei gas serra e del famoso buco dell’ ozono. Inoltre tra le altre questioni va sicuramente citata anche quella sociale, che vede il forte impatto delle grandi industrie mondiali a contatto con le popolazioni locali delle zone produttrici ed esportatrici. Tutto questo però, va ricordato, ha poco a che fare con il frutto o la pianta coltivata, e tantomeno con l’ olio che ne viene estratto: il problema resta sempre legato alla gestione di queste risorse (specialmente quelle che vedono un’impennata nella produzione proprio come l’ olio di palma) purtroppo sempre più manovrate e veicolate per motivi meramente economici tra vari giochi di potere.