A volte potrà esservi capitato di provare una sensazione di dolore alla parte superiore della schiena o al collo, che si protrae per qualche giorno: molto probabilmente, potrebbe darsi che sia un sintomo legato a un’ernia cervicale. Si tratta di una patologia tutt’altro che rara, che tende a raggiungere il massimo dell’incidenza nei soggetti fra i 45 e i 60 anni. Spesso, può addirittura capitare di avere questo problema e di non accorgersene per la mancanza di sintomi evidenti.
Con ernia cervicale si intende la fuoriuscita di materiale da uno dei dischi intervertebrali localizzati nella zona cervicale. Con questo termine si intende la regione della nostra colonna vertebrale che comprende le prime 7 vertebre. Tra ogni vertebra si trovano dei “cuscinetti” spugnosi chiamati dischi, che hanno la funzione di assorbire le sollecitazioni che potrebbero danneggiare la colonna vertebrale stessa (semplicemente camminando, ma anche facendo attività fisica, come corsa o salto). Può capitare che questi dischi si rompano e che il materiale spugnoso contenuto in essi fuoriesca, causando così un’ernia cervicale.
LE CAUSE DELL’ERNIA CERVICALE
Le cause di tale rottura possono essere diverse. La principale è di sicuro l’età: con il passare degli anni i dischi tendono a disidratarsi, diventando così sempre meno flessibili. Per questo motivo aumentano le possibilità di rottura spontanea, sia a causa di movimenti normali (ad esempio muovendo il collo o girandolo), che per colpa di traumi anche non particolarmente gravi. Possono poi esserci fattori genetici, che causano una minore resistenza dei dischi e quindi li rendono più suscettibili a rotture; oppure cause di tipo meccanico, in occasione di traumi o di sforzi particolari, ad esempio nel caso in cui si stia sollevando un oggetto pesante che aggiunge un carico alla colonna vertebrale. Un’altra causa può essere l’assunzione di una postura scorretta, soprattutto quando si sta seduti per molto tempo nella stessa posizione.
QUALI SONO I SINTOMI?
I sintomi di un’ernia cervicale sono facili da individuare. Innanzitutto il dolore al collo. Solitamente questo recede da solo, senza bisogno di trattamenti particolari. In alcuni casi però può durare per molto tempo: quando supera i 3 mesi, si parla solitamente di dolore cronico, e richiede un trattamento specifico. Altri sintomi sono debolezza agli arti superiori e alla mani, perdita di sensibilità o formicolio alle spalle o alle braccia. Questo perché all’interno dell’area cervicale si trovano i nervi che si collegano appunto alla parte superiore del nostro corpo. In alcuni casi un disco erniato può premere tu un fascio di nervi, causando i sintomi appena descritti. Nei casi più gravi di ernia cervicale (quando i dischi comprimono il midollo spinale) possono poi insorgere problemi di equilibrio, perdita di controllo della mani, mal di testa anche cronico, sensazione di nausea e di vertigini.
CURA E PREVENZIONE
Naturalmente, se compaiono i sintomi appena descritti è bene rivolgersi a un medico. Solitamente la cura per l’ernia cervicale consiste nella cosiddetta terapia conservativa, attraverso un percorso di fisioterapia tramite esercizi specifici, in alcuni casi anche tramite l’utilizzo di farmaci analgesici e antinfiammatori. Inoltre, anche dopo la scomparsa del dolore è bene intraprendere un percorso di riabilitazione per riacquistare la normale funzionalità del collo e della zona cervicale.
Grande importanza ha anche la prevenzione. Innanzitutto, bisogna evitare di assumere una postura scorretta, cercando di tenere la schiena e il collo dritti. Inoltre, soprattutto i soggetti in età avanzata dovrebbero evitare di fare sforzi particolari, come sollevare oggetti pesanti o eseguire torsioni improvvise del collo che potrebbero portare a lesionare i dischi intercervicali. Potrebbe poi essere utile adottare degli specifici cuscini per la cervicale, in lattice, che aiutano a mantenere la postura corretta durante il sonno.
ERNIA CERVICALE E GUARIGIONE SPONTANEA
I casi in cui è necessario ricorrere alla chirurgia sono molto rari infatti le ernie cervicali hanno un’alta percentuale di guarigione spontanea con tempi anche relativamente brevi: 4-6 settimane.